Querela i carabinieri per un'inchiesta riservata
Querela i carabinieri per un'inchiesta riservata Querela i carabinieri per un'inchiesta riservata L'accusatore è un medico ostetrico - Le informazioni date dai militi gli impedirono di diventare perito del Tribunale (Dal nostro corrispondente) Napoli, 2 febbraio. Fino a che punto il sistema delle informazioni segrete fornite nei concorsi pubblici da organi di polizia giudiziaria, quali per esempio l'Arma dei carabinieri e la polizia, è compatibile con la democrazia e le norme costituzionali? Questo, nel suo aspetto essenziale, il quesito sollevato da una querela presentata da un medilo di Castellammare d> S*abia, Franz Lupi, specialista in clinica ostetrica. Questi accusa il capitano Gerardo Mancini e il maresciallo Antonio Montef usco, dei carabinieri « di abuso d'ufficio e diffamazione continuata ». E' noto che non v'è concorso o nomina negli uffici dello Stato per cui, indipendentemente dal certificato penale, dal titoli richiesti e dagli esami sostenuti, le informazioni riservate della P.S. o dei carabinieri non giochino un ruolo molto importante. Ciò accade nelle ammissioni alle accademie militari e in molti concorsi nel settori dei- la Pubblica Amministrazione. E le « Informazioni » sono inoltre richieste nelle più disparate circostanze, come, per esempio, per essere ammessi negli elenchi del «giudici popolari», per una onorificenza, per il porto d'armi, il passaporto e la qualifica, per esemplo, di « guardia giurata » I fatti che hanno causato la querela del medico ebbero inizio nell'ottobre del 1955, quando il Lupi chiese di essere Incluso nell'albo del consulenti tecnici del Tribunale, cioè dei sanitari cui la magistratura talvolta si rivolge per le sue perizie. L'appartenenza a quell'albo non dà grandi vantaggi economici, ma costituisce un titolo di particolare valore morale. Il 12 agosto dell'anno successivo, cioè dopo dieci mesi, al dott. Lupi venne notificata una deliberazione di rigetto della domanda senza alcuna motivazione. Il 3 dicembre del 1957 il professionista rinnovò l'istanza, ma per la seconda volta essa venne respinta e senza che gli si dicessero lo ragioni. II dottor Lupi al rivolse quindi alla Corte d'Appello, chiedendo una copia integrale del provvedimento, per conoscere i precisi motivi del rifiuto che gli era stato opposto. E con suo doloroso stupore lesse una nota informativa del 3 dicembre 1955 in cui il maresciallo dei carabinieri diceva: < Il dott. Lupi è di discussa condotta morale perché nella sua qualità di medico libero professionista ha lasciato molto a desiderare, tanto che ha perduto buona parte della clientela. Specialmente nei riguardi delle donne sue clienti si è comportato male. Nell'ambiente del professionisti per i fatti suddetti gode di assai poca estimazione». Questa informazione veniva confermata dal capitano del carabinieri, che in un successivo rapporto diceva che 11 medico era stato anche licenziato dall'Inadel di Castellammare Nella querela 11 medico — che sì laureò a ventitré anni e fra i molti suoi titoli vinse una borsa di studio del Ministero degli esteri per 11 perfezionamento in Finlandia — ha tacciato di falsità quelle Informazioni, affermando che per sei anni, dal 1948 al 1954, era stato medico di ruolo dell'Inam a Terni e ad Ancona. Inoltre egli cita le informazioni sul suo conto date dalla Questura: « Il dott. Lupi serba specchiata condotta morale civile e politica ed è immune da precedenti. Gode di estimazione anche per la sua capacità professionale ». c> g.
Persone citate: Antonio Montef, Franz Lupi, Gerardo Mancini, Inam, Lupi
Luoghi citati: Ancona, Castellammare, Finlandia, Napoli
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