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Inchiesta sul giovane ucciso dal carabiniere Inchiesta sul giovane ucciso dal carabiniere Sempre piò consistente il dubbio che la vittima avesse al fianco una ragazza - Un generale dell'Arma dirige le indagini Brescia. 11 febbraio. Mentre l'autorità giudiziaria prosegue le indagini sulla morte del giovane agente librarlo dell'U.T.E.T. di Torino, Domenico Lanciano, ucciso da un carabiniere in perlustrazione nella notte tra sabato e domenica nelle campagne di Castegnato, una Inchiesta è in corso anche nell'ambito dell'Arma : un generate dei carabinieri, giunto da Roma, ne ha assunto la direzione. Frattanto sta acquistando sempre maggiore credito l'ipotesi che il povero giovane non si trovasse solo a quell'ora sulla «600» in quella strada di campagna. L'ultima persona che vide il Lanciano, fu la signorina Rina Strada che quella sera era ospite della famiglia Lanciano per una festicciola da ballo, e che verso le due del mattino chiese al giovane di riaccompagnarla a casa. L'abitazione della signorina è a circa cento metri da quella dei Lanciano, e la Strada afferma che il giovane la depositò subito dinanzi al portone di casa sua e se ne andò, dandole la buona notte e affermando di volere andare a prendere una boccata d'aria. Essendo poco credibile l'ipotesi che il Lanciano girasse dì notte per le strade poco frequentate e usasse sostare con la vettura in aperta campagna, pare certo ch'egli avesse qualcuno al suo fianco. Ma se vi era una donna a bordo, perché dc.po la sparatoria essa non è scesa di macchina e non si è fatta vedere dai carabinieri? Il carabiniere Alfano bussò con le nocche al finestrino della « 600 » per invitare il pilota a farsi riconoscere. Il carabiniere deve avere visto se il Tannano era solo a bordo, o no. La presenza di una persona al fianco della vittima è importante per la ricostruzione del grave episodio, e pone sotta una luce ancora più sconcertane e l'atteggiamento del milite e del maresciallo Corona che gli avrebbe dato l'ordine di fare fuoco con il moschetto.