Un richiamo alla Costituzione di Vittorio Gorresio

Un richiamo alla Costituzione Un richiamo alla Costituzione Roma, 3 febbraio. L'intervento del Capo dello Stato per la soluzione della crisi ha una forma inconsueta, che è stata tuttavia determinata da avvenimenti che a loro volta sono del tutto insoliti. Le indicazioni fornite dai rappresentanti della de nel corso delle consultazioni in Quirinale sono difatti apparse inadeguate, perché imprecise e quindi insignificanti. In secondo luogo, l'improvvisa uscita dalla scena politica dell'on. Fanfani è giunta a complicare una situazione che era già molto difficile ; e tanto più la ha aggravata in quanto ha colto tutti di sorpresa. Crediamo di sapere che lo stesso Presidente della Repubblica ne abbia avuto notizia, sabato scorso, dalla lettura delle prime edizioni pomeridiane dei giornali. Chi non fosse disposto a tenere esclusivamente in considerazione i motivi di carattere personale, umano, o forse di natura religiosa come si è detto da parte di alcuni, avrebbe anche potuto accusare Fanfani di abbandono del posto o di abdicazione alle responsabilità che toccano ad un uomo di Stato. Il Presidente della Repubblica, comunque, di fronte alla gravità della situazione, ha proceduto ad ulteriori accertamenti. A quanto risulta, egli stesso ha invitato i presidenti dei gruppi parlamentari democristiani della Camera e del Senato a convocare i propri associati. Sarebbe stato opportuno che si riunissero le assemblee plenarie dei gruppi ; si è ritenuto, invece, che bastasse ascoltare i componenti dei comitati direttivi, ma è stato grave che dalle adunanze non siano uscite chiare indicazioni. Al Capo dello Stato sono stati suggeriti alcuni nomi, ciascuno dei quali implicava la possibilità di una differente formula di governo: monocolore, bipartito, tripartito, quadripartito, destrorso, sinistrorso, rigorosamente centrista e così via. L'on. Gronchi, che ha della politica un concetto scrupoloso, non può non e» sere rimasto insoddisfatto di questa forma di vaghissimo qualunquismo che potrebbe convenire soltanto ad un partito che non abbia altro programma se non quel 10 di restare comunque al governo. La sua decisione deve, quindi, venire interpretata come un netto in vito alla de di qualificarsi. Si presenti Fanfani alle Ca- ■ mere per chiedere un voto di fiducia, e l'accoglienza che gli daranno i democri stiani servirà a dare pubbli camente l'indicazione di un orientamento che i presi denti dei gruppi parlamentari hanno mancato di portare al Quirinale. Ripresentandosi Fanfani al Parlamento, si impone innanzitutto che il gruppo de mocristiano tenga la propria assemblea. Sarà probabil mente un'assemblea tumul tuosa, ma è questa una spiacevole necessità che occorre subire, se si vuole sapere, come bisogna che si sappia, di quanti deputati è effettivamente forte ciascuna del le tendenze in cui si divide 11 partito di maggioranza. Al Capo dello Stato è indij spensabile sapere, perché egli possa fare i propri con' ti, quanti sono i seguaci del l'on. Sceiba, quanti quelli dell'on. Bonomi, o dell'on. Pastore o dell'on. Pella. Per il momento, probabilmente, non lo sa ancora nessuno, a cominciare da coloro che si ritengono leader di questa o quella corrente. Anche Fanfani, quando ha deciso di sottrarsi ad ogni ulteriore responsabilità di politica attiva, non aveva avuto mo do di contare i propri fedeli né i propri avversari. Ci si domanda adesso se pDdnddN Fanfani sia disposto a ripresentarsi in Parlamento. Dal giorno in cui ha~dato le dimissioni si è considerato di pieno diritto un privato cittadino, e questo ha fatto dire al Capo dello Stato, nella giornata di ieri, quando aveva ricevuto un invito di presentarsi al Quirinale. Nella giornata d'oggi, quando il Capo dello Stato ha preso la decisione di respin¬ gere le dimissioni perché chiedesse un voto di fiducia alle Camere, Fanfani non si è fatto trovare in casa. Il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Oscar Moccia, si è recato all'abitazione privata del Presidente del Consiglio rimasto in carica per gli affari di ordinaria amministrazione, ma la signora Fanfani ha detto al dottor Moccia che il marito non era in casa, e che ignorava dove si fosse recato. L'episodio ha fatto correre la voce che Fanfani si fosse ritirato in un convento dove aveva intenzione di passare la not- te: ciò che comunque non dovrebbe escludere che egli domani possa recarsi in Qui. rinaie. Ohe cosa intenda dire al Capo dello Stato nessuno è in grado di sapere. Lo stesso Gronchi probabilmente è tuttora all'oscuro dei propositi di Fanfani- e, se domani ci sarà un incontro tra i due uomini, il risultato è affatto imprevedibile. Così non si può dire che cosa Gronchi intenda fare nel caso di un rifiuto di Fanfani a presentarsi in Parlamento: si immagina, comunque, che spiegherà ai presidenti delle due Camere il significato del suo gesto. Questo è fin d'ora abbastanza chiaro d'altra parte: è un atto d'omaggio verso il Parlamento, che ottiene di far propria una crisi che era nata come crisi extra-parlamentare, ma è in pari tempo anche un serio richiamo agli eletti del popolo perché conservino il senso delle loro responsabilità. Per quanto grave possa apparire la situazione, c'è in sostanza da rallegrarsi che scrupolo e rigore e sentimento del dovere siano rimasti così vivi nel Capo dello Stato, custode e garante della Costituzione. Gli interventi di Gronchi hanno sempre destato qualche scalpore nel Paese e soprattutto fra gli esegeti del diritto costituzionale italiano, sempre pronti a discutere sulla natura e sui limiti delle prerogative del Presidente della Repubblica. In questo caso, in un momento come questo, non sembra tuttavia che si possa trattare di materia opinabile: l'intervento non può non apparire come una provvida iniziativa che merita a Gronchi la gratitudine dei cittadini. Vittorio Gorresio

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