Morta un'altra delle mucche condannate a stare senza cibo

Morta un'altra delle mucche condannate a stare senza cibo Morta un'altra delle mucche condannate a stare senza cibo Lo stesso padrone affamatore ha denunciato il decesso in Municipio Ora un veterinario si prende cura degli animali superstiti - Ma chi si occupa dello strano contadino? (Dal nostro inviato speciale) Ormea, 18 febbraio. Armando Botte, l'affaniatore delle sue mucche, è secso oggi a Ormea per denunciare in municipio la morte della seconda bestia. Quando una diecina di giorni fa gli mori la prima, egli non si curò di farne la. dovuta segnalazione, e si prese una denuncia. Memo re di ciò, stamane si è affret- tato a recarsi in municipio av vertendo che nella notte era morta la mucca che un paio di mesi fa aveva dato alla luce un vitellino Provata dal parto e dall'allattamento, era quella che più delle altre aveva sofferto della denutrizione. Già lunedi scorso, durante la visita del tenente della polizia zoofila, si era capito che non sarebbe vissuta a lungo Abbandonata sulla paglia, il colio girato indietro in una contrazione preagonica, l'occhio spento e il respiro faticoso ne annunziavano la fine prossima. Vana è risultata Infatti la dieta ordinatale; oggi è stata seppellita accanto a quella che l'aveva preceduta nella morte. Le quattro bestie rimaste -r un toro, due mucche e il vitello senza madre — quasi certamente si salveranno. Lo ha assicurato il interinale dott. Trlncheri, di Pieve di Teco, che in assenza del titolare oggi le ha visitate e le ha prese in cura. 11 più arzillo è il vitellino. A tutte e quattro le bestie sono state praticate iniezioni ricostituenti, sottoponendole a una dieta prevalentemente liquida formata di farina sciolta In acqua, e fieno in quantità gradualmente crescenti. Della loro alimentazione è stato Inca¬ veterinario ricato Aldo Mazza, nipote di Armando Botte, figlio cioè di sua sorella Severina. Nel timore che lo zio si opponga, egli si fa accompagnare, due volte il giorno, da un carabiniere o da una guardia comunale. Ma Armando Botte non ha fatto alcun tentativo di ostilità, assiste all'operazione con la sua consueta apatia. Oggi j in municipio si è messo a pian¬ mera t II mio destino è quello di soffrire », ha detto. Poi ha fatto un racconto sconclusionato di pretesi torti e di assurde sevizie di cui si ritiene vittima per opera della madre e della sorella II torto più grave è quello che la madre morendo lasciò a Severina un pezzo di terreno che faceva gola a lui. Da qui, odio per la memoria della madre e per la persona della sorella. « Io sto per morire », ha detto, lasciando intendere che la sorella non dovrà ereditare nulla di suo: da qui, affamamento delle bestie All'origine di questo stato d'animo per le congiunte c'è forse un lontano episodio della sua infanzia. Per punirlo d'una mancanza, la madre gli diede un calcio Egli ne ebbe spezzato un tendine della caviglia sinistra; la lesione, traprocuró una lieve Divenuto adulto, si stabili In lui un grave complesso d'inferiorità, che ingigantì la sua lieve minorazione trasformandola in netta misantropia, al punto che non ha mai voluto sposarsi. A sua ; scuratu. gli zoppicatura {Armando Botte. — Sono pove- volta, la misantropia è stata aggravata dalla solitudine al-ia quale ha voluto condannar-si. Inserita in quella più vastae desolata della montagna . « Non. sono pazzo — afferma ro, non riesco a nutrire le mie bestie, non ho da mangiare nemmeno per me, non posso neppure comperarmi il sale per condire la minestra; ma non sono pazzo » Asserisce di non avere che diecimila lire, mezzo quintale di farina e, qualche quintale di patate. Pe- ] rò le bovine valgono circa cen-! tornila lire l'una, e non e possibile imporgli di venderle. Non è pazzo, ma un po' strambo certamente lo è, e le cause sono forse quelle a cui si è accennato. Non essendo pericoloso a sé e agli altri, non è stato possibile ricoverarlo in manicomio. Quel c gli altri > naturalmente va riferito alle persone, con le quali Armando Botte è mite e inoffensivo. E' pericoloso invece per le bestie, lasciandole morire di fame, e perciò già un paio di mesi fa è stato denunziato all'Autorità giudiziaria per 11 reato di maltrattamenti agli animali. Potrà dunque rischiare il'carcere, ma non il manicomio. Comunque, la Procura della Repubblica di Mondovi si occupa già della vicenda, e ha iniziato nei suoi confronti una! procedura che si concluderà con l'interdizione o l'Inabilitazione, che avrà per conseguenza la nomina temporanea di un tutore o d'un curatore. Misura che verrà limitata a un paio di mesi, fino all'arrivo della primavera e al rigoglio dei pascoli, che assicureranno vitto sano à abbondante alle bestie II loro dramma, dun- ique. si risolverà probabilmen1 te. in maggio, quando le boi vine. salvate dalla morte per !fame ben pasciute e fiorenti, | faranno una meno patetica fio» trasformate in bistecche. I

Persone citate: Aldo Mazza, Armando Botte, Severina

Luoghi citati: Ormea, Pieve Di Teco