Processata la sentinella che uccise un uomo sulle colline di Genova

Processata la sentinella che uccise un uomo sulle colline di Genova Lia tragica sparatoria a Forte Begato Processata la sentinella che uccise un uomo sulle colline di Genova A giudizio anche due altri militari - La vittima era in auto con la cognata (Dal nostro corrispondente) Genova, 25 febbraio. Un gravissimo episodio avvenuto nel 1955, è stato rievocato stamane dinanzi ai giudici della prima sezione del nostro tribunale. Come si ricorderà, la sera del 2 settembre di quell'anno, il trentacinquenne Ettore Antonelli fu ucciso a fucilate da una sentinella di Forte Begato; una giovane cognata che era con lui, Bruna Bianchi, di 33 anni, rir. ^se ferita dai proiettili. Il militare che fece fuoco sui due cognati, è il trentenne Ercole Gallozzì, abitante a Bavari. L'Antonelli e la Bianchi, quella sera, decisero di recarsi a fare una giterella in auto sulle colline della città. Dopo aver girato un po' per le strade collinari, i due decisero di rincasare. L'Antonelli imboccò la strada ohe dalle alture del Righi porta a Sampierdarena: giunto però ad un bivio, forse ingannato dall'oscurità, invece di prendere la via giusta si avviò per quella che conduce al Forte Begato, che da qualche tempo era stato rioccupato dal lcnsCdslFmgavl'autorità militare ed adibito a.deposito di munizioni. L'Antonelli si accorse dell'errore quando si trovò di fronte al cancello del forte. Manovrò, allora, per tornare indietro: ma fu a questo punto che dal recinto militare incominciarono a sparare sulla vettura. Il giovane guidatore cercò di sottrarsi velocemente alla sparatoria: quando l'auto era già lontana una cinquantina di metri, il poveretto venne raggiunto da un proiettile in pieno petto. Il giovanotto ebbe ancora la forza di bloccare l'auto e, aperta la portiera, di scendere a terra. Fatti pochi passi, stramazzò al suolo. La ragazza, colpita a sua volta da un proiettile che le fratturò una gamba, rimase immobilizzata. Erano le 22 e 30. Bruna Bianchi cercò in tutti i modi di richiamare l'attenzione di qualcuno: accese e spense i fari dell'auto, invocò aiuto, suonò il « clacson », ma tutto fu vano. Molto tempo dopo due militari usciti dal forte si avvicinarono alla macchina e chiesero che cosa mai fosse sucets so e chi avesse sparato. Sta di fatto che solo alle 23,30, un'ora dopo la tragica sparatoria, venne avvertita la pubblica assistenza e i due feriti furono trasportati all'ospedale. Appena un'ora dopo il ricovero, l'Antonelli morì. La perizia successivamente eseguita dal prof. Macaggi accertò che egli era deceduto per dissanguamento causato da omissione di soccorso. Al termine dell'istruttoria sul gravissimo episodio, furono rinviati a giudizio: la sentinella Ercole Gallozzi, il sergente d'ispezione Franco Rocco, di trent'anni, da Luzzi (Co senza) e il capo-posto caporale Giuseppe Ferrara, sotto l'imputazione di concorso in omicidio colposo; il primo per aver sparato e ferito l'Antonelli e la cognata, gli altri due per l'omissione di soccorso che determinò la morte dello stesso Antonelli. Stamane il Gallozzi ha dichiarato che quella aera (era il suo primo turno di guardia) vide giungere sullo spiazzo antistante al Forte, la sagoma scura di un'automobile: ritenne che dovesse trattarsi di qualche malintenzionato e, dopo aver intimato l'« altolà >, fece fuoco. Il caporale Ferrara ha affermato che la sentinella Gallozzi avrebbe dovuto suonare la sirena ancor prima di far uso delle armi e addirittura prendere tale grave decisione soltanto se si fosse trattato di aggressione. Il sergente Rocco ha cercato di giustificare la lentezza del soccorsi dicendo che quella sera, al forte, mancava la luce e che quando vollero telefonare per avere un'autoambulanza, saccorsero che in tutto il forte non esisteva un elenco telefonico: di qui il ritardo fatale per il ferito. Nel pomeriggio il tribunale ha compiuto un sopraluogo al Forte Begato per cercare di stabilire in quale punto esatto sì trovasse la macchina dell'Antonelli al momento della sparatoria; le udienze proseguiranno domattina con la escussione di altri testimoni. c. m.

Luoghi citati: Ferrara, Genova, Luzzi