Una visita al comm Bruno

Una visita al comm Bruno L'assessore che ha messo in crisi la Giunta Una visita al comm Bruno Colpito da collasso sabato notte, è isolato nel suo alloggio, inavvicinabile - Dopo molte cautele siamo ammessi nella stanza dell'infermo: buio pesto, odore di canfora, pesanti tende. La moglie dice: "Siete la seconda persona che lo vede!,, - Le uniche parole del malato: "Sono stato molto male; che ora è? „-La casa sorvegliata da sconosciuti? Il comm. Bruno è a letto da sabato notte. Si alzerà in tempo per sciogliere il dilemma posto dal Sindaco: o si dimette l'assessore Bruno o se ne va l'intera Giunta? Questa è la domanda che correva ieri in molti ambienti cittadini. Ieri alle 16 abbiamo telefonato a casa Bruno per chiedere se era possibile parlare con l'assessore. Un'ora più tardi la signora ci ha comunicato che, ascoltato il parere dei medici, « era consentito effettuare una brevissima visita, per una persona sola, alle 18,30». All'ora stabilita eravamo in via S. Quintino 32. Per abitudine professionale avevamo con noi il fotografo. Lo abbiamo però lasciato a qualche isolato di distanza per due motivi: non trasgredire la condizione « per una persona sola » e non allarmare coloro che da più giorni sorvegliano con oculato e paziente zelo, la casa per sapere con esattezza chi si reca da Bruno. Ci ha ricevuto molto cortesemente la signora. L'alloggio, spazioso e bene arredato, è al terzo piano, c Sono molto stanca — ha detto — da tre giorni ho sulle spalle il peso di tutta la città. Sabato notte ho avuto molta paura: temevo che mio marito fosse colpito da infarto. Ora va un po' meglio ». Pochi minuti dopo ci ha raggiunti in salotto il dottor Oria, uno dei medici curanti, che ci ha confermato la diagnosi: aritmia con collasso cardio-circolatorio. « Il leggero miglioramento verificatosi non consente di prevedere se l'infermo potrà superare la crisi entro venerdì ». « E' possibile — abbiamo chiesto — avere un breve colloquio con l'assessore?». « Lo escludo — ci ha risposto la signora. — Mio marito è fermo a sabato notte. Non gli portiamo i giornali e nemmeno le lettere. Non parla con nessuno. Quando ci chiede notizie ci limitiamo a dirgli che tutto va bene ». Il dottor Oria ha soggiunto: <Ha bisogno di assoluto riposo. Nelle condizioni in cui si trova qualunque cosa dicesse non avrebbe importanza, tanto meno se le domande imponessero un ragioname7tto. Con questo non voglio dire che sia fuori di sé >. Caduta la possibilità di un colloquio su fatti concreti, non avremmo voluto disturbare oltre. La signora ed il medico molto gentilmente, ci hanno invece ammessi alla presenza dell'ammalato. Introducendoci nella camera la signora ha detto sottovoce: «Di tutta Torino lei è la seconda persona che vede mio marito da sabato. Potrà rendersi conto di come stanno veramente le cose ». Il corridoio era molto illuminato e la stanza completamente buia, oscurata da tendaggi anche verso la porta d'ingresso. Entrando ci è parso di avvertire un pesante odore di canfora. Superato il violento contrasto fra luce e buio abbiamo potuto salutare il comm. Bruno che ci ha riconosciuti. « Sono stato tanto male » ha detto con voce flebile passandosi una mano sulla fronte e lasciando ricadere il braccio sul letto. Immobile, senza sollevare il capo dal cuscino ha soggiunto: < La ringrazio ». Mentre stavamo per uscire ci ha chiesto: « Che ora èf ». Erano le 18,45. La signora ha chiuso la porta ripiombando il comm. Bruno nel buio e nell'isolamento più assoluto. Nel corridoio abbiamo scambiato poche altre parole, c Sarebbe possibile fare un fotografia? ». Il dottor Oria come medico, non lo ha escluso, ma si è rimesso alla volontà dell'infermo tornando in camera miiiiiiiiiiiiin iiniiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiinini da Bruno per consultarlo. Dopo pochi istanti è uscito con una risposta quasi affermativa. Si è invece opposta recisamenta la signora: <.Pvrchc dopo — ha detto — piomberebbero in casa tutti gli altri giornalisti e noi abbiamo bisogno di tranquillità ». Non potevamo abusare della cortesia della gentile signora Bruno e del dottor Oria. Erano le 18,50. Ci siamo congedati augurando al comm. Bruno una pronta guarigione. Poco prima di noi, alle 17,45, sempre previo appuntamento telefonico, si era recato a casa Bruno l'assessore dottor Rosboch, che per incarico del Sindaco doveva consegnare la dichiarazione della Giunta, con la quale si Sssa alle ore 17 di venerdì la risposta del comm. Bruno, sulla sua posizione. Il dottor Rosboch non ha potuto parlare con l'infermo perché « In quel momento era assopito ». Tre quarti d'ora dopo, noi slamo stati più fortunati. L'assessore Rosboch aveva potuto vedere Bruno lunedì pomeriggio. Dopo questa prima visita era circolata la voce, non si sa perché, che Bruno aveva lasciato intendere a «immillili! mi iiiiiiiiimimiiiiii Rosboch che si sarebbe dimesso da assessore un minuto dopo la caduta della Giunta, cioè dopo le ore 17 di venerdì prossimo. Il dottor Rosboch ieri sera ci ha dichiarato: <Noa so come sia nata que»tot voce. La smentisco in modo assoluto. Non ho parlato con Bruno di queste cose. Mi sono limitato, per ordine dei medici, ed alla loro presenza, a scambiare un breve saluto >.

Persone citate: Immobile, Oria, Rosboch

Luoghi citati: Torino