I più celebri carnevali sono minacciati dal Fisco

I più celebri carnevali sono minacciati dal Fisco Faticoso lavoro ài organizzazione in Piemonte I più celebri carnevali sono minacciati dal Fisco Nessuna sposa a Ivrea voleva accettare d'essere mugnaia per paura delle lasse: ora si è raggiunto un compromesso - Difficoltà anche a Chivasso ' , i a i i . r a n (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 29 gennaio. Era corsa voce che il carnevale d'Ivrea avrebbe saltato un anno, in seguito a difficoltà di carattere finanziario. Esso comporta spese ingenti che si aggirano intorno ai quattordici milioni, e tutte lo economie escogitate non bastavano a sanare un bilancio dove, di sicuro, si poteva fare affidamento soltanto su cinque milioni dell'Ente Provinciale per 11 Turismo, un milione e mezzo del Comune, cinquecentomila lire dei commercianti. Le economie erano state veramente drastiche: lo scorso anno, Cesare, 11 popolare guidatore dei pifferi e tamburi, aveva dovuto rinunciare ai baffi, perché il «comitato» del carnevale non aveva voluto pagargliene un palo di nuovi e i vecchi erano « storici » ma impresentabili. Per una questione di principio, Cesare non volle comprarseli con i propri mezzi. La questione finanziaria (baffi di Cesare compresi) è stata risolta dopo circa tre mesi di notti seminsonnl del comitato, ma a salvataggio compiuto, è balzata fuori una difficoltà insolita, del tutto nuova nella storia d'Ivrea carnevalesca: trovare una mugnaia. Non già che mancassero spose' recenti, dispostissime a sguainare la spada per decapi tare il conte di Biandrate o il marchese di Monferrato come punizione eterna della loro pessima condotta sociale e morale; spose ce ne sono e « vez zose» come vuole la tradizione; ma, una dietro l'altra, non appena sollecitate, rinunciavano al grandissimo onore per paura del fisco. Dicono che a Ivrea, attualmente, il fisco sia particolarmente severo; e, tra le manifestazioni esteriori della ricchezza, ci sarebbe 'adesso il titolo di « mugnaia ». E' tradizione che essa contribuisca alle spese, e non sono trascurabili: basti pensare che in tre giorni, la mugnaia lancia ai suol ammiratori dodici quintali di caramelle, tre di cioccolatini, venti di arance, nonché diecimila mazzetti di fiori. Anche quest'ultimo problema è in via di soluzione, perché il comitato si assume le spese della mugnaia, o per lo meno così ha proposto Sembra certo che una mugnaia stia per spuntare all'orizzonte: dicono già che sia bionda, astigiana, e moglie di un proprietario di garage. Per 11 resto, nessuna altra ombra: il generale c'è già nella persona del sig. Ermanno Ozino, stanno arrivando le arance dalla Sicilia per circa venti vagoni. Il problema della mugnaia si estende pure al carnevale di Borgofranco di Ivrea, al quale poi ne occorrono due. Ma, qui 11 problema è diverso: il fisco non c'entra. E' che le « mu gnaie > di Borgofranco, pur cooperando all'uccisione dei tiranni, sono nubili. E nessuna vuol essere < mugnaia », perché poi la prendono to giro come « donna pericolosa » per la sua energia, e quindi sconsigliabile come moglie. Borgofranco ha tre carnevali (Borgofranco, 01metto e Cascine) che si fondo no in uno come sfilata, ma divisi in precedenza dal più assoluto segreto sul protagonisti Può darsi che Borgofranco e Cascine fingano di non riuscire aptDtsuicqtrmmtcVMApc a trovare la loro « mugnaia > per concentrare su di essi l'attenzione generale, al danni di Dimetto che non ha mugnaia t perché — ci dicono — non siamo mal riusciti a pagarcene una >. Sono intanto assicurati i tre generali. Forse Borgofranco e Cascine confermeranno quelli dello scorso anno. Olmetto, no. Chi sia il nuovo generale, mistero. Si sa però che Olmetto avrà una cavalcata di sei magnifiche ragazze. Nessuna difficoltà ha incontrato Carema, dove si sa già che il generale è 11 gestore delVEnal e mugnaia la signorina Mirande V: !»-etto, di anni 20. Anche Pont Saint-Martin ha pronti i suoi < eroi > che sono un console romano, San Martirio, il Diavolo e la ninfa del Lys ma, su i loro nomi, silenzio. Castellana di Verres, ossia la ardimentosa Caterina di Challant, sarà la signora Fiorine Ottolenghi, proprietaria di un negozio di alimentari a Nus. Di Baio Dora e Lessolo, non si sa ancora nulla. Lì pure debbono nascere generali e mugnaie. E' tutto pronto viceversa a Castellamonte, dove la « Bela Pignatera » è la signora Marisa Rua e generale è suo marito Oreste Musso. La « Bela Pignatera » è l'erede di < Re Pignattone », simbolo di un'industria già prospera, quando il metallo non aveva ancora aggredito i vasi di terracotta. Come compromesso con le nuove industrie la « Pignatera > è chiamata anche « Castellana ». Saltiamo carnevali minori come quelli di Strambino e Caluso per correre a Chivasso. LI, dopo Torino, si raccògl'e il più gran numero dei festanti ma cinque giorni dopo il carnevale, cioè per il carnevalone. L'anno scorso se ne calcolarono su i settantamila. Ed ecco anche qui un dispiacere provocato dal fisco, il quale sicuro che tutti i settantamila avessero pagato per entrare nel recln to chiuso, ha presentato conti durissimi. Invece, i < paganti » erano rarissimi. Comunque Chivasso non si spaventa: essa tiene molto a tre cose: I suoi sanati, 1 suol nocciolini, il suo carnevale. Non rinuncerà mai a nessuna delle tre. E' già eletto l'«Abbà» (ing. Franco Bo) e scelta la « Bela Tolera », signorina Costanza Bagnasacco, 19 anni, la quale dopo aver pianto dalla gioia e per l'ap prensione, si accinse a brillare con la ima grazia come vn'altra Bagnasacco eletta nel 1906, e che era la zia di suo ladre a. a.

Persone citate: Abbà, Bagnasacco, Baio, Caterina Di Challant, Costanza Bagnasacco, Ermanno Ozino, Fiorine Ottolenghi, Franco Bo, Marisa Rua, Pont