Lunga polemica in Consiglio comunale per l'inchiesta sulle licenze dei taxi

Lunga polemica in Consiglio comunale per l'inchiesta sulle licenze dei taxi La riunione si è protratta sino alle quattro del mattino Lunga polemica in Consiglio comunale per l'inchiesta sulle licenze dei taxi I consiglieri comunisti e socialisti attaccano l'operato della commissione e chiedono le dimissioni dell'assessore Bruno - Dopo vivaci scontri il dibattito viene sospeso per cercare un accordo sui quattro ordini del giorno La votazione all'alba interrotta da una violenta gazzarra tra i consiglieri cpgtcnetnrttspstnbzg4nmplhddcp■Il Consiglio comunale si è riunito Ieri sera per discutere la relazione sulla vertenza sorta in merito alle licenze dei taxi. Ha preso la parola l'on.- Colla (pei), affermando come si tratti Innanzitutto di una questione di costume: <Sarà compito della magistratura indagare se vi fu colpa — egli ha detto — a noi spetta identificare le irregolarità dal lato amministrativo ». Il parlamentare comunista ha rifatto la storia degli esami delle 400 domande compiuti dalla commissione presieduta dall'assessore Bruno e dalla sottocommissione presieduta < motu proprio» dal rag. Vezzani, indugiando particolarmente sulle risultanze dei verbali e diffóndendosi, su particolari che dalla relazione non risultano. Ha concluso chiedendo le dimissioni dell'assessore < maggior responsabile delle irregolarità rilevate ». Il prof. Grosso (de) a questo punto ha suscitato una pregiudiziale: « Io devo deplorare — ha detto — che un membro della commissione d'inchiesta venga a riferire qut fatti gravi (come la mancanza del numero legale nelle sedute della commissione) e non li abbia invece messi a disposizione degli inquirenti ». Superato il primo ostacolo, ha parlato l'aw. Spagnoli (pei): < Mi è bastata una semplice lettura del documento redatto dalla commissione d'inchiesta — ha detto — per rendermi conto che la commissione per l'assegnazione dei taxi ha compiuto una miniera di irregolarità formali e sostanziali ■>'. E le ha enumerate: il Vezzani che nessuno nominò e fu presidente; i tre commissari che sostituirono un unico assente (Bianco); la commissaria che non fu mai sostituita (Dipietrantonio); i verbali che non furono firmati; i bocciati che furono riammessi per iniziativa dell'assessore; i concorrenti che superarono altri, più meritevoli. Senza contare, ha proseguito l'aw, Spagnoli, il « tentativo di baratto proposto dall'assessore alla consigliera Dipietrantonio, quando le offrì di concedere una licenza in cambio del suo voto a favore di un proprio protetto ». Voci — Non c'è sulla relazione! Spagnoli — Ma c'è sui verbali. Geuna — E' la Dipietrantonio che ha parlato di baratto. Dipietrantonio — E' la verità. Dopo un breve intervento dì accusa del consigliere Damico (pei) a cui replica subito l'assessore Bruno, ha parlato l'on. Castagno (psl)\ Egli ha ripetuto le-accuse che hanno dato luogo all'inchiesta: <I verbali sono stati corretti dall'assessore ». Bruno — Lei riconferma le accuse di falsificazione? Castagno — Io ripeto soltanto quanto ha ammesso il suo capo divisione... Scoppia un breve tumulto. Grida di: Dimissioni! Dimissioni! Prosegue Castagno: <I verbali sono stati corretti e il responsabile è lei ». Bruno — A verbale! I rumori sono sedati dal Sindaco che scampanella. ' All'una ha preso la parola il comm. Bruno, imponendosi nel tono pacato della voce, di «mantenersi nei limiti della correttezza». Ha rimproverato a Castagno alcune « inesattezze», dicendo: «Capisco che nella foga della polemi- ■IIIIItllllMIItllIIlHIIIIIIIIIlflIlllllllllllllllllllIlMetlgbngssEpcTscmgltsvg ca si possa eccedere ». Ha proseguito: « Speravo che da galantuomo l'on. Castagno ritirasse le accuse: non è stato così. Ad ogni modo io non sono qui per fornir*, giustificneioni, ma spiegazioni' ». L'assessore ha parlato tra tumulti continui e scampanella*" del sindaco. Alla fine, stanco delle interruzioni e degli inviti a dimettersi, che partivano senza interruzione dai banchi di sinistra, dai missini e anche da parte dei monarchici, l'assessore ha troncato bruscamente: « Penso che li. commissione taxi da me presieduta abbia agito con equità e coscienza nell'intento di fare il meglio. E' chiaro che essendoci 400 domande e 50 posti ci sono stati deali scontenti ». L'assessore Chignoli, come membro della commissione per i taxi, si è soffermato sulle ragioni che in taluni casi hanno consigliato il riesame dei candidati e il mutamento delle votazioni. «Noi abbiamo cercato di favorire i disoccupati, le condizioni più pieto¬ ■iimiiMiiiiimiMiiiiiiiMiiMiMiimiiiHiiniiiiiiii se: e questo 6 un criterio che tutti dovrebbero condividere ». Quanto al caso Sgavetti, ha proseguito, la commissione ha mutato il suo deliberato, soltanto perché tutti i membri hanno creduto all'asserzione del consigliere comunista Cardano. « Se uno sanzione mi dovrà colpire, venga. Da li anni seno a questo posto.- penso che nessuno possa rimproverarmi nulla. Ringrazio la commissione per quanto ha fatto; se ci avessero interrogato dalle relazioni risulterebbe la nostra buona fede > Il comm. Torretta (de) ha spiegato le ragioni dell'assenza dal consiglio dell'assessore Enrico: colto da malore durante una seduta, si trova fuori Torino. Ha precisato poi alcuni punti tra i quali la regolare successione di Biglia a Bianco. Il capogruppo democristiano ha esaminato la relazione degli inquirenti rilevando come ogni accusa di falso nei verbali sia caduta. < Ci sono stati indubbiamente degli errori procedurali e formali nell'egire della commissione — ha det- imiiiimimiiiiinmm to — c in questo aveva ragione I la dott. Di Pictrantonio. Il piti I grave errore è stato il riesame] di pratiche già definite » Un altro grave tumulto è scoppiato quando il consigliere Carsano ha preso la parola per difendere il proprio operato Il sindaco lo ha sedato a stento. Alle 2 di notte ha preso la parola la dott. Di Pietrantonlo per riaffermare: < Io non ritirerò una virgola di quanto ho già detto ». Topo gli interventi di Arnaud (de), Garavinl (pei), Grosso (de), Navone (dcj, il sindaco ha invitato il consiglio a tirare le somme della discussione. Sono stati presentati quattro ordini djl giorno: dei missini e dei monarchici per chiedere le dimissioni dell'assessore; dei liberali, di Comunità, dei radicali e della sig. Pagella per deplorare il comm. Bruno, del socialisti e comunisti per dichiarare incompatibile la permanenza del comm. Bruno in giunta; infine del capogruppo de e di Secreto per richiamare le commissioni al- l'osservanza delle buone regole amministrative. Alle 3.15 la seduta è stata so¬ spesa per cercare un accordo. Non è stato possibile. Dopo mezz'ora il sindaco ha riaperto la seduta per mettere in votazione, separatamente i quattro ordini del giorno. Il .primo, missino, ha ottenuto 29 voti | favorevoli, 36 contrari e 7 aste : nuti- il secondo, dei radicali, ! 34 si, 35 no e 3 astenuti. Qui è scoppiato l'incidente: tra ì < no » aveva alzato la mano anche l'assessore Bruno. Il suo ! gesto ha suscitato una protesta violenta, che si è ripetuta in tono più alto in occasione della terza votazione sull'ordine del giorno Torretta. Panclla: signor sindaco, richia.ni l'assessore! Le proteste si accentuano: grida, insulti, minacce. Socialisti e comunisti abbandonano l'aula mentre ancora si tenta di votare. I più eccitati rientrano e si accapigliano con alcuni democristiani. Intervengono gli uscieri e i vigili urbani. Il Sindaco è costretto a chiudere la seduta.

Luoghi citati: Bianco, Torino