Sono troppi i morti per il gas di Francesco Argenta

Sono troppi i morti per il gas Sono troppi i morti per il gas Se ne discuterà presto al Parlamento ma i tecnici hanno già risolto il grave problema E' arrivato all'esame del Parlamento — e non poteva non arrivarci — il problema del gas, o, per meglio dire, il problema che nasce dalla maggiore tossicità che il gas d'oggi presenta, rispetto a quello di un tempo, per il suo accresciuto contenuto in ossido di carbonio, con tutte le conseguenze che ne discendono, gli allarmi, i pericoli, le disgrazie mortali che la cronaca quasi quotidianamente registra. Per arginare le malefatte del gas, per parare o ridurre la frequenza degli incidenti che sono causa di tante sciagure, gli on.li Angelino, Albertini, Castagno ed altri si sono fatti promotori di un disegno di legge che prevede l'obbligo, da parte delle aziende distributrici di gas per uso domestico ed industriale, di installare nei locali forniti di stufe, fornelli ed altri bruciatori di gas, un apparecchio acustico capace di segnalare la presenza nell'atmosfera di gas in misura pericolosa. Il disegno di legge aggiunge che gli apparecchi dovranno essere « approvati » dal ministero dell'industria e che le aziende distributrici potranno essere autorizzate ad applicare un diritto fisso di copertura delle spese per l'installazione degli apparecchi segnalatori, diritto che è, sin d'ora, calcolato alla cifra di 15-20 lire mensili. Quanto al tempo di attuazione della proposta, i promotori del disegno di legge fissano in un triennio il periodo massimo entro cui le aziende dovranno coattivamente addivenire alla installazione degli apparecchi segnalatori. Decorso questo termine di tre anni le aziende che non avranno provveduto alla installazione degli apparecchi segnalatori, saranno ritenute responsabili dei danni causati dalle fughe di gas. La proposta — non v'ha dubbio — è eccellente e va incontro all'aspettativa di quanti van chiedendo da anni, che il potere mortifero del gas sia neutralizzato, che il contenuto in ossido di carbonio delle miscele sia ridotto ad un tasso privo di conseguenze. Ma, riguardata sotto l'aspetto tecnico, la proposta che emana dai parlamentari ha possibilità di pratica attuazione? E, ammesso che gli apparecchi segnalatori già esistano; che offrano un margine convincente di sicurezza; che il ministero dell'industria, attraverso la defatigante procedura imposta dal nostro costume burocratico, si decida, un bel giorno, ad < approvarli >, quando potrà avvenire l'installazione degli apparecchi per parte delle aziende? Oh! non è già troppo il termine di tre anni fissato dagli onorevoli presentatori della proposta per risolvere un problema che è contingente, che si aggrava di giorno in giorno? E quanto si dovrà attendere prima che la proposta compia il suo iter, sia esaminata dalle commissioni, approvata dalle due Camere, tradotta in legge e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, così da essere resa operante? Sulle colonne di Previdenza e lavoro sociale, il più reputato tecnico che abbiamo in Italia per le questioni del gas, ing. Arrigo Bòhm, in una lu cida nota che ha un titolo che potrebbe sembrare un bisticcio di parole, ma che tale non è (Sicuro! Se volete, il gas può essere sicu¬ ro!) ha affrontato il problema con il senso della realtà che hanno i tecnici e che, talora, fa difetto ai politici, prospettando soluzioni che non sono macchinose, ma agevoli, invece, semplici, economiche, alla portata di tutti. Dopo avere elencato in ordine approssimativo di frequenza le cause produttrici di malefatte da parte del gas (distacco del tubo di gomma, ebollizione e trabocco di liquidi non sorvegliati, cat tiva combustione combinata con scarico non adeguato o insufficiente aerazione, ecc., ecc.), l'ing. Bòhm ha spiegato che per i casi di spegnimento della fiamma per fatto accidentale o per mancanza momentanea di gas, che sono le ipotesi più largamente produttrici di eventi dannosi, quelli che sono imputabili alla fatalità, ed il cui verificarsi non può essere contrastato dalla prudenza o dalle cautele che sono richieste, invece, agli utenti negli altri casi, una garanzia massima, assoluta, è offerta dall'adozione della valvola di sicurezza. La tecnica moderna ne ha escogitato di diversi tipi, basati sulla pressione del gas, su sistemi elettronici, e sulla coppia termoelettrica. Secondo l'ing. Bòhm quelle che rispondono meglio allo scopo sono queste ultime, perché il principio stesso della loro costruzione fa sì che impediscano il passaggio del gas, sia nel caso in cui questa interruzione debba avvenire, sia nel caso che l'apparecchio abbia subito un guasto. Non più disgrazie allorché i bruciatori sono muniti della valvola di sicurezza: il suo funzionamento è automatico; nel volgere di pochi secondi il passaggio del gas al bruciatore è chiuso ermeticamente. Il problema di rendere gli apparecchi di utilizzazione del gas completamente sicuri è stato risolto già dalla tecnica. E, senza alcun macchinismo di disposizioni legislative, senza che abbia a perdersi altro tempo in discussioni e recriminazioni vane ed inconcludenti, la soluzione ch'è stata trovata potrebbe avere — se si vuole — un'applicazione immediata e generale. Francesco Argenta

Persone citate: Albertini, Arrigo Bòhm, Castagno

Luoghi citati: Italia