Ultime incertezze di Vittorio Gorresio
Ultime incertezze Ultime incertezze La difficoltà di assegnare il dicastero degli Interni a Sceiba o Tambroni ha ritardato la soluzione della crisi - Le polemiche tra le correnti d. c. (Dal nostro corrispondente) Roma, 14 febbraio. «Fumata nera» dal Quirinale, anche nella serata di oggi. Dopo il primo colloquio col Presidente della Repubblica, questa mattina l'on. Segni aveva dato l'annuncio che restava in attesa di una nuova convocazione da parte del Capo dello i-tato. Sono trascorse alcune ore di incertezza, fra previsioni contrastanti. Chi diceva che le decisioni erano state rinviate a domani, e chi affermava invece, che gli ostacoli erano tutti superati. Si ^scommetteva, tra i giornalisti ed i fotografi in attesa al Quirinale, se si sarebbe, o no, visto di nuovo Segni arrivare a palazzo. Segni sì è visto, ma vestito di grigio, e l'abito era indice che il colloquio fissatogli da Gronchi nor. era di carattere formale, ma solamente uno dei molti avutisi finora a scopo informativo. Un ulteriore consulto, vale a dire: e questa era un'ipotesi che gli osservatori politici impegnati a scommettere sui termini di una più semplice alternativa (< Segni viene o non viene? ») non avevano oggi preveduto. Comunque, le notizie che il Presidente del Consiglio designato è salito a portare al Quirinale verso le sette del pomeriggio, erano ancora in terlocutorie. Manca, difatti, questa sera una soluzione a quello che è considerato il punto chiave della crisi: Sceiba rifiuta di partecipare ad un governo in cui Tambroni detenga il portafogli dell'Interno, e Tambroni ricusa di spostarsi dal Viminale ad al tro dicastero. La progettata « concentrazione » democristia na in un monocolore che si amerebbe poter definire «di ferro », rischia pertanto una grave falla. Né Sceiba né Tambroni sono difatti uomini che possano essere lasciati fuori dell'uscio. Di Tambroni si era parlato come di un candidato personale di Gronchi alla presidenza del Consiglio. Il Capo dello Stato non ha in realtà compiuto nessun gesto né pronunciato alcuna parola che autorizzino a pensare ad una preferenza per l'uno o l'altro dei politici che stanno in pri ma fila sulla scena, e in condizione di candidabili. Si è, tuttavia, supposto che Tarn broni fosse tenuto in particolare considerazione da Gronchi come un uomo che è libero da speciali legami con questa o quella delle correnti'della de, e che, per conseguenza, sarebbe stato .esecutore, di una politica sottratta agli-interessi particolari delle tendenze in contrasto. Di Tambroni, del resto, era fautore l'on. Andreotti, capo di una corrente che si r.it'tola « primavera », che non ha molto peso nell'interno del partito, praticamente limitando la sua influenza nell'ambito del Comitato provinciale di Roma e delle sezioni del basso Lazio. Ma se Andreotti non trascina grandi forze del partito dietro di sé, non se ne può negare l'importanza nei riflessi della pubblica opinione nazionale. Egli è, di diritto, fra notabili della de, e cioè fra coloro che, come Pella e come Sceiba, hanno più seguito fra cittadini non iscritti ai partiti che fra le schiere degli iscritti militanti. Si tratta di una condizione particolare, che è all'origine stessa di questa crisi, che si deve riconoscere come la crisi forse meno « partitica » di quante fino ad ora ne conosce l'Italia del secondo dopoguerra. Contro tutti i lamenti che si fanno a riguardo del supposto strapotere della cosiddetta partitocrazia, si è visto, infatti, che nel partito di maggioranza relativa alcuni uomini che mancano dell'appoggio dell'apparato hanno avuto la meglio sull'apparato stesso. Sono i notabili del genere di Sceiba, Pella ed Andreotti, e, poiché non è ignoto che essi stessi sono fra loro in concorrenza, non sarà da stupire che la crisi abbia all'ultimo atto questa scena del contrasto fra notabili. Sceiba è contrario a Tambroni, che egli considera troppo legato a Gronchi, e, non amando Gronchi, per proprio conto prende Tambroni a bersaglio apparente. Andreotti, a sua volta, non ha eccessive simpatie per Sceiba, con il quale è venuto a trovarsi in contrasto fino dai tempi in cui De Gasperi era a capo del governo ed aveva Sceiba a suo ministro per l'Interno ed Andreotti a sottosegretario alla Presidenza. Conflitti di competenza riuscivano inevitabili, e ad essi si aggiungevano diversità di valutazioni politiche, gradualmente aggravatesi con il procedere del tempo. Nessuno intende drammatizzare su questo ultimo atto, che avrà probabilmente il solo effetto di ritardare di ventiquattro o di dodici ore la soluzione della crisi: ma qui se ne è parlato per far notare quali sono le caratteristiche salienti della vicenda che interessa oggj l'Italia, e che ha pèf^-suoi pfo.tagonisti, alcuni uomini politipi .di ' spiccato temperamento personale e forse, di -«ai attere* non fàcilmente accomodante. ' : Vittorio Gorresio
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