Marito e moglie digiuni da due giorni tentano un furto in chiesa per sfamarsi

Marito e moglie digiuni da due giorni tentano un furto in chiesa per sfamarsi Marito e moglie digiuni da due giorni tentano un furto in chiesa per sfamarsi Lui è un dottore in legge: un grave male lo ha gettato nella miseria l due coniugi, sorpresi e denunciati dal sacrestano, sono stati arrestati (Nostro servizio particolare) Kounu, 27 gennaio. Un pietoso episodio è accaduto ieri in una chiesa del centro di Roma e ha avuto per protagonisti due non più giovani coniugi caduti nell'indigenza. Digiuni da due giorni, per potersi sfamare essi hanno tentato di rubare l'ornamento di un altare. Il sacrestano della chiesa di San Claudio, sopraggiungendo nella navata centrale del tempio, ha notato che un uomo e una donna stavano staccando, presso un altare, una mensola adorna di un angioletto appesa ad una delle lesene di una cappella E' accorso presso i due, che alla sua vista desistevano prontamente dal loro proposito. Senza ascoltare le loro parole di giustificazione, il sacrestano è uscito subito sulla strada e ha chiamato un agente. Il funzionario invitava l'uomo e la donna a seguirlo al vicino commissariato di Trevi. Qui essi venivano identi¬ ficati per il dott. FrancescoRiccio di 48 anni e sua mo glie Giuseppina Segneri di 44 anni, entrambi residenti a Roma. Laureato in giurisprudenza, il dott. Riccio, dopo aver tenuto per anni un impiego in un'azienda privata, era stato costretto tempo fa a rassegnare le dimissioni. Un grave esaurimento nervoso gli impediva ogni genere di attività. Pur abitando con la moglie un appartamentino di sua proprietà in un quartiere periferico, il Riccio, rimasto inattivo e costretto ad immediate e costose cure, aveva visto i suoi esigui risparmi esaurirsi a poco a poco. Alle ristrettezze era seguita la miseria più completa. Da due giorni i coniugi non prendevano cibo. Ieri erano venuti in centro a piedi. Entrati nella chiesa per trovarvi un po' di ripoBO e di calore, era loro balenata ad un tratto l'idea di rubare un arredo, andarlo * vendere .e procurarsi un po' di cibo. Tremando si erano accostati all'angioletto dorato nell'intento di staccarlo dal muro. Essi Ignoravano che il piccolo oggetto di stucco dipinto con la porporina non aveva alcun valore e che nessun antiquario avrebbe voluto comprarlo anche per poche lire. Davanti al commissario, prostrati dalla vergogna, con la voce rotta dalle lagrime, i due hanno raccontato la loro storia angosciosa. « L'esuuri mento nervoso hon mi permette di lavorare — ha detto l'uomo fra i singhiozzi. — Non ho più un soldo per curarmi e sfamare mia moglie. Non ci è rimasta che la disperazione ». Pur constatando la nessuna entità del furto e comprendendo il doloroso dramma, il commissario ha dato corso alla legge. Ha denunciato i due per tentato furto e lì ha fatti tradurre al carcere. Spetterà ora alla magistratura esaminare 11 pietosissimo caso. a. n.

Persone citate: Giuseppina Segneri, Riccio

Luoghi citati: Roma, Trevi