Giornata di disordini a Firenze per lo sgombero della «Galileo»

Giornata di disordini a Firenze per lo sgombero della «Galileo» Piazza della Repubblica teatro di violenti scontri Giornata di disordini a Firenze per lo sgombero della «Galileo» La fabbrica era occupata da venti giorni - Intervento delta polizia per fare uscire le maestranze - Quattro ore dopo, ortei di dimostranti si dirigono verso la prefettura: primi scontri con le forze dell'ordine - Il Vescovo scende in piazza per placare gli animi - Tra gli agenti e i civili molti contusi e feriti leggeri - Dieci persone arrestate e denunciate (Dal nostro corrispondente) Firenze, 27 gennaio. Firenze ha vissuto oggi una drammatica giornata. Nelle prime ore della mattina, su ordine della Magistratura, polizia e carabinieri hanno fatto sgomberare le officine Balileo che la sera del 9 gennaio erano state occupate da 350 operai. Nell'interno dello stabilimento si trovavano soltanto 140 dipendenti: sono usciti uno per uno avviandosi silenziosi verso le rispettive case. Più tardi, come la notizia si è diffusa tra le. fabbriche della zona industriale di Rifredi, si sono no¬ tati i primi segni di fermento. La Cgil,'la Vii hanno proclamato lo sciopero generale. Cortei di operai si sono mossi verso il centro. La polizia è intervenuta per scioglierli; ma essi si sono ripetuti senza posa. In diverse zone quindi si sono avuti scontri tra dimostranti e polizia: il bilancio è di una sessantina di feriti e contusi. Ecco la cronaca degli avvenimenti. Alle 4 di stamane, reparti di polizia e di carabinieri bloccavano gli ingressi delle Officine Balileo di via Carlo Bini e della succursale di Doccia. Pochi o. ai è a si è e li di ae lhi a i a n li nle ni nde o d e riseod i e fli ane, li oo a sominuti dopo, il dirigente l'ufficio politico della questura, dott. Locchi, ed il commissario dott. Alparone entravano nell'interno della fabbrica e notificavano ad uno degli operai di guardia l'ordine di sgombero emanato dalla magistratura. L'ordine veniva eseguito con calma Alle sei lo stabilimento era vuoto. La notizia è stata conosciuta in città prima ancora che uscissero i giornali del mattino. I sindacalisti della c.d.L. hanno indetto alle 10 uno sciopero generale di protesta che tranvieri, gasisti e netturbini, aderenti alla Cgil e alla UH, hanno immediatamente attuato. Alla manifestazione non hanno partecipato gli iscritti alla Cisl e quelli della Cianai Prima ancora che venisse proclamato lo sciopero, in molte fabbriche gli operai erano usciti e in lunghi cortei si erano avviati verso il centro. I primi incidenti si sono avu ti alle 10, quando colonne di dimostranti hanno cercato di raggiungere Palazzo Riccardi, sede della prefettura: affrontati dalla polizia, essi sono sta ti dispersi, ma sono tornati a riunirsi poco dopo in Piazza della Repubblica, ove gli agenti sono dovuti più volte intervenire compiendo evoluzioni con molte camionette. Una de Cina di dimostranti sono rimasti feriti o contusi; anche alcuni agenti, colpiti da sassi, hanno riportato contusioni, i tavolini del caffè « Biubbe Rosse » sono stati fracassati dai dimostranti che poi si sono serviti dei pezzi di legno o di metallo come di clave. In piazza del Duomo, verso le 12,30, la forza pubblica è dovuta intervenire contro un altro numeroso gruppo di operai facendo uso di idranti e candelotti lacrimogeni. A quest'ora negli ospedali si erano già fatte med care una trentina di persone. dPoche ore di calma e poi Inuovi disordini. Verso le'ore 16, in piazza del Duomo e nelle adiacenze di piazza San Biovanni, una camionetta della Celere lanciata in evoluzioni per disperdere gli assembramenti finiva dentro una farmacia mandando la vetrina in frantumi. In questo momento il Vescovo coadiutore, mons. Florit, usciva dal palazzo dell'Arcivescovado e scendeva in mezzo alla piazza cercando di far opera di pacificazione e di persuasione fra i dimostranti pregandoli di astenersi dalla violenza e di tornare a casa. Ma l'invito non- veniva raccolto. Mons. Florit aveva anche un colloquio con il vice-questore Finocchiaro, che dirigeva il servizio d'ordine. Infine il presule rientrava nel palazzo arcivescovile e la situazione si faceva ancora più tesa: i dimostranti si impossessavano dèi tralicci metallici che rivestono attualmente la facciata del palazzi) Ceci e Rossi in via dei Pecari, ove sono in corso lavori di restauro, e di quelli della costruendo sede del Banco di Sicilia in piazza della Repubblica. I tubi d'acciaio servivano per innalzare delle specie di barricate in via Brunelleschi, via degli Speziali, via Tosinghi e piazza della Repubblica. In quest'ultima località era riunito un gruppo di forse tre cento dimostranti: si trattava in gran parte di giovani dai 16 ai 18 anni, con le tasche piene di sassi e di pezzi di mattone. Bli sbarramenti di via degli Speziali e via Brunelleschi sono stati facilmente eliminati dalla Celere; quello, posto sotto l'arco di piazza della Repubblica, invece, ha resistito per circa un'ora. Bli agenti hanno attaccato sia con bombe lacrimogene sia con gli idranti. Nella piazza sono echeggiati, ad un certo momento, anche alcuni colpi di arma da fuoco sparati in aria. Dopo circa mezz'ora di attacchi a ondate successive, sono intervenute le « Campagnole », che giungevano in piazza Ideila Repubblica a sirene spie'gate. Contro ogni < Campagno- la» in arrivo partiva da sotto l'arco una nutrita salva di sassi. Quattro camionette sono , i e a a 6 e riuscite tuttavia a passare. La quinta (forse il pilota è stato colpito da un sasso) ha sbandato in curva ed è finita di traverso' sul marciapiede della banchina. Bli agenti sono discesi e si sono allontanati: i manifestanti erano in molti è tiro pochi. ìjton avrebbero poj -.'o difendersi altro che spado, e avevano ordine di farlo..La macchina è rifa W abbandonata e i distranti l'hanno rovesciata e i hanno dato H fuoco. Le fiamme sono in breve divampate altissime. Si temeva che potesse scoppiare il serbatoio, il che avrebbe costituito un grande pericolo date le numerose automobili parcheggiate nei pressi. Di li a poco giungevano i vinili del fuoco, che con alcuni getti di schiuma, hanno spento l'incendio. La « Campagnola » era ormai un ammasso di ferraglie annerite. La situazione appariva a questo momento davvero grave; la piazza praticamente era nelle mani dei dimostranti. Si sono avuti altri lanci di bombe lacrimogene, si sono uditi altri spari isolati. Infine, ecco giungere, con un tenente disarmato in testa, una pattuglia dei carabinieri. I militi si sono avvicinali alla barricata; i dimostranti non hanno reagito. I carabinieri silenziosi, rapidi e precisi hanno cominciato a smontare lo sbarramento spostando i tubi ed eliminando i cartelloni pubblicitari che erano stati sradicati. Si è udito qualcuno gridare: < Non tirate ai carabinieri». Un sasso ha ugualmente colpito alla testa il disarmato comandante della pattuglia. I militi hanno allora imbracciato i moschetti; ma non hanno sparato. L'ufficiale colpito si-è allontanato accom*pagnato da alcuni dei suoi uomini. Bradatamente i carabinieri hanno esteso il loro controllo a tutta la piazza, sema essere ostacolati dai dimostranti. Poi hanno bloccato le strade della zona. Erano le 19 o poco più, quando le autorità hanno assunto in pieno il controllo della situazione. La gente, rimasta sorpresa negli uffici della piazza e nei caffè, ha approfittato del momento di calma per • allontanarsi rapidamente. • • ■ •- : A sera, fra le SO e mezzanotte, non è più accaduto nulla. Faceva freddo e le strade erano deserte. Risulta che le forze dell'ordine hanno fermato 40 persone di cui dieci sono state dichiarate in arresto e denunciate per < violenza, oltraggio, resistenza alla forza pubblica e partecipazione a v.anif'estazione sediziosa ». La direzione della Balileo ha annunciato che in seguito allo sgombero dello stabilimento, domani riprenderà il lavoro per i non licenziati. Giulio CAcci j Un drammatico momento degli scontri ohe si sono purtroppo ripetuti per tutta la giornata di ieri a Firenze (Tel.)

Persone citate: Alparone, Campagno, Ceci, Finocchiaro, Florit, Locchi, Riccardi, Rossi

Luoghi citati: Cina, Firenze