Colloquio Togni-Fanfani sulla lettera di dimissioni

Colloquio Togni-Fanfani sulla lettera di dimissioni Colloquio Togni-Fanfani sulla lettera di dimissioni Un'ora e mezzo di discussione - Il ministro si lamenta per l'atteggiamento di alcani parlamentari d. c. e diserta le riunioni per il Codice della strada - Il Presidente del Consiglio spera di farlo recedere dal suo proposito - Un incontro con Saragat e Rumor (Nòstro servizio particolarej Roma, 21 gennaio. Il « caso Togni » sarebbe chiuso; 11 ministro non insisterà nelle dimissioni dal Lavori Pubblici. Questo dicono al Viminale dopo il colloquio di novanta minuti che il Presidente del Consiglio ha avuto, stamani, con il suo collaboratore. L'incontro Fanfani-Togni era stato preparato dal sottosegretario alla Presidenza del ConsigUp, on. Antonio Maxia, che è il collaboratore numero uno di Fanfani e grande amico del ministro. Togni ha illustrato, senza perifrasi, a Fanfani le ragioni che l'avevano indotto a scrivere la sua amara lettera. « E' indispensabile la subordinazione degli interessi particolari a quelli generali della collettività» ha detto Togni riferendosi all'atteggiamento assunto da alcuni deputati de, tra cui, a quanto si dice, gli on 11 Vedovato e Carcaterra, durati te la discussione delle modi li che al Codice della strada. Nell'entourage del ministro, invece, si afferma che II caso non è ancora chiuso e forse non lo sarà tanto presto. Alle riunioni delle commissioni dei Trasporti e Lavori Pubblici che stanno frugando nella selva degli emendamenti al Codice della strada, l'on. Togni ha inviato, in sua vece, il sottosegretario Ceccherini, il quale è assistito da un tecnico. L'Agenzia di slampa che rispecchia le idee del Ministro Togni pubblica stasera una nota dal titolo: « Proroga del Codice della strada, coerenza e responsabilità ». Vi si legge, fra l'altro: « Davanti allo spettacolo quotidiano di lutti e di sciagure, la considerazione, per altro forzatamente contraddittoria, di manifesti giuochi di interesse, avrebbe dovuto e potuto disciplinarsi, dando atto al governo della sua democratica tempestività nel proporre alcune modifiche che erano state, del resto, lealmente concordate e discusse, senza alcuna eccezione, con tutte le parti chiamate direttamente o indirettamente in causa dall'emanazione del tanto atteso provvedimento. « Se si considera, poi, che la pioggia degli emendamenti non tende tanto a conseguire taluni aggiornamenti o modifiche di carattere funzionale nel senso ispiratore della leg-1 ge, ma a travisarne lo spirito, e addirittura a rovesciare le intenzioni del legislatore, si vedrà come la « protesta » del Ministro Togni sia tutt'altro che attribuibile a motivi di prestigio, o Ui considerazioni personali ». Il Gabinetto Fanfani ha, dunque, scongiurato il pericolo che il « caso Togni » possa influire sulla stabilità del ministero? I sostenitori del governo dicono di sì, gli avversari, invece, sono scettici. L'on. Saragat appare dec'so a tener duro, nonostante i moti centrifughi nel suo partito: «Non sarò certo io che mi assumerò la responsabilità di provocare una crisi di governo », ci ha dichiarato stamani. Fanfani ripete altrettanto. I notabili de dicono, nei colloqui confidenziali, che è forse giunto il momento per il Presidente del Consiglio di scegliere tra la direzione del governo e quella del partito; ma i suoi amici affermano che « non c'è scelta da fare » e chi« semmai i problemi df questo genere li risolverà il congresso democristiano di aprile a Firenze ». Gli sviluppi della situazione 1 politica • parlamentare sono stati esaminati questa sera da Fanfani, Saragat e Rumor. L'incontro fra il Presidente del Consiglio, il Segretario del psdi e il vice-Segretario della de è avvenuto in una sala di Montecitorio, Si è parlato, a quanto si assicura, della minaccia di secessione della sinistra socialdemocratica, che non sembra, tuttavia, destinata a realizzarsi tanto presto. L'ha fatto capire lo stesso on. Matteo Matteotti, il quale ha annunciato che la sua corrente rimane ferma nella richiesta di convocazione del Comitato centrale e tornerà a ripeterla « nelle forme dovute, finché non verrà accolta ». Occorre che la domanda sia firmata dà un terzo del 61 componenti li Comitato centrale; la tendenza di sinistra può contare su questa cifra solo se il gruppo dei sindacalisti della Uil affiancherà i < fedeli » di Matteotti e Zagarl. Il segretario generale dell'Uil, Italo Viglianesi, che fa parte della direzione socialdeinocratica, sta svolgendo una azione mediatrice tra la maggioranza e la frazione di sinistra L'on. Nenni, che presiederà domani la seconda riu¬ l nione della direzione del suo partito eletta a Napoli, ha dichiarato stasera che « non c'è stata e non c'è nessuna trattativa con la sinistra socialdemocratica ». L'accesa polemica tra Sara gat ed il deputato laburista Crossmann non accenna a terminare e se ne ritrovano gli strascichi in un editoriale dell'organo socialdemocratico, che sarà pubblicato domani. Vi si legge che la previsione di Crossmann, secondo il quale il primo effetto del congresso del Psi sarebbe stato la caduta del governo in conseguenza della scissione nel Psdi, < fa comprendere le ragioni di tante speranze e di tanti entusiasmi, che sono stati suscitati in Italia ed anche all'estero dal congresso del Psi. Una secessione del Psdi potrebbe comportare a breve scadenza una crisi del governo di centro-sinistra. Ma a chi giova? Non comporterebbe un allargamento dell'area democratica, né favorirebbe l'unità socialista, con tutte le garanzie democratiche, l'unità europea, la difesa dell'Occidente, la causa della pace e della coesi¬ stenza ». v. a.

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