I due scalatori hanno vinto la Grivola superando fra la tormenta pareti ghiacciate

I due scalatori hanno vinto la Grivola superando fra la tormenta pareti ghiacciate La guida Franco Garda sulla vetta della Grivola M11 [ 11111 ! I i 111 ! 11 ! 1 ! 1111J1 ! 11 II 1111111111L111 ! 11J11111 ! ! 11 k 1111111MIE111111 ! 111M11 ! I ! ! i 111T11L1111 i 11E11111111111L S sa impresa,, che ncendovano rapidamente. Pochi minuti dopo erano nel gruppo degli amici dell'Unione Sportiva Cogne cui essi appartengono e che li aveva attesi per tante ore, cercando di vincere l'ansia che cominciava ad infiltrarsi nel cuore di tutti. Garda e Giomctto erano raggianti, anche se le barbe lunghe e le guance scavate mo- stravano la durata e l'asprezza della battaglia. Per prima cosa hanno tenuto ad affermare: < Abbiamo fatto due "prime" invernali, e non una sola, come avevamo stabilito: la salita della parete nord-ovest e la discesa della cresta est. E forse la seconda è stata più dura della prima ». Proprio questa è to maggior sorpresa: i pericoli maggiori sono stati incontrati dalle due guide durante il ritorno, su un percorso che, in normali condizioni, è alla portata di qualsiasi alpinista di medio calibro. Per comprendere come ciò possa essere avvenuto, occorre seguire la narrazione che i due vittoriosi si sono affrettati a fare, non appena esaurite le effusioni degli amici e le riprese televisive degli operatori che si erano recati ad aspettarli a mezza strada. ■La nostra grande avventura — dice Garda — si è iniziata esattamente alle IfiO di lunedì, ora in cui abbiamo attaccato la parete triangolare alta quasi 1500 metri, tutta neve e ghiaccio, tranne le due fasce di roccia che l'attraversano nella parte supcriore. Per il primo tratto si siile abbastanza bene, perché i ramponi fanno presa, ma poi compare il "vetrato " duro come la rietra e comincia un lavoro di piccozza che ci impegnerà per tutta la giornata. A mano a mano che passano le ore. la montagna pare raddrizzarsi. Ad un certo punto — e non è una nostra illusione — diventa addirittura convessa, sporgendo con una enorme gobba di ghiaccio verde-nero. Per avanzare ci alterniamo al comando, tanto è spossante la fatica di scannare. Ogni cinquanta centimetri un gradino. Quasi senza accorgerci del tempo che è passato, ci troviamo alle 19J0 a circa 250 metri dalla cima e dobbiamo fermarci perché ormai è notte fonda. « Scaviamo una nicchia, e, assicuratici con tre chiodi, ci infiliamo nei sacchi. La notte porta una pessima sorpresa: vento furioso e freddo. Il termometro segna meno 12. < Alle sette di martedì il vento continua ed è cominciato a nevicare. Ma ormai dobbiamo proseguire fino alla vetta. Ancora settecento gradini, e siamo sull'anticima, poi, attraverso un passaggio roccioso, sulla vetta vera e propria. Sono le 13: in una schiarita, guardiamo a valle: i 250 gradini sono già stati tutti cancellati dalla tormenta, la parete sprofonda in una voragine fumosa di nebbia... ». Ed ecco il racconto della dramme i discesa lungo la cresta >. i /anche questa è una * prima») fattoci da Sergio Giometto. < Partendo, avevo pensato che in vetta alla Grivola avrei avuto almeno il tempo di tirare il fiato. E' stato tutto l'opposto. Se c'è stato un momento in cui mi sono sentito mancare il respiro, 6 stato proprio sulla punta, dove il vento soffiava con violenza spaventosa. Forse non ci siamo trattenuti lassù neppure un minuto, poi ci siamo buttati per l'affilata cresta est, quella che scende dalla parte di Cogne. Dapprincipio tutto bene: alle prime ombre della sera siamo al bivacco " Balzolo " e ci buttiamo finalmente sulle cuccette. c II mattino dopo (siamo a mercoledì) il primo di noi che esce dal bivacco viene scaraventato per terra: la bufera imperversa. In una pausa riusciamo a partire ed in breve siamo trasformati in statue di ghiaccio ambulanti. Poi sento un colpo fortissimo sotto i piedi: tutta la cornice di neve si è staccata e precipita. Per fortuna Garda è ancorato saldamente e la corda mi trattiene. < Altre quattro volte rischiamo di essere investiti da flavine: l'ultima proprio mentre siamo in una posizione pre- caria, poiché stiamo scenden- do un canalino di roccia lcorda doppia. Abbiamo oppa- na il tempo di appiattirci contro la montagna e la massa di neve piomba su di noi. < E' come essere immersi in un fiume solido, che preme su tutto il corpo e mozza il fiato. La colata dura un tempo eterno, poi la pressione rallenta, finisce Liberandoci gli occhi dalla neve, ci guardiamo: siamo ancora vivi, non sappiamo bene per quale miracolo. 3e la slavina ci avesse colti di sorpresa, mentre eravamo in movimento, questa volta era davvero finita sul serio. Invece siamo qui, intenti ancora a scendere adagio, con tutti i nervi tesi a percepire, fra- il rombo dell'uragano, il soffio di un'altra caduta dì neve... Ma non corriamo più pericoli; a sera siamo alle baite del Nomenon, che ci appaiono dimore principesche. Qui i due amici Bressan e Tillod ci hanno atteso ed hamno pronto tè caldo: un nettare divino per le nostre gole riarse. Questa mattina siamo scesi comodamente, da. signori, dopo una dormita paradisiaca, ed ora eccoci qua!*. Qualche paragone con la « prima » estiva della stessa parete, compiuta da Luigi Correi, Deffeyes, Remo Chambod, Binel nell'agosto del '36 conferma quanto è stata ardua la impresa di Garda e Giometto. IIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItl La cordata di allora impiegò ore .7,20 con circa 600 gradini; la cordata di oggi ha impiegato diciassette ore ed ha dovuto scalinare ben 1500 gradini. Carlo Moriondo (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 5 marzo. L'avventura della Grivola si è conclusa questa mattina verso le undici. A quell'ora due maglioni scarlatti sono stati intravisti fra i larici della foresta che precipita sul villaggio di Vieyes. poco prima di Cogne: erano le guide Franco Garda e Sergio Giomctto, reduci dalla loro doppia vittorio¬ tJanctusu con fin successo Vimpresa che ha destata tante ansie I due scalatori hanno vinto la Grivola superando fra la tormenta pareti ghiacciate L'ascensione dalla parte nord-est e in discesa per la cresta est costituiscono due temerarie "primeninvernali - 250 gradini con la piccozza, - Tremendi pericoli per le slavine

Persone citate: Binel, Bressan, Carlo Moriondo, Deffeyes, Franco Garda, Giometto, Luigi Correi, Sergio Giomctto, Sergio Giometto

Luoghi citati: Aosta, Cogne