La cinese suicida è stata identificata dall'affittacamere romana che l'ospitava

La cinese suicida è stata identificata dall'affittacamere romana che l'ospitava Per mezzo deità fotografìa, pubbtieata da «La Stampa„ La cinese suicida è stata identificata dall'affittacamere romana che l'ospitava Il nostro corrispondente a New York ha parlato con la signora presso la quale alloggiò prima di venire in Italia Suo marito morì a Roma in un incidente stradale - Forse non si saprà mai perché si è uccisa sul direttissimo per Torino Come ieri avevamo previsto, il riconoscimento della giovane cinese suicida è avvenuto a Roma attraverso la fotografia pubblicata ieri mattina da La Stampa. I componenti la famiglia Ginocchietti, che abita a Roma, In via Flave 61 e che ospitava la sventurata, hanno riconosciuto nella foto la loro pensionante, signora Elizabeth C. Wong King, nata a S. Francisco (California) il 2 marzo 1928, di origine clno-fillppina. Alle stesse conclusioni giungeva, sempre nella giornata di ieri, il nostro corrispondente da New York Antonio Barolini. Egli si è recato al numero 175 dell'ottantunesima strada, l'Indirizzo che era stato rilevato dall'unico foglietto Intatto rintracciato lungo la linea ferroviaria Roma-Torino, a circa 45 chilometri dalla capitale. Barolini ha potuto parlare con la signora Barkan la quale, fino al dicembre scorso, aveva concesso una camera in affitto alla Bignora King. Di questa piccola, bruna orientale si conoscono il nomo e la provenienza, ma molte cose di lei sono ancora oscure e forse talune lo rimarranno sempre. « Elizabeth — ha raccontato l'americana signora Barkan — era molto riservata, parlava poco della propria vita. Era infermiera diplomata e si occupava soltanto del proprio lavoro ». Ai vicini aveva detto di essere sposata, ma nessuno aveva mai visto suo marito. L'estate scorsa era partita dicendo che si recava in Italia per passare le vacanze con itiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lui; ma al ritorno era apparsa molto turbata. Tornò in Italia alla fine dello scorso dicembre. Giunse a Roma, proveniente da Napoli, il giorno 31 e scese all'albergo «: Homs » che poi lasciò l'il di gennaio per trasferirsi presso la famiglia Ginocchietti, in via Piave 61. Prese dimora in una stanza che era occupata da un'impiegata. La padrona della pensione e gli altri pensionanti la descrivono come una giovane seria, sempre molto triste, iiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiitiuiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiB a o n i a riservata. Parlava inglese, ma studiava Italiano e qualche volta provava a parlarlo. Aveva qualche gioiello, una pelliccia di castoro, un "tre quarti" di lontra, una stola di visone; era molto economa; la sera rientrava presto, qualche volta andava a teatro. Diceva di aver visitato parecchie città europee, dell'Italia conosceva Napoli e Capri. Non parlò mal di Torino. Una volta disse che era vedova e che la storia di suo marito era una storia molto triste; era morto in un incidente d'auto. Non disse però dove, né quando. La polizia avrebbe accertato che a Roma viveva un americano, Charles King, e che sarebbe morto qualhe mese fa. Mercoledì 25 febbraio la signora King disse di avere prenotato un biglietto sul Olitilo Cesare che sarebbe partito 11 28 da Napoli per New York. L'ufficio stranieri di Roma ha accertato che questa prenotazione è stata effettivamente fatta. Venerdì mattina 27 febbraio un facchino si recò a ritirare un baule e due valigie che la King voleva spedire a Napoli. La sua vicina di camera le fece osservare che mancavano le targhette di spe dizione, ma lei rispose che non ce n'era bisogno. Quella stessa sera lasciò la pen sione per partire per Napoli dove l'indomani doveva Imbarcarsi. In vece nella borsetta aveva già il biglietto per Torino, acquistato nella mattinata presso l'agenzia S. Silvestro; e aveva anche due tubetti di sonnifero. Alle 22,05 salì sul treno, sorridente, apparentemente lieta. Disse al conduttore Bregazzi <ji svegliarla dieci minuti prima dell'arrivo a Torino. Mezz'ora dopo incominciava a gettare dal finestrino tutte le cose che avrebbero potuto servire per la sua Identificazione. Perché non voleva che si conoscesse la tragica fine fatta da Elizabeth Wong ved. King e preferiva essere se „ polta senza nome? Perché declseiiiiiiiimiiiiiimiiiimimiiiiiiiiiiii iiiiiiiiin di togliersi la vita? E infine per che scelse proprio il treno di To rino per porro in atto il buo di sperato proposito? Sono interro gativl che probabilmente rimar ranno senza risposta. AL NUMERO 176 V/ST 81 STREET HBH YORK CUV AL PIANO NUMMO CINQUE RISIEDE LA VECCHIA «JOURA CHE OSPITAVA FINO A QUALCHE SETTIMANA FA LA SIGNORA ELIZABETH KING NATA W0RGND 0 WR0NGD (GRAFIAINCERTA) STOfLA SIGNORA KING PARE CHE QUI ABBIA DUE ZIE DI CUI PER NON POTUTO AVERE INDIRIZZO. HA LA MADRE VIVENTE NEL TEXAS. IL MARITO IN ITALIA A ROMA DI PROFESSIONE CHIMICO. LA SIGNORA EST INFERMIERA REGISTRATA SUI TRENTANNI CIRCA 01 ASPETTp PACENTE RISULTA DI ORIGINE C1H0-F1LIPPINA. cablogramma del nostro corrispondente da New York