Eisenhower si conferma disposto a trattative «ragionevoli» con Mosca di Ferdinando Vegas

Eisenhower si conferma disposto a trattative «ragionevoli» con Mosca Ampio commento agli incontri con rinviato di Kruscev Eisenhower si conferma disposto a trattative «ragionevoli» con Mosca Il suo governo non discuterà «sotto la coercizione», ma prenderà in esame «ogni proposta utile alla distensione, in qualsiasi tempo e luogo» - Mikoyan non si è dimostrato conciliante, ma ha capito la volontà di pace dell'America - Gli esperti di poli fica russa Kennan e Bohlon convocati alla Casa Bianca, mentre Washington consulta per via diplomatica gli alleati europei Il diffìcile dialogo Le ultime battute di Mikoyan in terra d'America sono state alquanto pesanti, tra la severità ed un umorismo perfino feroce; il «turista » sovietico, come scrive Le Monde, ha mostrato gli artigli sotto la zampa di velluto. Tuttavia, se guardiamo alla sostanza, si può dire che il bilancio del viaggio è in complesso positivo; se Mikoyan si proponeva di rompere il ghiaccio, stabilire dei contatti umani, svolgere insomma una « missione di buona volontà», questo scopo l'ha indubbiamente raggiunto. Non rientrava invece nei suoi obiettivi quello di ottenere dei risultati concreti; non deve quindi meravigliare che al termine delle lunghe conversazioni fra l'ospite russo e i dirigenti americani ognuna delle due parti sia rimasta sulle proprie posi' zioni. Quel che veramente im porta è, innanzi tutto, che gli avverse ri si siano còno sciuti e misurati direttamen te; solo così sarà possibile avviare finalmente, in sede qualificata, il discorso sui problemi specifici in pendenza. L'ostacolo alle trattative tra americani (ed occidentali in genere) e russi è infatti duplice; da un lato la divergenza profonda delle rispettive tesi, dall'altra l'atmosfera di diffidenza che avvelena ogni tentativo di incontro. La visita di Mikoyan negli Stati Uniti dovrebbe avere almeno attenuata la diffidenza; l'armeno e gli uomini d'affari americani, se non altro, hanno la stessa mentalità commerciale, empiristica: trattare duramente quanto si voglia, ma trovare infine il punto d'incontro dettato dalla convenienza di tutt'e due le parti. Oggi, dopo la nota russa su Berlino del 27 novembre, la convenienza è ormai divenuta necessità; Mosca ha dichiarato così solennemen te che entro il 27 maggio intende trasferire Berlino Est alla Germania comunista che non è pensabile pos sa tornare sulla propria decisione. Non è neppure pensabile che voglia ricorrere a gesti di forza contro gli occidentali di stanza a Berlino Ovest; non ve n'è nemmeno bisogno, perché sarà la nuova situazione di fatto a modificare lo status quo. Posto che ciò è inevitabile, l'enorme differenza sta nel modo come avverrà: se in seguito ad un accordo oppure per l'attuazione unilaterale della decisione sovietica. La maniera con cui Mosca ha forzato la situazione è certo riprovevole; è vero però che Kruscev, riaprendo le operazioni nel-settore europeo, non mirava tanto ad imporre la propria soluzione agli occidentali, quanto a sollecitarli bruscamente alle trattative. L'Occidente, invero, non ha mai rifiutato il principio delle trattative; in quasi sette anni, dalla nota russa del 10 marzo 1952 che propose un primo schema di trattato di pace con la Germania, fiumi d'inchiostro sono stati consumati, lunghe e infruttuose conferenze sono state tenute, anche « al vertice ». Di fatto, tuttavia, le due parti sono rimaste rigidamente ancorate alle proprie pregiudiziali ; gli occidentali, in particolare, al principio delle libere elezioni pan-tedesche come premessa indispensabile all'', riunificazione della Germania e quindi al trattato di pace. Nessuno può mettere in dubbio che questo sia l'unico principio democraticamente valido ; sta il fatto, però, che accettarlo significherebbe per Mosca sottoscrivere la liquidazione del regime comunista della Germania Orientale. Ecco perché la Russia insiste su un principio opposto : la confederazione fra !e due attuali Germanie, come passo preliminare alla conclusione del trattato ' di pace, che sarebbe appunto firmato con due Stati tede¬ schi e non con uno solo; quanto alla riunificazione, secondo Mosca, si vedrà in futuro. Intanto la Germania confederata sarebbe neutralizzata, ridotta agli armamenti strettamente necessari alla difesa, evacuata dalle truppe straniere; superfluo aggiungere che la Germania Occidentale dovrebbe uscire dal Patto Atlantico e la Germania Orientale dal Patto di Varsavia. Queste le linee essenziali della nota russa del 10 gennaio, che contiene un progetto di trattato di pace definito in tutti i particolari; un trattato che domani Mosca e le democrazie popolari potrebbero concludere unilateralmente con la Germania Orientale. Di fronte a queste prospettive, per Berlino e per l'intera Germania, l'Occidente sta dando prova di fermezza e di saggezza : fermezza nel respingere, come ha fatto con la nota del 31 dicembre, la pretesa russa di disporre arbitrariamente di Berlino Est ; saggezza poi non solo rell'accettare il principio delle trattative, ma anche nell'ammorbidire la propria posizione. E' re¬ cente la dichiarazione di Dulles che le libere elezioni non sono l'unico metodo per giungere alla riunihcazione tedesca; più importante ancora il cosiddetto « Piano Murphy » rivelato dal Newsweek, una di quelle tipiche indiscrezioni che sono, in realtà, un sondaggio non ufficiale. Questo piano prevede una conferenza dei quattro Ministri degli Estex: per la prossima primavera, accetta l'idea della confederazione provvisoria fra le due Germanie e propone.infine di trasferire a Berlino Ovest la capitale della Germania Occidentale. Saremmo dunque in presenza di uno « storico cambiamento della politica americana sulla Germania », come intitola la notizia il Newsweek; e una volta tanto l'aggettivo non appare inadeguato, perché veramente si sta già voltando nella realtà oggettiva una pagina della storia di questo dopoguerra; se l'Occidente saprà inserirsi attivamente nel processo in corso, e non farsi trascinare riluttante, non è affatto detto che la missione di Mikoyan e le note di Km scev risultino a solo van taggio dei sovietici. Ferdinando Vegas

Persone citate: Dulles, Kennan, Kruscev, Kruscev Eisenhower, Mikoyan