Oggi il processo al maestro che fece picchiare un alunno
Oggi il processo al maestro che fece picchiare un alunno Oggi il processo al maestro che fece picchiare un alunno Avrebbe incaricato altri ragazzi della «missione punitiva» da compiere fuori dell'aula, perché l'insegnante non doveva «entrarci» 1 quaderno per scriverci una noita di biasimo da far vedere al I suoi genitori ». Il ragaezo ha (Dal nostro inviato speciale) Valenza, 11 febbraio. Comparirà domani di fronte al pretore di Valenza, dr. Piero Poggi, il maestro elementare Elio Gay, nato a Basslgnana, di 44 anni. L'accusa è assali grave. Egli è imputato di « abuso di mezzi di correzione » ed anche «abuso di autorità» per avere «determinato otto scolari, tutti inferiori ai quattordici anni », quindi non responsabili direttamente di fronte alla legge e «a lui soggetti gerarchicamente » a picchiare due volte lo scolaro Claudio Raselli, di anni 9 « con pericolo di squilibrio ed alterazioni psicofisiche» (art. 571 del Codice penale).' Il fatto accadde il 22 dicembre 1958 nella IV classe elementare delle scuole comunali di Valenza, che aveva per maestro il Gay. Durante una sua assenza provvisoria, c'è un certo baccano in classe: tre ragazzi si distinguono in indisciplina perché vogliono imitare ripetutamente il grido del leone: essi sono Raeelli, Rota e Micheletto. Il capoclasse segna i loro nomi sulla lavagna. Rientra il maestro e dice : «Naturalmente, Raselli, ci sei sempre tu». Il Raselli è difatti piuttosto discolo o, come dice la psichiatria moderna, fanciullo difficile. L'anno precedente era stato rinviato in tutt- le materie ad ottobre per 7 in condotta e all'inizio del nuovo anno scolastico, aveva già avuto una sospensione. Si vedrà, al dibattimento se il maestro gli abbia detto « pa1 gheral anche per gli altri due » e se abbia accompagnato questa sua sentenza con un paio di castagnole alla nuca, ossia quel colpo con un dito fatto scivolar via più o meno impetuosamente dal pollice. Di certo, egli gli ha chiesto «.11 osiiiiiiiii*iixiiiitiiiiiiiiiiiiiii«iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii opposto «un ìergico rifiuto»; invitato ad uscire dall'aula «egli sferra calci al maestro» e agli alunni invitati a coadiuvarlo per espellerlo con la forza: uno di essi è morso a una coscia. Dopo venti minuti di esilio, il ragazzo è richiamato in classe. Sei compagni tra 1 più robusti erano schierati sul suo passaggio. E' vero che il maestro disse loro: «E adesso fategli venire il sedere rosso »? E' indubbiamente vero che 1 sei gli saltarono addosso e lo sculacciarono, come dirà suo padre nella denuncia, « di santa ragione». Scopo del maestro, con questa strana procedura punitiva, era quello d'Inculcargli un salutare timore che « lo inducesse al pentimento ed all'obbedienza ». Ma il « difficilissimo » Raselli, niente affatto piegato, grida al maestro che lo « denuncerà ai carabinieri e lo' manderà in galera ». Che cosa sia passato allora per il cervello del maestro, è difficile stabilire. Di sicuro non gli ha parlato un angelo saggio, se egli dice ai suoi incredibili esecutori di giustizia: «Per adesso basta. Ma all'uscita della scuola, scaldatelo ancora un po'. Badate però a non fargli troppo male. Io non c'entro ». Che significa io non c'entro? I sei sono sicurissimi di fare atto di obbedienza meritoria e, messisi in agguato, ricominciano a tempestare il povero Raselli. Per l'aggiunta di due «volontari», sono diventati otto. Il piccolo riesce a sganciarsi e, con una fuga precipitbsa.Mnflla 11 portone di un palazzo dove lavora sua sorella Giovanna per rifugiarsi tra le sue braccia. Raggiunto dalla marea dei « punitóri », egli rischlerebbe una terza raffica se non intervenisse un « distinto signore » a scoraggiarli dall'in- iTiiiiiii»iiiiriitiitiiiiitiiin_i imiiiii iìiiìd sistere. Tutti gli otto (Bruno Capra, Dino Crepaldi, Saturno Lorando, Gianni Miozzo, Aldo e Giovanni Raiteri, Sergio RogL geri, Giuseppa Turetta) hanno confessato esplicitamente i loro atti di violenza, e però scagionandosene' col dire di aver eseguito . un ordine. Le conseguenze furono minime. Appena un po' di febbre per qualche ora, all'indomani. E' su ciò che punteranno 1 difensori, avvocato Vittorio Beverio di Casale ed avvocato Riccardo Lunati di Valenza per escludere che si possa applicare l'art. 571, non essendosi verificata nessuna «alterazione psicofisica», né essendone previste in seguito. Il reato potrebbe cadere sotto l'imputazione di « percosse », per il primo tempo e di « aggressione » per il secondo. Sul Gay graverebbe raggravante della recidiva per avere già abusato con nercosse, nella sua qualità di ufficiale, ai danni di un subordinati. Nessuna recidività, tuttavia, in fatto di scolari. a. a.
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