Il monito di Eisenhower discusso negli Stati Uniti di Antonio Barolini

Il monito di Eisenhower discusso negli Stati Uniti Il monito di Eisenhower discusso negli Stati Uniti Alcuni commentatori ritengono che l'ipotesi di guerra atomica rientri nella campagna del governo per ottenere maggiori forze convenzionali (Dal nostro corrispondente) New York, 12 marzo. Com'era prevedibile, la conferenza-stampa del Presidente è oggi al centro delle discussioni del giorno. I corrispondenti da Washington dei principali fogli di New York, segnalano l'immediata reazione soprattutto dei due ambienti più interessati, e precisamente, del diplomatico occidentale e, come ovvio, dell'opposizione democratica, che ha la maggioranza al Congresso. A proposito dell'ambiente diplomatico occidentale di Washington, Marguerite Higgins, suìì'Herald Tribune, scrive: « L'affermazione del Presidente Eisenhower, secondo cui sarà impossibile, in caso di conflitto in Europa, l'uso delle normali forze terrestri, ha creato sorpresa e confusione nel campo degli Alleati. Gli ambienti diplomatici, qui, hanno chiaramente espresso • disappunto per la troppo esplicita dichiarazione presidenziale. Essa, fra l'altro, serve anche ad accreditare la baldanza russa, la quale fa già gran conto della cosidetta cattiva voglia di difendere i suoi vitali interessi, che l'Occidente dimostrerebbe ». « La confusione nasce anche dal fatto — riprende a scrivere la Higgins — che si ravvisa una contraddizione, tra le dichiarazioni del Presidente e quelle professate dalla Nato, secondo le quali l'Europa, malgrado l'eterogeneità delle sue forze, ha tuttavia i mezzi di difendersi da un attacco sovietico. E' vero che la Nato contempla anche l'uso tattico delle armi atomiche qualora i russi dovessero straripare con massicce forze terrestri nei territori dell'Alleane?» occidentale; ma, anche se si dovessero usare le armi tattiche atomiche, ciononostante la guerra dovrebbe e potrebbe restare circoscritta ». Obiettivamente, qui, pochi e illusi sono coloro, i quali pensano che una guerra in Europa, una volta scoppiata, possa essere contenuta nel settore di un limitato fronte terrestre; cosa che, invece, ieri, sarebbe stata affermata da un diplomatico occidentale a Washington, del quale però la signora Higgins non fa il nome. Ma, più che su questo punto, la discussione, tra i diplomatici del mondo occidentale a Washington, verterebbe sull'opportunità delle dichiarazioni di Eisenhower. Il Neiu York Times mette l'accento sulle parole di pace del Presidente, piuttosto che su quelle che riflettono la con¬ dotta di una eventuale guerra. I democratici per conto loro, sbandierano, invece e soprattutto, la recente testimonianza del generale Maxwell D. Taylor, capo di Stato Maggiore dell'esercito (« Army Chief of Staf»), secondo la quale bisognerebbe portare l'attuale contingente di uomini sotto-le armi ' a 925 mila, mentre il Presidente lo vuole limitare'a 870 mila. Il senatore Saltonstall, in nome della Commissione amministrativa della difesa, ha affermato che Inattuale contingente alle armi' è troppo piccolo per poter far fronte ai suoi doveri... è ovvio che faremo tutto quello che sta' in noi per appoggiare il governo; ma non per questo dobbiamo automaticamente approvare tutto quel che pensa il Presidente ». Johnson, leader dei democratici, gli ha fatto eco. In quanto a Rayburn, speaker della Camera dei rappresentanti: < Il congresso deciderà per proprio conto quel che riterrà giusto di dover fare », ha commentato, dopo la conferenza stampa del Presidente, in aperta polemica con quest'ultimo. < Se Earà necessario aumentare le tasse, per le necessità della Di fesa, ebbene, le aumenteremo », ha concluso, non meno polemicamente, il senatore Symington. Secondo alcuni commentatori l'ipotesi di guerra atomica rientrerebbe nella campagna del governo per ottenere maggiori forze convenzionali. In questa atmosfera di botte e risposte, in mezzo a una classica tormenta di neve che, come frequentemente nel marzo, quest'anno ha paralizzato la vita della metropoli e di parte della costa atlantica, è arrivata la notizia, secondo la quale il presidente Eisenhower, Macmillan e probabilmente anche Dulles, nei giorni 20, 21 e 22 del mese in corso si isoleranno nelle alt ; solitudini Ci Camp Damid, nel Maryland (un cottage montano, usato anche da Roosevelt e da Truman), per discutere in pace dei problemi che non assillano solo loro, ma tutto il mondo e anche noi, tra la folla del mondo. Antonio Barolini