Un miliardo la quota di eredità a ciascuna figlia di re Vittorio

Un miliardo la quota di eredità a ciascuna figlia di re Vittorio Imo. parfe di DmfteWo passa «al JPerta aia io ti e Ilo Sitato po Un miliardo la quota di eredità a ciascuna figlia di re Vittorio La divisione affidata al nostro tribunale - Per Mafalda, morta in prigionia, subentreranno i 4 figli - Si discuterà poi la ripartizione del cospicuo patrimonio di Racconigi Dinanzi al Tribunale di Torino sarà ridiscussa la causa intentata dagli eredi Savoia contro il Demanio dello Stato, a proposito del beni lasciati da Vittorio Emanuele III. La citazione è .- tutu presentata ieri in cancelleria: la prima udienza è fissata per il 2 marzo prossimo. Legali; por I Savoia sono gli avv. c Amelio di Roma e Toesca del nostro Foro. Per, il Demanio Interviene l'avvocatura dello Stato. La causa è stata portata a Torino por decisione della Corte di appello di Roma, che ha dichiarato competente il nostro Tribunale, in quanto in Piemonte sono la maggior parte del beni, oggetto della lite. Gli eredi Savoia sono la contessa Jolanda Calvi: la ex-regina di Bulgaria Giovanna, vedova di Doris II Sassonia Coburgo Gotha; la principessa Maria Borbone Parma: i figli della principessa Mafalda d'Assia (morta in campo di concentramento), Maurizio, Enrico, Ottone, Elisabetta. . Quando decedette Vittorio Etna- nuele in Alessandria d'Egitto il 28 dicembre 1047. per legge il patrimonio passò in parti eguali alle figlie ed al figlio Umberto, con diritto di usufrutto ad Elcna di Savoia. Ln ex-regina d'Italia mori a Montpellier 11 28 novembre 1952 II lo gennaio 1948 l'Amministrazione delle Finunzo prendeva possesso di tutti i beni lasciati dal defunto re, ossia Villa Savoia in Roma, due tenute nell'Agro Pontino denominate Capocotta e Campo Bufalaro, Castello e tenuta di Racconigi, Castello di Pollenzo con dipendenze, villette di Valdleri con dipendenze di caccia, Castello di Sarre (Aosta). Fu necessaria una prima causa dinanzi al Tribunale di Roma per precisare che, in forza della Costituzione, passavano al Demanio soltanto 1 beni dei discendenti maschi e non I beni delle discendenti di sesso femminile. La sentenza del Tribunale di Roma fu confermata in Corto di appello il 8 giugno 1952. Fu stabilito che 1 quattro quinti del patrimonio fossero suddivisi in parti eguali tra Jolanda, Giovanna, Maria ed i figli di Mafalda. Davanti al Tribunale di Roma Il 24 aprile 1953 fu iniziata un'altra causa, con la quale si chiedeva ai giudici di definire la divisione dell'eredità (facendo entrare nella massa patrimoniale anche Il castello di Racconigi che Umberto aveva avuto in dono dal padre in occasione delle nozze con Maria Jose) e di ordinare che il Demanio presentasse il rendìconiiiiiiiiiiiiintiiiini iiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiniiini to della eua amministrazione. Il Tribunale accolse la richiesta e con ordinanza diede incarici) al giudice istruttore di compiere le operazioni divisorie Dopo due anni di discussioni tra le parti, si venne ad un accordo : la ripartizione sarebbe stata fatta per tutti i beni ad eccezione del castello di Racconigi, che sarebbe stato diviso in un secondo tempo. Con due rogiti notarili — 12 dicembre 1955 e 17 giugno 1957 — furono assegnati alle eredi Savoia, ossia alle tre sorelle ed al figli di Mafalda la tenuta di Pollenzo valutata 620 milioni, la tenuta di Sant'Anna di Valdleri valutata 80 milioni, Il castello di Sarre valutato 33 milioni 500 mila lire, la tenuta di Capocotta valutata 480 milioni, una parte di Villa Savoia in Roma per 2 miliardi 195 milioni, I mobìli di Villa Savoia per 3 milioni e mezzo, I mobili del castelli del Piemonte per 14 milioni, la tenuta di Campo Bufalaro, nell'Agro romano, per 260 milioni. Fu assegnata invece al Demanio, quale quota di Umberto, il rimanente di Villa Savoia per .640 milioni, la tenuta di Monte Antene In Roma per 240 milioni. Si tratta, nel complesso, di un patrimonio valutato a circa tre miliardi e 700 milioni: la quota spettante a ciascuna delle quattro figlie di re Vittorio risulta quindi di circa un miliardo (oltre 921 milioni), senza tener conto della futura ripartizione del castello e della tenuta di Racconigi, beni di eccezionale valore. Al Tribunale di Torino ora le eredi Savoia chiedono che sia ordinata la divisione degli immobili secondo le quote e che sia anche stabilita la divisione dei mobili. Inoltre esse chiedono che si ingiunga alla-Amministrazione delI; Finanze di rendere conto del reddito dei beni, e di pagare la quinta parte della imposta patri montale e la quinta parte della tassa di successione, corrispon denti alla quota patrimoniale di Umberto di Savoia, incamerata dallo Stato. sindaco ha anticipato quanto è ormai noto: che non sono stato rilevate falsificazioni di verbali; che H consigliere Vezzani non era ma-i stato nominato presidente della sottocommissione, ma che aveva adempiuto a questa funzione con il tacito consenso dei commissari; e infine che il caso dell'autista Sgavctll, fu riesaminato dalla commissione su parere con- corde del vari membri /IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII