Mosca avrebbe offerto a Parigi un "patto di non aggressione,, di Sandro Volta

Mosca avrebbe offerto a Parigi un "patto di non aggressione,, II Cremlino tenta di dividere gli occidentali Mosca avrebbe offerto a Parigi un "patto di non aggressione,, Colloquio segreto di 55 minuti fra De Gaulle e l'ambasciatore russo, su richiesta di quest'ultimo - Un attento esame dei rapporti franco-sovietici (Dal nostro corrispondente) Parigi, 6 marzo. Kruscev ha proposto anche alla Francia un trattato di non aggressione uguale a quello che aveva offerto alla Gran Bretagna durante il viaggio di Macmillan a Mosca. La notizia non è ancora ufficiale, perche da qualche tempo l'attività diplomatica francese si svolge nel più assoluto segreto, però tutte le indiscrezioni concordano che sia questa la ragione della visita che l'ambasciatore sovietico a Parigi, Sergej Vinogradov, ha fatto stamane al generale De Gaulle. L'incontro è avvenuto dietro richiesta dell'ambasciatore, il quale è andato all'Eliseo accompagnato da uno dei consiglieri dell'ambasciata, che però è rimasto ad attenderlo in. anticamera. Il Presidente della Repubblica era solo, cosicché la conversazione, che è durata 55 minuti, si è svolta a quattr'occhi. La durata eccezionale della visita indica che non si è trattato della semplice consegna di un messaggio, ma di un collo quio approfondito su argomenti d'una certa importanza. De Gaulle aveva già ricevuto infatti più volte Vinogradov. pe rò tutti gli altri incontri erano stati molto più brevi. Lasciando l'Eliseo l'amba sciatore non ha voluto fare nessuna dichiarazione, ma in serata un funzionario della sua ambasciata ha detto che il colloquio si è svolto < sui grandi problemi internazionali e in particolare su quelli più scottanti, come pure sulle relazioni franco-sovietiche >. Quando poi gli è stata chiesta conferma dell'offerta del patto di non aggressione, ha risposto di non poter dare nessuna precisazio ne al riguardo, ciò che può essere inteso come una conferma indiretta. Qual è stata la reazione di De Gaulle all'iniziativa sovietica? Tutto quello che si può dire è che, avendo trattenuto così a lungo Vinogradov, sembra chiaro che l'abbia presa se riamente in considerazione. Ciò sarebbe d'altronde d'accordo con l'atteggiamento che il generale ha sempre avuto nei riguardi del Cremlino. Fu infatti lui che il 10 dicembre 1944, quando era Capo del Governo provvisorio francese, firmò con Stalin il trattato di amicizia e di mutua assistenza fra la Francia e l'Urss. L'opportunità di quel trattato De Gaulle l'ha poi sempre difesa, anche quando ai era ritirato dalla politica attiva. Il trattato rimase in vigore dieci anni e fu denunciato dall'Unione Sovietica il 7 maggio 1955, in seguito alla firma degli accordi dì Parigi che sanzionavano definitivamente la riuniflcazione e l'in- Germaniadipendenza occidentale Una certa tendenza alla distensione con l'Unione Sovietica non è d'altronde una posizione personale di De Gaulle, ma anche di molti dei suoi collaboratori più immediati, i quali ritengono che una maggiore elasticità nelle relazioni diplomatiche accresca l'indipendenza della Francia di fronte tanto a Londra quanto a Washington. Non ci sarebbe dunque da stupirsi se l'offerta di Kruscev avesse una accoglienza positiva, senonché non si riesce a capire come ciò potrebbe conciliarsi con le decisioni prese da De Gaulle e da Adenauer nel loro incontro di mercoledì a Marlyle-roy. Vero è che sui risultati di quell'incontro non si sa ancora nulla di preciso e non si può dire perciò fino a che punto sia prrivata quella «identità di vedute » di cui hanno parlato alcuni commentatori. Sembra comunque poco proba bile che De Gaulle abbia rinunciato ad ogni libertà di azione, aderendo senza riserve all'intransigenza del Cancel liere. Un intenso gioco diplomatico si sta svolgendo in ogni modo in questo momento intorno al generale. Dopo la visita di Adenauer e l'offerta di Kruscev, il Quai d'Orsay annuncia infatti stasera che Ha rold Macmillan arriverà lune dì a Parigi e che martedì mattina verrà ricevuto da Charles De Gaulle, il quale lo tratterrà poi a colazione all'Eliseo. Sandro Volta