Fieno e medicine in abbondanza per le mucche affamate dal padrone
Fieno e medicine in abbondanza per le mucche affamate dal padrone Fieno e medicine in abbondanza per le mucche affamate dal padrone Sono state portate ad Ormea e affidate alla guardia campestre \ Ormea, 25 febbraio. (m.) Le due mucche, il vitello e il torello, condannati a morire di fame dal loro proprietario, il contadino Armando Botte, sono stati portati a Ormea nella stalla della guardia campestre Ernesto VinaJ. Ora avranno fieno e medicine in abbondanza e la continua assistenza del veterinario dottor Borello: quasi certamente le due mucche e il vitello si salveranno; non così il toro che è proprio agli estremi e non ha nemmeno la forza di allungare la lingua per afferrare il fieno. I quattro animali sono stati trasferiti dalla loro stalla in località Cascine, ad Ormea, ieri pomeriggio: il toro e il vitello portati su un carro, le due mucche con le loro zampe. C'è voluto l'intervento dell'autorità giudiziaria perché l'assurda vicenda venisse risolta almeno provvisoriamente: perché — questo è certo — se non si troveranno altre soluzioni essa si ripeterà il prossimo inverno. II Procuratore della Repubblica di Mondovì ha proclamato l'interdizione temporanea (che finirà cioè appena crescerà l'erba nuova nei prati) del Botte ed ha nominato un curatore per i beni del contadino di Cascine, cioè le quattro bestie. Questa disposizione ha reso possibile il trasferimento degli animali. Armando Botte non ha opposto resistenza; d'altra parte egli nemmeno si era opposto quando suo nipote, Aldo Mazzo, chiamato in causa dal clamore che stava suscitando la vicenda, si era offerto di portare ogni giorno alle mucche il fieno necessario per mantenerle in vita. Egli è rimasto passivo a tutto quanto avveniva attorno a lui, come se non lo riguardasse. Due mucche gli sono morte nei giorni scorsi, ma nella sua vita — ha ora 58 anni — già più d'una volta è stato denunciato per maltrattamenti agli animali perché non è mai in giydo di assicurare alle sue bestie ili fieno per tutto l'inverno. Lui dice che è povero, che i terreni lasciatigli dalla madre non rendono e che tutti gli vogliono male. Certo è vittima di una forma di autolesionismo; è convinto di morire presto e vuole che tutto ciò che è suo finisca con lui, purché nulla passi in eredità alla sorella che odia. Sul fatto che il contadino Armando Botte sia in grado o meno, di assicurare la vita alle sue mucche si sentono ad Ormea pareri discordi, e c'è pure chi dice che il caso suo è quello dì tanti altri contadini della zona con un reddito annuo addirittura irrisorio. E' però certo che la vicenda delle mucche di Botte si ripeterà il prossimo anno a meno che si proibisca d'ora in poi al contadino di tenere animali da lavoro nella sua stalla 111 [ 11111111 ! I i 1 ■ ; 1111P1 ; 1111111 i 111111 ] 11111 i 111111T111111E Le mucche nella stalla della guardia campestre di Ormea, dopo il trasferiménto 11111 i 1111 HI il 111 [ 1111111111 1 li 11111111111111111M ■ I il II 111111 lt 1111 i 111 ! I i 1 i 11 11111111111M11M11111111 c Ormea 25 febbraio
Persone citate: Aldo Mazzo, Armando Botte, Borello, Botte, Ernesto Vinaj, Fieno
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