Nuova azionoe della Sicilia contro l'autorità dello Stato

Nuova azionoe della Sicilia contro l'autorità dello Stato Nuova azionoe della Sicilia contro l'autorità dello Stato La Regione vuole negare la validità delle sentenze della Corte costituzionale italiana; si profila un caos amministrativo di vaste proporzioni (Dal nostro corrispondente) Palermo, 16 marzo. L'Assemblea regionale siciliana esaminerà, nel corso della seduta di domani martedì, la richiesta avanzata dall'attuale presidente della Regione on. Milazzo di poter promulgare le leggi regionali qualora 11 commissario dello Stato non le abbia impugnate entro i termini statutari davanti l'Alta Corte per la Sicilia. Una eventuale impugnativa presso la Corte Costituzionale verrebbe considerata dalla Regione come atto privo di efficacia giuridica perché in contrasto con l'art 28 dello statuto siciliano, che sancisce che « le leggi dell'Assemblea Regionale sono inviate entro tre giorni dall'approvazione al commissario dello Stato, che entro i successivi cinque giorni può impugnarle davanti all'Alta Corte ». L'espressa richiesta di autorizzazione a riconoscere solo le impugnative presso l'Alta Corte è stata avanzata mercoledì scorso 11 marzo dal presidente della Regione nel corso della sua replica ad una mozione presentata dall'on. Montavano (ex comunista, ed ora indipendente di sinistra all'Assemblea regionale siciliana) sulla non gìurisdlzionalità della Corte Costituzionale in materia. La detta mozione era cosi formulata: « L'Assemblea regionale siciliana, considerato che la sentenza n. 38 della Corte Costituzionale del 27 febbraio 1957, con la quale si dichiara la incostituzionalità dell'art 28 dello statuto siciliano è giuridicamente inesistente in quanto emanata da un organo sprovvisto, al riguardo, di giù risdizione; considerato che so no pure di conseguenza giuri dicamente inesistenti le senten-ze emesse successivamente dal-la Col ve Costituzionale sul ri- corsi del commissario dello Stato contro leggi regionali siciliane, oppure su impugnative del presidente della Regione contro una legge ordinaria statale emanata in violazione dello statuto siciliano; dà mandato al presidente della Regione di dichiarare giuridicamente inesistenti le sentenze anzidette ». L'on. Milazzo aveva però ritenuto di non poter accettare tale mozione, almeno nella citata forma cosi radicale, in quanto una dichiarazione grave ed impegnativa come quella richiesta dall'on. Montalbano, prestabilendo il rientro in vigore dì tutte le norme già dichiarate decadute, avrebbe provocato un caos amministrativo di vastissime proporzioni con imprevedibili ripercussioni retroattive. Pertanto il presidente della Regione ha preferito chiedere invece all'Assemblea, in via -lternativa al contenuto della mozione Montalba.no, che gli venisse affidato il mandato surriferito, proponendo una preliminare riunione dei capigruppo per una reciproca consultazione in merito. La riunione dei capigruppo, subito tenutasi in immediata sospensione della seduta, perveniva al risultato di un rinvio ii quale consentisse la riformulazione della mozione nei termini prospettati dal presidente. La decisione finale sul nuovo testo da sottoporre al voto dell'Assemblea è stata fissata appunto per la seduta di doma ni martedì, ed è auspicabile che i parlamentari siciliani, a parte ogni giudizio sul fonda mento della tesi sostenuta, esprimano su una questione di tanto rilievo un parere ispirato oltre che da motivi di dirit to da saggezza politica, consl 1 derando soprattutto che il di! sconoscimento tardivo da parIte della Regione siciliana della competenza esclusiva della Corte Costituzionale equivarrebbe al disconoscimento dell' ordinamento costituzionale dello Stato, alla cui unità la proposta Milazzo sul « controllo » delle leggi verrebbe pertanto ad attentare. Quali che siano infatti I termini della proposta che il presidente della Regione presenterà all'Assemblea siciliana per chiedere il viatico su una questione che, se accolta, sboccherà inevitabilmente in un conflitto fra la Regione e lo Stato, pare assai grave e pericoloso il turbamento che essa pro- posta verrebbe a determinare, proprio in un momento parti- colarmente delicato e difficile per la vita stessa della Regione siciliana. Una nuova crisi, che potrà avere notevoli ripercussioni anche in campo regionale, è intanto esplosa improvvisamente nella federazione della democrazia cristiana dì Caltanisetta con le dimissioni dal partito d. e. rassegnate dall'on. Francesco Pignatone (leader della d. c. nissena), dal segretario provinciale della Cisl Luigi Vayola, dall'avv Salvatore Ferrara dell'esecutivo d. c. nisseno e dall'assessore comunale di S. Cataldo (provincia di Caltanissetta' Salvatore Scalzo. f. d.

Persone citate: Francesco Pignatone, Salvatore Ferrara, Salvatore Scalzo

Luoghi citati: Milazzo, Palermo, Sicilia