La Camera inizia una vivace discussione sulle risultarne dell'inchiesta Giuffrè» di Enrico Altavilla

La Camera inizia una vivace discussione sulle risultarne dell'inchiesta Giuffrè» Polemiche a Montecitorio alla ripresa del lavori La Camera inizia una vivace discussione sulle risultarne dell'inchiesta Giuffrè» Comunisti, liberali, monarchici e missini criticano l'operato dei pubblici funzionari e il "clima,, che ha reso possibile l'attività del "banchiere,, - tanfani richiama d'urgenza a Roma i deputati della maggioranza; per evitare l'insidia dei "franchi tiratori,, forse verrà posta la fiducia - Il voto probabilmente domani (Nostro servizio particolare) Roma, 21 gennaio. Tornato oggi per la quarte, volta nell'aula di Montecitorio, il «caso Giuffrè» dovrebbe concludersi dopodomani con un voto dì fiducia sulla mozione presentata dagli on.li Gui e Saragat. Fanfara non ha ancora annunciato di voler nuovamente verificare la maggioranza; ma potrebbe aver l'intenzione di chiedere la fiducia per impedire una manovra dei «franchi tiratori», estremamente pericolosa in questo delicato momento politico. Lo al dovrebbe desumero dall'invito rivolto telegraficamente a tutti i parlamentari della maggioranza perché tornino immediatamente a Roma, interrompendo anche le missioni all'estero. Cosi Giancarlo Matteotti, raggiunto dal messaggio di Saragat mentre era in navigazione, è sbarcato in un porto del Medio Oriente per rientrare in volo a Roma, e il democristiano Bettiol ha dovuto percorrere quasi mille chilometri sulla « pista degli elefanti » per prendere all'aeroporto di Nairobi un apparecchio con cui far ritorno in Italia. Paolo Rossi, che è in India, non dovrebbe giungere in tempo: ma d'altra parte saranno assenti Togliatti e Giancarlo Pajetta, che partono do- j m*ni sfra Mosca- I Non dovrebbero esservi quin- di assenze ingiustificate, che potrebbero mettere in dubbio l'esito del voto, per il quale sarà decisivo l'atteggiamento dei repubblicani e quello degli altoatesini. Se invece Fanfani non chiederà la fiducia, si dovrebbe votare sulle singole mozioni presenti (quattro d'opposizione e una favorevole) o su un ordine del giorno unificato delle opposizioni che probabilmente avverrebbe a scrutinio segreto: con tutte le possibili sorprese di questo tipo di votazione. Oggi il dibattito alla Camera ha quasi destato l'impressione che, di tutta la faccenda riguardante l'i Anonima Banchieri >, il signor Gian Battista Giuffrè sia soltanto un personaggio secondario. E del resto l'inchiesta svolta dalla commissione parlamentare non iiiiiiiiiiiiiniiii iniiiiiiiiiiiniiiiiiiniiiiiiinm riguardava direttamente l'attività del Giuffrè, ma il comportamento dei pubblici funzionari in rapporto all'attività dell'< Anonima Banchieri >. E l'opinione pubblica — come ha detto uno degli oratori — non si domanda tanto quali siano le responsabilità del Giuffrè; ma come sia stato possibile, in un Paese dove occorre una licenza per vendere limoni all'angolo delle strade, che il Giuffrè abbia potuto svolgere indisturbato i suoi vasti traffici, e come, in un Paese dove si rischierà la. galera guidando l'automobile a oltre cinquanta chilometri l'ora, siano ancora impuniti non soltanto il Giuffrè, ma anche quei pubblici funzionari che hanno tollerato e talvolta incoraggiato la sua c catena di S. Antonio ». Ora per punire il Giuffrè occorrerà una eventuale sentenza della magistratura, sulla quale il Parlamento non può esercitare pressioni; ma per punire i funzionari basterebbero — anzi, sarebbero dovuti bastare — dei provvedimenti amministrativi. E il Parlamento ha il diritto di domandare perché non siano stati presi. Il Parlamento ha anche il diritto di sapere — come ha detto il liberale Bignardi — in qual modo 'si sia formato il clima che ha permesso al Giuffrè di operare con tanta tranquillità e perché non siano stati protetti i funzionari contro alcune pressioni e < raccomandazioni », che li hanno indotti a non approfondire le indagini. E perché esistano, fra ministero e ministero, fra ministro e ministro, delle saracinesche d'acciaio che impediscono al capo d'un dicastero di conoscere le iniziative prese dal capo d'un altro dicastero. E' un problema di costume — ha continuato a dire l'on. Bignardi — e non verrà risolto con i provvedimenti, talvolta ingenui, che i vari Ministri vorrebbero ora adottare per venir incontro alle richieste del Parlamento. Cosa si vuol fare? Chiedere il certificato penale e quello dei carichi pendenti alle persone ensfisuvd(—sfddgabtcn«rmlnltdagcisncgacmfismmllmpncmsmTin iniiiiiiMiiniininininininininininiiin estranee alla pubblica amministrazione che verranno assunte nei gabinetti e negli uffici stampa? (« a qualche cosa servirebbe » — proclama una voce dal centro). O si vuol vietare ai capi-divisione di ricevere i padri cappuccini? (« anche questo servirebbe » — insiste la stessa voce). Bignardi ha difeso ì religiosi implicati nel « caso Giuffrè », parlando dell'ingenuità dei parroci poveri, desiderosi di riparare ai danni della guerra e, in parte, ha difeso anche 11 Ministro Preti che ebbe 11 coraggio di mettere il dito sulla plaga. «Peccò di occesso di zelo, di eccessi "!i ono? Ma tutto fu ecess'vo nel « caso » Giuffrè, svoltosi in una regione passionale, in un clima da cavalier Mostardo. E l'on. Preti è un romagnolo. Ma non ci piace — ha continuato l'oratore — che egli abbia tentato di mutare le leggi con ordini telegrafici di servizio. E ancor meno ci piace la divulgazione del memoriale, specialmente quando ricordiamo il doppio gioco del capo ufficio stampa del ministro, Matacena, il quale proprio mentre consegnava il memoriale a un giornalista telefonava a una agenzia per smentire le accuse contro Andreotti contenute nel memoriale stesso e si giustificava poi dicendo: « Il Ministro non poteva agire altrimenti: la lotta alla destra democristiana è meglio farla all'interno .del Gabinetto che dall'esterno ». Più violento, il missino Romualdi si è domandato come possano continuare a restare nel governo l'accusato e l'ac cusatore; e come possa aver manifestato l'on. Fanfani la sua solidarietà a Preti. Il co munista Assennato ha avuto un lungo scambio di battute polemiche " con il ministro Tambroni, dopo aver rifatto la storia di alcune interferenze ecclesiastiche e dopo aver insistito sulle reticenze dei testi convocati dalla commissione. Anche il de/.utato comunista s'è domandato perché nessuno si mosse nonostante le molte rivelazioni, prove¬ nininniniiiiiiiiiiiiiiiiiiiinniiiiiiiinniiiiiiiiii) nienti anche da ecclesiastici 1 quali si mostrarono più zelanti dei pubblici funzionari. E ha domandato perché sia ancora in servizio il colonnello Bernard, nonostante le responsabilità emerse da un rapporto che si tentò di tenere celato alla Commissione, la quale non ne avrebbe avuto conoscenza senza un'ammissione del generale Restagno. Qualche rivelazione dell'on. Assennato — cosi quella sul parroco interrogato dalla Commissione che disse: « SI, compro, latvo che qualche imbroglio e'ira e che non tutto era pulito. Ma non c'arano prove iiicure; o. il denaro non puzza o quella sull'altro parroco che ammise di aver ricevuto dal Giuffrè interessi del 60%, ma di aver versato interessi molto inferiori alle persone che gli avevano affidato i quattrini, trattenendo la differenza per le spese della parrocchia — ha provocato molte interruzioni da parte dei democristiani. Ma l'on. Assennato talvolta si libera con facilità degli avversari; la sua bàttuta preferita sembra essere: « Ma vada a farsi un gargarismo ». Per ultimo ha parlato, molto polemicamente, il monar¬ chico Romano. Domani prenderanno la parola i rappresentanti della d.c. e della socialdemocrazia. A tutti risponderà, prima del voto, il Presidente del Consìglio. Enrico Altavilla

Luoghi citati: India, Italia, Medio Oriente, Mosca, Nairobi, Roma