Eisenhower invita Macmillan a Washington di Antonio Barolini

Eisenhower invita Macmillan a Washington Eisenhower invita Macmillan a Washington Il viaggio fra due settimane - Giudizi americani sulla missione inglese in Russia: "Una porta socchiusa alla speranza,, (Dal nostro corrispondente) New York, 3 marzo. Gli ambienti di Washington, stamane, appaiono soprattutto reticenti e dubbiosi, davanti all'ultima nota russa. Non si nega che essa « ha aperto una porta alla speranza», ma si osserva, contemporaneamente, che rivela sempre una fondamentale intransigenza che le condizioni imposte per la prossima conferenza dei ministri degli Esteri sono ancora, per molti aspetti, inaccettabili, che la Russia, infine, mantiene il tono di chi detta legge, anziché di chi vuole veramente trattare. Questo fatto, di voler star salda nella sua posizione di forza e di iniziativa diplomatica, è quello che continua a fortemente disturbare la psico logia americana. Secondo i corrispondenti da Washington dei grandi quoti diani della mattina e dagli editoriali degli stessi, due sono le principali obiezioni che bisogna fare all'ultima proposta russa. Jorden, del New York Times, le riassume nel modo migliore: 1) la Russia, nella proposta conferenza dei ministri degli Esteri, rifiuta «a priori» l'idea di una discussione ampia, chiara e risolutiva, ma impone invece una discussione limitata al «suo» progetto per una ami litarizzazione di Berlino. Non solo, il problema della unificazione della Germania non do vrà essere toccato; 2) l'Unione Sovietica vuole che siano presenti alla conferenza anche la Polonia e la Cecoslovacchia comuniste, men tre — secondo gli alleati — gli nici ad aver facoltà di fare decisioni sul futuro della Germania possono essere soltanto i «grandi», e cioè: la Russia. l'America, la Francia e l'Inghilterra. Ancora il New York Times (ma nell'editoriale) trova che dev'essere chiarito il fatto che, per gli occidentali, sarebbe inconcepibile la presenza, alla conferenza, della Germania dell'Est e del suo governo fantoccio. Tutta la nota russa appare agli americani e agli ambienti diplomatici occidentali, qui, ancor troppo vaga in molte sue parti per poter rappresentare un elemento di sollievo della tensione internazionale. Molte delle oscurità, comunque, potranno essere chiarite nei prossimi giorni e, soprattutto, da quanto Macmillan confiderà al Presidente e a Dulles, durante la sua prossima visita a Washington. Eisenhower ha invitato stasera Macmillan a Washington. Il viaggio avverrebbe fra due settimane. Si pensa e si spera che il Primo ministro inglese possa dare « fresche impressioni», dopo 1 contatti di Mosca, a proposito di quel che realmente pensano e vogliono i russi. Questo è anche lo stato d'animo, se pur espresso con tono meno conciliativo, dell'editoriaile dell'Aerobi Tribune, Esso è integrato da una nota di Walter Lippmann, riflettente un problema di politica interna, che però può avere vaste ripercussioni internazionali. McElroy, segretario alla difesa, per ragioni personali vuole tornare ai propri affari e <t proprio adesso — lamenta Lippmann — che comincia a dimostrare di avere imparato il difficile mestiere di uomo di governo, preposto a uno dei settori più delicati della cosa pubblica ». Non c'è dubbio che queste prospettate dimissioni di McElroy, per quanto previste fin dal momento della sua assunzione dell'incarico,'costituiranno un nuovo elemento di debolezza per l'amministrazione Eisenhower, che è già abbastanza in difficoltà per la malattia! di Dulles e per la semivacanza del segretariato del Dipartimento di Stato. Antonio Barolini

Persone citate: Dulles, Eisenhower, Lippmann, Macmillan, Walter Lippmann