Assolte le due maestre, madre e figlia accusate d'aver corrotto i loro scolari
Assolte le due maestre, madre e figlia accusate d'aver corrotto i loro scolari Processa di appetta a Milano per i fatti di Tortorolo iti Lomellina Assolte le due maestre, madre e figlia accusate d'aver corrotto i loro scolari La Corte ha ritenuto le prove non sufficienti - Il Tribunale di Vigevano aveva condannato le due donne rispettivamente a tre anni ed un anno e mezzo - I ragazzi confessarono che avevano " inventato tutto., (Nostro servizio particolare) \Milano. 2 marzo. | La Corte d'Appello di Mila- no (sezione penale) ha riveduto oggi il processo contro la maestra elementare signora Pasqualina Chiesa Mai (61 anni) e sua figlia Maria Adelaide Mai (25 anni) già condannate dai tribunale di Vigevano, rispettivamente, a tre anni e sette mesi di reclusione, ad un anno se: mesi, SS giorni, nell'ottobre del 'ranno. Le due donne sr.no state assolte, sia pure per insufficienza di prove. Il processo si è svolto a porte chiuse, data la delicatezza dei fatti intorno ai qua li fair luce. Madre e figlia do ve-vano rispondere di reati gra fiissimi: la madre, atti confinuati di libidine, corruzióne continuata di minorenni, violenza privata-, atti osceni in luogo aperto al pubblico, calunnia; la figlia, di concorso in corruzione di minorenni e calunnia, Il fatto fece a suo tempo noti poco scalpore, iter la stravaganza di tutto l'insieme. La signora Pasqualina Chiesa, nel gennaio del 1951 fu chiamata alla supplenza dì Tortorolo (Mede Lomellina) una frazione di circa duecento abitanti, con otto scolari in tutto nelle varie classi elementari. La supplenza durò tre mesi. In tutto questo periodo, nessuno degli otto scolari, tornando a casa, lamentò qualche fatto irregolare, o soltanto strano, con i propri genitori. Diremo di più: nessuno raccontò qualche episodio che i genitori potessero giudicare con una specie dì inquietudine. Di tanto in tanto, la signora Chiesa era coadiuvata dalla figlia Maria Adelaide, perché sofferente di flebite a una gamba. Finita la supplenza e ritornata la titolare, un giorno una scolara fu sorpresa mentre nascondeva qualche cosa. La maestra volle vedere di che- si trattava, ed era un biglìettino d'amore. Ne vennero fuori anche degli altri. La scolara sorpresa disse: < Ce li faceva scrivere- l'altra maestra>. Tutti i < colleghiy asserirono che era proprio così. Ne deriva un'inchiesta, e le versioni dei piccoli non cambiano. Anzi si aggravano con un contorno di episodi scandalosi. Le due donne protestano vigorosamente la loro innocenza, si dichiarano vittime di calunnie e finiscono invece per essere classificate come calunniatrici. Il processo per direttissima ha luogo a Vigevano il 21 giugno 1057. Ma, di fronte alle enormità delle accuse pubblico ministero e difesa sono concordi nel chiedere una perìzia psichiatrica; il pubblico ministero per cercare delle attenuanti, la difesa perché sicura che le due imputate non, erano pazze e quindi, venendo a mancare l'unica ragione per la quale avrebbero potuto comportarsi nella maniera lamentata, non potevano essere che innocenti. La perizia ebbe l'esito previsto dalla difesa. Madre e figlia, dopo minuziosi esami di mesi, furono giudicate normalissime. Il 18 settembre dello scorso anno si arriva al secondo processo. Testimoni gli otto bambini. Colpo di scena. Essi dichiarano di < avere inventato tutto>. La più decisa in tal senso è la bambina Rosanna Bertaia che si proclama la principale autrice delle « bugie >. Sorpresa generale. Il processo è rinviato al 1-i ottobre, per scrupolo di coscienza; forse, i bambini sono stati influenzati non si sa da chi, e nel frattempo ritorneranno alla versione iniziale se questa è la verità dato che Ut verità é l'unica ad incidersi stabilmente nei cervelli innocenti. Al 1-ì dicembre, la deposizione dei bambini è invariata Essi hanno mentito Ma perché/ — domanda con accoramento il presidente, alla Bt rtaia. La piccola si stringe nelle spalle e risponde: < Perché ci avevano detto che i bambini, anche se dicono bugie, non vanno in prigione», Una specie di giuoco crude- le quindi, inteso soprattutto a scagionarsi di que, bigliettint d'amore, dei quali sentivano confusamente non il reato ma il ridicolo. Il pubblico ministero sostenne con vigore- che doveva credersi alla prima versione e non alla seconda dei piccoli testimoni, domandando per la madre una condanna -a nove anni e sci mesi, per la figlia a due anni e sei mesi. Invailo la difesa degli avvocati Fuardo e Celoria ricordò teorici dottissimi, secondo i quali i bambini si divertono a costruire bugie come castelli di carta e quindi le loro testimonianze vanno accolte « con giudizio >, mai, in ogni caso, cóme elemento d'accusa. Segui la condanna di cui abbiamo detto. Oggi, il pubblico ministero ha chiesto la conferma della sentenza di Vigevano. La Corte ha pronunciato sentenza di assoluzione. a. a. Angela Mai e la madre, Pasqualina Chiesa, all'uscita dal Palazzo di giustizia, dopo la sentenza (TeMoto) imiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiii Illlllllllllimillllllllllllllllllllllllll mimimi.mimi
Persone citate: Celoria, Pasqualina Chiesa, Rosanna Bertaia
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