L'ospedale: "era maschio" La clinica: "era femmina"

L'ospedale: "era maschio" La clinica: "era femmina" La vicenda della "bimba scambiata,, L'ospedale: "era maschio" La clinica: "era femmina" Ognuno esclude il proprio errore e intanto i genitori vivono in angosciosa incertezza (Dal nostro corrispondente) Padova, -26 gennaio. Il caso del neonato scambiato è più ingarbugliato che mai. Il direttore dell'ospedale di San Dona di Piave, dott' Bruno Nardini, ha fatto questa sera la seguente precisazione- « La signora Luigia Baldissin in Fregonese, da Zenson di Piave, fu ricoverata d'urgenza alle ore 12,30 del 13 ottobre 1958 per gravidanza ai settimo mese non compiuto con sintomi di gravissima nefropatia. Per tale affezione alle 19,30 dello stesso giorno fu sottoposta da parte del prof. Antonio Girardi a taglio cesareo con estrazione di un bambino di sesso maschile apparentemente vitale del peso di grammi 1700 che fu Immediatamente posto in culla termostatica sotto tenda di ossigeno e battezzato dal sacerdote dell'ospedale Don Carlo Marcon col nome di Francesco. < Il giorno seguente alle ore 10 con l'apposita autolettiga provvista di culla termostatica della Croce Verde di Padova, il bambino fu trasferito al Centro immaturi della clinica pediatrica dell'Università di Padova. L'assistente sanitaria, inviata come di consueto per rilevare gli immaturi, lia ricevuto in consegna il neonato compilando l'usuale stampato e verificando le condizioni ed il sesso del neonato ». Questa la campana di San Dona. Ecco ora quella di Padova. Il dott. Lino Miotti, presidente dell'Ospedale civile di Padova ha pure fatto oggi alcune ferme dichiarazioni. Dopo avere ammesso che a priori non si può escludere un eventuale errore addebitabile al personale della clinica pediatrica, egli ha detto però che le indagini che l'amministrazione ospedaliera e la direzione della clinica stanno conducendo attraverso il più minuzioso esame di tutto 11 movimento degli immaturi — entrati, usciti e deceduti — e dell'andamento della degenza controllo del peso, dello stato generale, degli esami clinici e di laboratorio —, l'esame del sangue e la ricerca presso tutte le famiglie degli Immaturi dimessi, nonché il controllo di tutte le altre circostanze portano finora a ritenere che la creatura dei coniugi Fregonese non sia stata oggetto di una sostituzione. Le indagini si concluderanno fra qualche giorno, ma ormai decisiva sembrerebbe la testimonianza dell'infermiera che ricevette il neonato. Questa asserisce senza esitazioni che si trattava di un immaturo di sesso femminile e di questo parere è pure un'altra infermiera addetta al reparto. Si sarebbe cioè trattato In definitiva di una svista nella iscrizione dell'immaturo nei registri di entrata sulla base del documenti rilasciati dall'ospedale di San Dona di Piave. Durante il ricovero poi è impossibile che sia avvenuto uno scambio tra immaturi per il semplice fatto che, messi nella culla termostatica, non ne vengono tolti che a completa maturazione. CI troveremmo quindi di fronte a un errore nell'accertamento del sesso all'atto della nascita. La clinica di Padova el. scarica cosi da ogni responsabilità. In proposito, ha continuato il dott. Miotti, occorre rileva re che tali errori sono più frequenti di quanto non si creda perché in un immaturo di sei mesi e mezzo l'cvidenziazione del sesso spesso non è completamente definita si che una superficiale obiettivazione può dar luogo a diagnosi inesatte che si rivelano tali solo con la successiva maturazione. Questo è il parere del prof. Bentlvoglio, direttore della clinica pediatrica, pare' re suffragato da una copiosa letteratura e da testimonianze scientifiche. « Possiamo quindi attendere con fiducia — ha concluso il dott. Miotti — l'esito delle ultime Indagini coscienti di aver fatto tutto quanto era necessario per dare al coniugi Fregonese la tran' quilla certezza che nessuna sostituzione è avvenuta e che nessun errore è stato commes so nella clinica di Padova». Ma i coniugi Fregonese non possono certo essere tranquilli. Chi avrà ragione: l'ospedale di San Dona di Piave o la eli nica padovana? La signora Fregonese ha voluto oggi recarsi a visitare la piccina che è sempre ricoverata nella clinica di Padova. La vista di quel fagottlno roseo l'ha commossa sino alle lacrime. Quella piccina chi è, se non è sua figlia? E con chi resterà? E il suo bimbo, quello che ha dato alla luce a San Dona di Piave, come conferma stasera il direttore dell'ospedale, chi lo ha preso? a. v.

Luoghi citati: Padova, Zenson Di Piave