Piccole vetture americane in concorrenza con le auto europee di Antonio Barolini
Piccole vetture americane in concorrenza con le auto europee Annunciata una Fora che costerà 2000 aohari Piccole vetture americane in concorrenza con le auto europee La produzione destinata al mercato interno degli S. U. - Si afferma la tendenza a macchine agili - Crescente interesse per le auto esportate dall'Europa (Dal nostro corrispondente) New York, febbraio. Esistono, in America, riviste di economia casalinga (si potrebbe dire economia domestica, ma la forma casalinga è la più adatta) che illustrano, mese per mese, al lettore, non problemi di alta economìa, ma problemi di tutti i giorni, che interessano le famiglie di tutti i giorni. Queste riviste, che non ospitano pubblicità e che segnalano i prodotti che credono, in base agli accertati loro meriti (e sono oneste; i lettori lo sanno e, per questo, ne pagano l'abbonamento — non sono reperìbili nel chioschi di giornali) sono —. come ovvio — utilissime. ' Quest' anno, esse, hanno spesso sostenuto una impopolare campagna contro le grandì e vistose automobili americane: sono ingombranti, sono antieconomiche (non hanno detto che, a volte, sono perfino antiestetiche e mostruose), costano troppo. E giù diagrammi precisi, dimostrazioni di costi, dì tempi di ammortamento, di perdite, ecc.... La cosa ha suscitato parecchie ribellioni fra i rivenditori di automobili e fra il pubblico. I rivenditori hanno, al solito, accusato le riviste casalinghe di voler denigrare, con le loro inchieste, il prodotto patrio. I corrispondenti del pubblico, invece, sono stati molto più semplici e leali: < Ci piacciono — hanno scritto — le belle macchine grandi, che corrono per le strade larghe, che occupano molto spazio e poggiano solidamente per terra, che sono lucide, vistose, cromate, dal bei colori. Che danno lì senso della potenza e della ricchezza. Che sono veloci. Che hanno ampi sedili e ampi bagagliai. Che, quando viaggiamo, ci danno l'Impressione di essere in una bella casa. ». Sono argomenti legittimi, contro 1 quali non c'è niente da opporre, perché, in sostanza, sono solo istinto, come la moda. Contro di essi, poco possono valere le proteste e le raccomandazioni dei sindaci delle grandi città che si la¬ mentano e dicono: < Dobbiamo aumentare il costo dei pubblici parcheggi, far nuovi lavori di sventramento, se non v: decìdete a fare macchine più piccole, più agili per 11 traffico cittadino! ». Macché, son parole al vento. La Ford, fino a qualche mese fa, ha riecheggiato questo sentimento della psicologìa popolare. Ma qualcosa deve essere cambiato se il giorno 19 di questo mese, sul New York Times, Joseph C. Ingraham, in un articolo informativo e diffuso, ha potuto annunciare che proprio la Motor Ford Company, in autunno, lancerà sul mercato una macchina piccola, di costo inferiore al dollari duemila (un milione e 250 mila lire). Non solo, egli ha avvertito, contemporaneamente, che si attende Imminente un analogo annuncio da parte della General Motors e della Chrysler. CI siamo subito preoccupati di raccogliere le reazioni, dei venditori di piccole macchine europee in New York, davanti a questo annuncio di nuova concorrenza. Contro ogni nostra aspettativa, 11 abbiamo trovati piuttosto ottimisti, alcuni quasi contenti. La notizia, anzitutto, non li ha sorpresi l'aspettavano. In secondo luogo, specie 1 venditori di macchine italiane, ci hanno fatto notare che le macchine piccole che saranno emesse dal mercato americano in autunno, saranno sempre macchine che noi già consideriamo più che medie, se non grosse Inoltre, se la concorrenza, per certi aspetti, potrà anche inasprirsi, per altri aspetti e in compenso, le nuove piccole macchine americane serviranno a orientare massicciamente la mentalità di questo pubblico verso un tipo di macchina contro cui nutriva e nutre ancora, come si è detto al principio di questa nota, molta resistenza psicologica. Questo più diffuso cambiare del gusto non potrà, alla fine, non diventare un vantaggio anche per la maggior dif¬ fusione della piccolissima macchina europea. Nel 1958 l'America ha costruito 4 milioni 244.053 autovetture. Nei primi undici mesi dello stesso anno (la statistica completa del 1958 non è ancora nota) gli Stati Uniti hanno importato 336.189 autovetture. E' in netto aumento la cifra di coloro che usano la macchina piccola. L'argomentazione e il relativo ottimismo che esprime, non sembrano infondati; e comunque restano una positiva forma di aggressivo e quindi promettente spirito di mercato. Antonio Barolini " immilli inumili min intu
Persone citate: Joseph C. Ingraham
Luoghi citati: America, Europa, New York, Stati Uniti
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