Oggi gli svizzeri decidono se concedere il voto alle donne
Oggi gli svizzeri decidono se concedere il voto alle donne Oggi gli svizzeri decidono se concedere il voto alle donne La Confederazione è uno dei pochissimi Paesi senza suffragio femminile-Cortei a Berna e Ginevra con cartelli: "Gli uomini al lavoro, le donne a casa,, - Incerto l'esito del referendum (Dal nostro corrispondente) Berna, 31 gennaio. E' da molti anni che una votazione popolare non appassionava tanto l'opinione pubblica elvetica come quella che domani dovrà decidere dell'ammissione delle donne alla vita politica del Paese. Per settimane e settimane i fautori e gli avversari del suffragio femminile sono stati impegnati in una accanita lotta che ancora stasera era in corso, come lo dimostra il fatto che per le vie delle principali città, come Berna, Zurigo e Ginevra, si sono mossi lunghi cortei propagandistici, in maggioranza contrari al voto delle donne. Su alcuni cartelli era scritto a caratteri cubitali: «Gli uomini al lavoro, le donne a casa >. Perché, può chiedersi giustamente un osservatore straniero, tanti svizzeri sono restii a concedere alle loro compagne un diritto che le donne hanno acquisito in quasi tutto il mondo? Al di fuori della Svizzera, infatti, soltanto una decina di Psosi extraeuropei continuano a negare al gentil sesso il diritto di recarsi alle urne. Un aspetto ancor più strano assume il caso della Confederazione elvetica se si tien conto che oltre ad essere uno dei Paesi più progrediti è stata la culla della democrazia. Le ragioni che indurranno domani molti cittadini di questo Paese a deporre un « no » nell'urna sono molteplici: chi è contrario al suffragio delle donne perché teme che potrebbe favorire un ulteriore sviluppo dell'emancipazione femminile, chi sostiene semplicemente che la partecipazione delle donne all'attività politica non può che nuocere agli interessi della nazione. Anche se 11 numero degli avversari del voto femminile sembra prevalere su quello dei fautori, i giornali di oggi si dimostrano non di meno molto cauti nelle loro previsioni. Alla vigilia del referendum, la situazione può essere cosi riassunta: si prevede che gli uomini dei Cantoni meno progrediti, che sono molto attaccati alle tradizioni, voteranno quasi all'unanimità contro l'introduzione del suffragio femminile, mentre nelle zone industrializzate del Paese si profila un successo di coloro che sono favorevoli (in alcuni Comuni come quelli di Basilea e di Riehen, le donne hanno già il diritto al voto). In complesso, gli aventi diritti al voto sono un milione e 400 mila, ma si ritiene che la percentuale dei votanti non supererà il 60-65%. Conviene aggiungere che (circostanza la quale rende ancor più ardua la posizione delle suffragette) il voto femminile non soltanto dovrà ottenere la maggioranza dei suffragi, ma dovrà essere approvato almeno in tredici dei ventidue Cantoni che formano la Confederazione. E' opinione generale che le direttive impartite dai diversi partiti ai rispettivi membri non avranno stavolta grande influenza sugli elettori; si pensa piuttosto che ognuno deciderà secondo la propria coscienza, lasciando da parte considerazioni di indole politica. Dei vari partiti, soltanto quello socialista che numericamente è il più forte, ha appoggiato il voto femminile; gli altri o si sono schierati contro — nome quello agrario — o non avendo potuto superare difficoltà interne hanno deciso di lasciare libera scelta ai loro seguaci. La questione del voto femminile viene portata dinanzi al popolo sovrano in seguito ad una iniziativa delle associazioni femminili che in questo Paese, pur non avendo voce in capitolo per quanto riguarda le faccende politiche, sono molto potenti. Dapprima le suffragette tentarono di raggiungere II loro scopo impugnando la validità dell'art. 74 della Costituzione che dice testualmente « Tutti i cittadini svizzeri, compiuta l'età maggiore, hanno diritto al voto e di essere eletti » Esse affermarono allora che nella parola « cittadini » erano comprese le donne, ma il Tribunale Federale di Losanna — che in un certo senso corri¬ sponde alla nostra Corte Costituzionale — non accolse le richieste dei gruppi femminili e così tutta la faccenda venne portata in Parlamento rhe, dopo lunghe discussioni, approvò il suffragio femminile. Come vuole la Costituzione elvetica, l'ultima parola tocca al popolo sovrano, che domani dovrà dire se considera o no la donna matura a partecipare all'attività politica del Paese 1. f ■ IIIIXIItlJlIIlllllllI^JIllJlIlllllllIlllilllIlllllllllliil
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