Segni porta oggi a Gronchi la lista dei nuovi ministri di Enrico Altavilla

Segni porta oggi a Gronchi la lista dei nuovi ministri Liberali e missini hanno deciso di appoggiare il monocolore Segni porta oggi a Gronchi la lista dei nuovi ministri Il Presidente del Consiglio assumerà anche il dicastero degli Interni, Pella quello degli Esteri - Forse Sceiba e Tambroni non faranno parte del governo; ambedue volevano il portafogli degli Menù - Andreotti al Tesoro, Zoli o Medici al Bilancio, Colombo o Ferrari Aggradi alle Finanze, Togni all'Industria e Commercio - Piccioni non assumerà alcun incarico ministeriale e resterà nel "quadrumvirato,, che guida la Democrazia Cristiana (Nostro servizio particolare) Roma, 14 febbraio. La composizione definitiva del governo monocolore verrà resa nota domattina, quando Segni si recherà al Quirinale per sottoporre alla firma di Gronchi i decreti di nomina dei ministri. Stasera non si sa, però, con sicurezza da chi saranno assunti due dei portafogli più importanti; gli Esteri e gli Interni. Per Palazzo Chigi è ritornata la candidatura di Pella, per gii Interni vi è da parte di Segni la decisione di assumere lui stesso il dicastero, secondo una antica tradizione non più rispettata negli ultimi tempi. Fino alle prime ore del pomeriggio la giornata era stata calma. Segni, dopo un primo colloquio con il Capo dello Stato svoltosi durante la mattinata, aveva detto ai giornalisti che considerava oramai conclusa la sua fatica e che intendeva ritornare in serata da Gronchi con i decreti di nomina dei ministri; egli era tanto più ottimista in quanto i liberali avevano confermato il voto favorevole al monocolore e la sua maggioranza era sta*a rafforzata dall'appoggio, non richiesto, che la direzione del msi aveva deciso di concedergli. Nel suo colloquio con Gronchi, l'on. Segni aveva comunicato al Presidente della Repubblica che avrebbe assunto personalmente il portafogli degli Interni, assegnando a Pella quello degli Esteri, anche per accontentare i sindacalisti, che preferivano vedere un altro uomo al Bilancio Ciò significava lanciar fuori dal governo Sceiba e Tambroni, perché quest'ultimo aveva fatto sapere di non voler accettare nessun altro ministero all'infuori di quello degli Interni, e tanto meno quello offertogli dei Lavori Pubblici, per non arrecare un torto all'amico Togni. Tambroni è da qualche giorno a letto con l'influenza, il che rende diffìcili le trattata ne; pertanto nel primo, pome- riggio Segni inviava in missione esploratimi a casa di Tambroni, in via Archimede, il sottosegretario Carlo Russo; e s'incontrava, per la seconda e non ultima volta nella giornata, con Gui e Rumor, due dei « quadrumviri » che reggono la segreteria della de. Essi gli confermavano che Piccioni aveva nuovamente rifiutato di entrare a far parte de' monocolore e che anche Sceiba insisteva per restar fuori dal governo. Infatti l'exPresidente del Consiglio crede sempre nella necessità di un governo di coalizione con il psdi e il pli; inoltre vorrebbe la vice-segreteria organizzativa della de per contribuire alla preparazione del congresso di Firenze. Alle quattro del pomeriggio Segni usciva di casa « per andare a visitare un amico > — come egli stesso diceva ai giornalisti — e faceva ritorno alla Sita abitazione alle cinque, dichiarando di attendere da un momento all'altro la chiamata dai Quirinale. Ma quando si recava da. Gronchi, un'ora più tardi, indossava un abito grigio, e ciò bastava per far comprendere che anche il secondo colloquio con il Capo dello Stato non sarebbe> stato decisivo. Infatti, uscendo dal Quirinale, Segni si mostrava poco soddisfatto e rifiutava di fare di chiarazioni: « Devo andare su bito in piazza del Gesù>, diceva, e subito si recava alla sede della de p-er un nuovo e molto lungo colloquio con i dirigenti del suo partito. Sull'incontro fra Gronchi e il Presidente designato un si^nfficativo comunicato sottolineava la parte attiva che il Capo de'lo Siati intende dare alla soluzvme della crisi. Dopo avor ricordata che il colloquio di starerà fra Gronchi e Segni è stato il terzo dal giorno dell'assegnazione dell'incarico, il comunicato dice: «Questa frequenza di contatti fra. il Presidente 'della Repubblica e il PrestóSittte designato sta a dimostrare che il problema della formazione del governo viene approfondito in tutti i suoi aspetti con ! estrema serietà, secondo quanto richiede l'interesse pubblico e in vista di una soluzione che risponda,- nella maggior misura possibile, alle superiori esigenze del Paese e del regime democratico. E' tuttavia impressione diffuoa star.rra che l'esame della situazione politica e delle sue possibili soluzioni da parte del Capo dello Stato e del Presidente designato possa ormai consideraTsi decisamente avviato alla conclusione. Si prevede,, pertanto, che dal colloquio, annunciato per domattina alle 10,30 al Quirinale, possa uscire la listai definitiva del nuovo governo >. La riunione a Piazza del Ge¬ i l ¬ ? o a o a a i e e o a a n i : , o o a, o e l o i i n gn e a r a ti a o o di aà ha portato ad una riconferma della fiducia a Segni, che assumerà il portafogli degli Interni, dando <ampia delega» al sottosegretario Rtisso per questo ministero; Tambroni rimarrebbe, quindi, escluso. Perciò domattina Segni dovrebbe portare al Capo dello Stato la seguente listai: Presidenza e Interni: Segni; Ministri senza portafogli: per la riforma dell'amministrazione, Gin rd In a; per la Cassa del Mezzogiorno, Pastore; Esteri: Pella; Difesa: Mattarella o Sceiba, se quest'ultimo dovesse decidere all'ultimo momento di entrare nel governo; Bilancio: Zoli o Medici; Finanze: Colombo o Ferrari Aggradi; Tesoro: Andreotti; Giustizia: Gonella; Pubblica Istruzione: Moro o Tavinni; Lavori Pubblici: DelBo o Bo; Agricoltura: Rumor; Trasporti: Angelini; Poste e Telecomunicazioni: Delle Fave o Jervolino; Industria e Coni ni.: Togni; Lavoro e Previdenza sociale: Zaccagnini; Commercio con l'estero : Martinelli; Marina mercantile: Spataro; Partecipazioni statali: Ferrari Aggradi o Colombo; Sanità: Tessitori. Al Consiglio nazionale del Pli l'on. Malagodi nella sua relazione ha rilevato che i li berali non hanno posto preclusioni contro il Psdi e il Pri, al contrario di quanto hanno fatto questi partiti nei confronti del Pli. « Se rifiutassimo il nostro appoggio a Se gni — ha detto — vi sarebbe une serie di "monocolori fra gili" che giustificherebbero la tesi di Nenni, attribuita anche al Capo dello Stato, sulla ne cessila di nuove elezioni. Ne deriverebbe il discredito del Parlamento e, attraverso uno stato di costante incertezza, una crisi istituzionale, di fronte alla quale due sole strade resterebbero aperte: governo Dc-Psi o soluzione autoritaria di destra. « La De ha reagito alla manovra ed ha chiesto il nostro appoggio. Quale dev'essere il nostro atteggiamento in Parlamento: astensione o voto favorevole t Noi non possiamo mantenere un atteggiamento indeciso, noi dobbiamo votare a favore, visto che la De ha rettificato la sua qualifica. Ma il nostro appoggio dovrà essere esplicitamente richiesto e dovremo essere sicuri che avremo uno Stato autonomo, i cui rapporti con la Chiesa siano quelli definiti nel nostro programma elettorale, uno Stato di diritto caratterizzato da una precisa divisione dei poteri. « Chiederemo una esplicita chiusura a sinistra e, in campo economico, la rottura dei monopoli privati e pubblici; presenteremo una legge antimonopoli, per la quale chiederemo precedenza assoluta. Ormai è venuto il momento di scegliere fra un jiuovo passo sulla strada dello statalismo e la difesa del Mercato Comune e della lira ». ■ Malagodi ha concluso invitando il Consiglio nazionale a lasciare alla direzione la libertà di prendere le decisioni op portane, e cioè di votare in favore di Segni. La sua richiesta è stata approvata con un ordine del giorno che ha raccolto 87 voti contro i 12 voti andati a quello di Cocco-Ortu, favorevole all'astensione. L'ordine del gfgozdavdz giorno approvato « auspica la formazione di un governo che garantisca la pace nella chiara osservanza dei patti internazionali; favorisca l'elevazione delle categorie sociali meno abbienti e lo sviluppo produttivo mediante l'incoraggiamento dell'iniziativa privata in un quadro di stabilità monetaria; tuteli la democrazia parlamentare da minacce di interferenze, confusioni e sovrapposizioni di poteri ». Enrico Altavilla Plfgprdsznapuc Malagodi e De Caro durante la riunione del Consiglio nazionale del Pli (Tclcfoto} t ità d tà h tt d ifi t i l

Luoghi citati: Firenze, Pella, Roma