Esalazioni di gas filtrano dalla strada e riducono in fin di vita sei inquilini

Esalazioni di gas filtrano dalla strada e riducono in fin di vita sei inquilini L'incubo della morte in un edificio di largo IVIoncalvo Esalazioni di gas filtrano dalla strada e riducono in fin di vita sei inquilini // gas si espande nella cantina e sale ai due alloggi attraverso le condutture di un vecchio impianto di calorifero Salvataggio in extremis: la lavandaia non riesce a farsi aprire e fa telefonare da una casa vicina - Dall'altra parte del filo si sente un rantolo e un tonfo - L'allarme e l'intervento della polizia - Si spèra di strapparli alla morte Verso mezzogiorno di ieri due lavandai di Settimo, certi Musso, marito e moglie, si recavano col loro carro a consegnare un sacco di biancheria alla fiimiglia Mazzarino: una piccola famiglia composta dal signor Evandro d' 59 anni e dalla moglie Adelina Trogllo, che spesso ospitano un nipotino, figlio di una loro figlia. Dino di sei anni. I coniugi Mazzarino abitano al pianterreno rialzato di una casetta ad un piano, In via Moncalvo 25. La lavandaia suonava il campanello, due o tre volte, e non aveva risposta. Se ne andava allora per altre consegne e tornava alle 12 e 40 circa; suonava ripetutamente e alla fine sentiva, da dietro l'uscio, la voce della signora Mazzarino: una voce debole, stentata, lontana. — Mi faccia la cortesia di venire la settimana prossima... — mormorava la Mazzarino — adesso non sto bene... Sconcertata la Musso si allontanava e si dirigeva verso il carro in sosta in una strada vicina. Cammln facendo s'imbatteva in una conoscente, la cameriera Giovanna Ugneito, dipendente dello, famiglia Quadri, che è domiciliata nella casa accanto a quella dei Mazzarino. La Musso narrava alla cameriera dello strano colloquio avuto pochi minuti prima. «Ma cosa sta succedendo? Perché non mi hanno voluto apri? ». La Ughetto rincasava e sbrigate alcune faccende, alle 13 e 10, aveva l'Idea di telefonare ai Mazzarino. Il telefono squillava a lungo: tanto a lungo che la cameriera era 11 11 per riappendere. Poi, d'improvviso, qualcuno alzava il microfono e cercava di rispondere. « Pronto ! Pronto ! » gridava l'Ughetto «chi parla? E' lei, signora Mazzarino? Perché non mi dloe niente?». Si udiva un respiro lento, affannoso; poi un balbettio confuso, un bicvc lamento; e un tonfo, come di un corpo che s'accasci. La Ughetto non perdeva tempo Dal cortile della casa dove abita si può accedere, attraverso un cancelletto, nel cortile di via Moncalvo 25. La cameriera, fretta, si muniva della chiave, apriva il cancello e riusciva ad entrare nell'alloggio dei Mazzarino forzando la porta-finestra della cucina. L'odore di gas era molto forte. Con un fazzoletto sulla bocca e sul naso la L ghetto avanzava: in corridoio, accanto al telefono, il cui ricevitore pendeva, dondolando, c'era la slgno ra Mazzarino: si stava rialzando faticosamente, con aria intontita e smarrita. Sul lotto era steso lil marito, privo di sensi, accasciato sul divano il nipotino Dino vomitava in stato di semi-incoscienza. A gran voce la cameriera in vocava soccorso e nel tempo stesso spalancava tutte le finestre." Accorrevano alcuni vicini tra cui i signori Provera. Si telefonava alla Croce Rossa e nel giro di pochi minuti giungeva una autoambulanza. La signora Mazzarino si era ripresa e raccontava: » Stamattina abbiamo ominciato a sentirci male... Ricordo confusamente... Mi pare che sia venuta la lavandaia... Ho sen tlto squillare 11 telefono, ma non sono riuscita a rispondere... > « Avete dimenticato il gas aperto?». «No!.. 1 rubinetti chiusi e chiusa la chiavetta del bocchettone e del contatore... ». Si affacciava l'ipotesi di un'Infiltrazione dalla strada per rottura di un tubo. E contemporaneamente si pensava all'altra famiglia che abita nella casetta, al primo piano. « Dove sono 1 Bocca? ». « Non si sono visti... ». < Non sono mal usciti ». « Andiamo a vedere! ». GII infermieri iella Croce Rossa s'avventavano su per le scale, battevano all'uscio della famiglia Bocca, suonavano il campanello: inutilmente. A spallate abbattevano la porta. Un'acre zaffata di gas li investiva. L'alloggio era pieno di esalazioni, impossibile respirare. Nel rispettivi letti giacevano, inerti, la signora Rosina Ferraris vedo va Bocca di 69 anni, la figlia Emilia di 42 e il cognato Felice di 70 anni. La Ferraris e il cognato parevano in fin di vita. L'ambulanza trasportava i Bocca e i Mazzarino all'ospedale S. Gio vanni. Prognosi rlservatlssima per la vedova Bocca e per il Felice; in condizioni molto gravi la figlia; dopo le cure che li rianimavano gli altri erano dichiarati fuori pericolo. Svolgevano una rapida inchie¬ lllllllllllI sta di maresciallo Cerasa e 11 brigadiere Corriero della P. S. Borgo Po. Secondo le prime indagini li gas, causa la rottura di un condotto della strada, s'era Infiltrato nella Cantina e l'avevo saturata: dalla cantina le esalazioni erano salite negli alloggi lungo le canne di un vecchio impianto di caloriferi ora in disuso. I Mazzarino avevano da tempo tappato le griglie da cui entrava l'aria calda; 1 Bocca Invece le avevano lasciate com'erano una volta; di qui si spiega una quantità maggiore di gas al primo plano e minore al pianterreno. Lo scavo dei tecnici del gas per cercare il guasto

Luoghi citati: Emilia, Mazzarino