Nuovo monito sovietico di una «pace separata» di Massimo Conti

Nuovo monito sovietico di una «pace separata» Nuovo monito sovietico di una «pace separata» (Dal nostro inviato speciale) Berlino, 9 marzo. Kruscev è disposto ad accettare' la collaborazione delle Nazioni Unite per una Berlino Ovest neutralizzata, nonché la permanenza di truppe occidentali nella città: lo ha dichiarato stasera lo stesso capo russo in un discorso tenuto nella < Seelenbinderhalle > di Berlino-Est affollata da centinaia di funzionari comunisti. Ecco le sue testuali parole: *La internazionalizzazione di Berlino-Ovest da noi proposta non comporterebbe alcun cambiamento, a parte la fine della occupazione : le paure degli occidentali al riguardo sono infondate. Comunque, noi non avremmo nulla da obiettare contro una partecipazione delle Nazioni Unite, se fosse necessario, saremmo perfino d'accordo a lasciare a BerlinoOvest un contingente minimo di truppe degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, della Francia e dell'Unione Sovietica, oppure di paesi neutrali, le quali possano garantire lo status della città libera, senza però il diritto d'immischiarsi nelle questioni inerenti la vita di Berlino; con simiH garanzie, nessuno oserebbe turbare l'esistenza indipendente della cit tà libera ». Anche se vanno giudicate con prudenza (non essendo chiaro, fra l'altro, U concetto della non-ingerenza delle truppe alleate negli affari cittadi ni) le parole di Kruscev rap presentano una prima, sostanziale concessione per Berlino alle potenze occidentali, che secondo le prime reazioni, merita il più attento studio. E' la prima volta che Kruscev si dichiara pronto a dare garanzie per l'internazionalizzazione della città, cioè contro il perì colo di un suo < assorbimento » nella Germania comunista. Dapprima, come si ricorderà, Kruscev accampò diritti sulla città intera, poi ne propose la neutralizzazione, ora accetta un controllo tenendo sicu ramente conto che gli alleati non sono disposti a farsi estro, mettere dalla città e sono risoluti a difendere 1 loro diritti. La crisi di Berlino appare ora, quindi, molto meno esplosiva che nelle settimane passate quando le due parti minaccia vano prove di forza. In cambio di questa sua arrendevolezza, però, Kruscev vuole altre e ben più ampie concessioni dagli occidentali, cioè il trattato di pace con le due Repubbliche tedesche, che sanzionerebbe definitivamente la divisione della Germania, imponendo a Bonn precise condizioni in campo politico, economico e militare: è significativo a questo riguardo che, dopo avere insistito a fango sulla necessità di un trattato di pace con le due Germanie con 1 ben noti argomenti, Kruscev abbia detto: c I circoli tedeschi occidentali non vogliono il trattato di pace perché aspirano a completare il riarmo atomico ». Ciò fa supporre che eventualmente Mosca chiederebbe parecchie rinunce a Bonn nel campo del riarmo. Per creare un certo equilibrio psicològico alle sue concessioni, Kruscev ha condito il discorso di violenti attacchi agli < imperialisti > e in particolare al cancelliere Adenauer, ricordando contemporaneamente come ammonimento le sue « richieste massime ». Riferendosi al desiderio occidentale di estendere l'internazionalizzazione anche a Berlino-Est, Kruscev ha detto: < Quelli che fanno simili proposte hanno sicuramente dimenticato che Berlino è la capitale della Repubblica democratica tedesca: più giusto sarebbe invece annettere Berlino occidentale alla Germania Est. Gl'imperialisti giocano con l'uso della forza militare, ma dimenticano che anche noi possediamo tali mezzi da indurre le teste calde ad andar plano aia con le parole che coi fatti: noi non siamo certo dei pavidi e risponderemmo a dovere ad ogni attacco contro i nostri amici; sarebbe rischioso sottovalutare il pericolo d'una guerra». Il trattato di pace — ha continuato Kruscev — servirà anche allo scopo di disimpe gnare 1 due blocchi e normalizzare cosi la situazione: noi -r- ha aggiunto — non abbiamo perduto la speranza che le nostre proposte vengano accolte dagli occidentali; se però verranno respinte, l'Urss stipulerà un trattato di pace con la Repubblica democratica tedesca, che Adenauer lo voglia o no». Oggi Kruscev ha avuto un colloquio di due ore con il leader socialdemocratico di Bonn, Erich Ollenhauer: nell'incontro, che ha suscitato malumore a Bonn nonostante che Ollenhauer lo avesse preannunciato a Von Brentano, si è parlato di Berlino e del trattato di pace; si può dire ancora che l'incontro, sollecitato dai russi, è avvenuto all'ambasciata sovietica nei l'Unter den Linden ». Però le due parti non hanno voluto fornire particolari: Ollenhauer ha detto semplicemente ai giornalisti che secondo lui « l'Unione Sovietica è pronta ad ogni sforzo per risolvere pacificamente tutti i problemi e impedire quindi un conflitto ». Dalle parole dedicate da Kruscev a questo colloquio durante il discorso di stasera, si può intuire che egli abbia sollecitato l'appoggio dei socialdemocratici per le sue iniziative: «Dai socialdemocratici tedeschi — ha detto — io mi aspetto comprensione per la situazione presente: se essi non la dimostreranno, la storia non li perdonerà mai ». Kruscev ha poi Invitato ad un colloquio anche il borgo mastro di Berlino occidentale, Villy Brandt, ma egli ha respinto la proposta, essendo contrari ad essa il governo di Bonn e gran parte dei membri del partito socialdemocratico berlinese. Massimo Conti