La nuova autostrada Ceva-Savona sarà aperta nel prossimo autunno di Gino Nebiolo

La nuova autostrada Ceva-Savona sarà aperta nel prossimo autunno Oltre 2500 operai hanno compiuto i lavori a tempo di primato La nuova autostrada Ceva-Savona sarà aperta nel prossimo autunno In luglio si terminano tutte le «opere d'arte» e si iniziano le rifiniture (Dal nostro inviato speciale) Savona, 28 marzo. Entro la Une di novembre l'autostrada Ceva-Savona sarà aperta al traffico. Questa previsione è confortata dal fatto che 1 lavori, Iniziati nel giugno di due anni fa, sono nel complesso in forte anticipo e In molti tratti sono praticamente conclusi. Nel prossimo luglio 1 viadotti, le gallerie e tutte le « opere d'arte > saranno ultimati: i duemilaeirtquecento operai impegnati nella grande impresa smobiliteranno 1 cantieri dell'Appennino, lasciando il passo alle squadre addette alle rifiniture. Prima ancora che si facciano sentire 1 rigori e l disagi dell'Inverno, l'automobilista potrà dunque scendere sulla Riviera attraverso una arteria fra le più moderne e ardite d'Europa, che gli accorcerà 11 viaggio e glie lo renderà veloce e sicuro. La vecchia strada nazionale de! Colle di Cadìbona, sino ad' oggi l'unica a convogliare l'aggrovigliato traffico per Savona, con 11 suo tracciato infido e enervante resterà appannaggio di pochi. Il Piemonte sta per avere l'atteso sbocco al mare, adeguato al ritmo e alle esigenze del tempi. E' il primo importante episodio dello sforzo con cui i piemontesi lottano per rompere 11 loro Isolamento geografico ed economico; verranno subito dòpo l'autostrada Torino-Ivrea, i trafori verso la Svizzera e la Francia, l'autostrada TorinoPiacenza (e proprio In questi giorni si parla dei progetti tecnici e dei preventivi finanziari per il secondo tratto della Ceva-Savona, che unirà Ceva con Mondo vi e Fossano: sono a buon punto e verranno fra breve presentati alle autorità governative). Percorriamo insieme la nuova via di comunicazione, lungo la quale troveremo soluzioni impensate e coraggiose, che hanno piegato la natura al problemi di un traffico in continua espansione. L'autostrada si snoda su quarantun chilometri, è larga dieci metri e mezzo, le banchine laterali occupano un metro e mezzo; le pendenze sono lievi, non superano il 4 per cento e le curve hanno margini di sicurezza garantiti da un raggio non inferiore, nemmeno nei punti più ' ardui, al centocln■ quanta metri. Per chi giunge da Torino, l'imbocco è nei pressi del paese di Friero. Qui sorgerà il ' casello d'ini-'--», fu un vasto piazzale. Subito una ventina di viadotti in cemento armato, ci porta a mezza costa dei monti che s'alzano continui verso la Riviera. Nei primi lotti dell'arteria (è divisa in undici lotti, appaltati da diverse società che fanno a gara per consegnare per prime il lavoro) è stata scavata una galleria, la più lunga dell'autostrada, di 900 metri, di fronte al colle Riviera e al paese di Montezemolo. Sono occorsi quindici mesi per traforarla ed è pressoché finita. Costeggiando la nazionale 29, all'altezza di Roccavignale, ci si inoltra su una serie di ponti vertiginosi, fin giù verso Carcare, dove si eleva un imponente viadotto, a strapiombo sulla Bormida di Pailare: 600 metri di cui 350 in curva. A Carcare gli operai preparano il casello al quale accederanno gli automezzi provenienti da Acqui, Alessandria, Milano. Il piazzale si stende su una superficie di 10 mila metri quadrati, sotto di esso scorrerà una strada di allac ciamento, dalle altre si giun gerà con sopraelevazioni « a quadrifoglio ». Portandosi ora Bulla destra ora sulla sinistra della statale, superata Altare, .si incontra la parte più corag glosa e spettacolare dell'opera. Il paesaggio è accidentato^ tutto colli e strette va'li, ed ha costretto i progettisti ad affrontare difficili problemi Vi è un colle, il Pagherà (460 m.) che sbarra il cammi no. Lo si sarebbe potuto fo rare, ma un tunnel di oltre due chilometri avrebbe nociu to alla circolazione (è noto che nelle gallerie il sorpasso dèi veicoli è vietato). Si perciò preferito costruirà una successione di viadotti, sessantacinque, e di tunnel, tre dici, che salgono a spirale o a elicoide fin quasi alla vetta e sfociano in direzione di Savona. La pendenza è modesta e l'automobilista potrà tenere medie di velocità regolari, lavori al colle Pagherà sono stati fatti a tempo di record: nel giugno scorso non vi era che il tracciato nella monta gna e si eseguivano, i primi sbancamenti. Per poter costruire i ponti, sono state aperte strade d'arroccamento dal cantiere alla vetta:-undici chilometri percorribili dai camion e dai caterpillar. Dopo il colle Pagherà già si intravvede il mare. Si passa sul viadotto più alto, sul torrente Quazzola (65 metri, poggiato su pilastri giganteschi: un capolavoro di ingegneria e di eleganza), si lascia alle spalle la strada romana e il ponte napoleonico. I cinque o sei chilometri che preannunciano Savona sono in linea dritta, fino al casello di ZinoIn, dove due diramazioni raggiungeranno il centro urbano e Vado Ligure. Nel tratto terminale, ormai, gli operai sono ridotti a poche decine. Un problema di emergenza, uno dei tanti che s son venuti a creare durant; i lavori, è stato risolto definì Uvamente: nel dorso di un colir, ó'era prodotta una crepa u tonnellate di terra minaccia- UvssummlrptsdnMtsv vano di rovesciarsi sull'autostrada. Ora la montagna non sì muove più, imprigionata da una muraglia di cemento armato profonda tre o quattro metri. Dal ponte Quazzola alla fine del « lotto 1 > il terreno è già levigato e pronto per ricevere l'asfalto. L'abbiamo percorso in macchina, staffette del cinquemila automobilisti che, secondo le previsioni di massima, vi scenderanno nel primo anno di esercizio. Ma i cinquemila sono una cifra destinata ad aumentare, non appena saranno aperti i trafori alpini che attraverso il Piemonte convoglleraimo in un flusso continuo turisti e merci verso il mare. Gino Nebiolo Una visione degli imponenti viadotti sul colle Pagherà, di fronte al Cadìbona

Persone citate: Quazzola