Parroci, negozianti e privati a fianco degli operai della "Galileo" di Francesco Rosso

Parroci, negozianti e privati a fianco degli operai della "Galileo" PxregHievo e viveri xxell'attesa di una solusione Parroci, negozianti e privati a fianco degli operai della "Galileo" Da 11 giorni i 400 occupanti sono alimentati dalle pubbliche offerte - Dopodomani per solidarietà sciopero generale a Firenze organizzato dalla Gisl-Si spera in una rapida via d'uscita, ma comincia l'inquietudine (■Dal nostro inviato speciale) Firenze, 19 gennaio. In questi giorni si è prodotta a Firenze una situazione drammatica e paradossale ohe fornirà abbondante materiale ai giuristi che in futuro si occuperanno di controversie di lavoro. Da undici giorni circa quattrocento operai occupano in permanenza gli stabilimenti Galileo per protestare contro la richiesta fatta dalla proprietà di licenziare 980 dipendenti. L'aspetto umano della vicenda è il più immediato: per questi uomini e donne perdere il lavoro significa la miseria a breve scadenza La molla sentimentale fiorentina è scattata in una misura che gli stessi occupanti non speravano. Parroci e capi-cellula comunisti, studenti ed operai hanno manifestato la loro solidarietà con gli occupanti in forma varia. Gli studenti degli istituti professionali Leonardo da Vìnci e Duca d'Aosta hanno disertato lo legioni ottenendo come risultato un sette in condotta a fine trimestre. I parroci di Rifredi e di altre parrocchie prossime allo stabilimento sono andati a portare un piccolo obolo, qualche litro d'olio e il sostegno di molte preghiere. Commercianti privati e cooperative hanno mandato quintali di frutta, verdura, pasta e olio; ieri, dai mercati generali sono arrivati cento polli. «Da quando siamo qui — mi diceva il signor Bartolini, capo della commissione interna — non abbiamo speso un ventino per l'alimentazione >. Anche il prof. Giorgio La Pira, neo-deputato ed ex-sindaco di Firenze, è andato due volte alla Galileo a portare la sua parola di confortatrice solidarietà agli operai. In questa controversia, l'atteggia mento dell'angelico professore di diritto romano è forse il più audace. Il suo intervento diretto coi telegrammi al pre sidente Gronchi e al presidente della Corte Costituzionale è sufficientemente indicativo non tanto delle sue convinzioni personali ormai note suIIp questione del lavoro, ma dell'orientamento di buona parte del clero fiorentino che subisce il fascino del fragile terziario francescanoSette giorni dopo l'annuncio dei licenziamenti, il cardinal Dalla Costa emanò una notificazione ai fedeli, in'cui, tra l'altro, diceva: « Come non scegliere la parte di coloro che sono nell'angustia per l'incertezza del loro avvenire? Chiunque non è pronto a condizionare in giusto" grado al he-' nessere comune l'uso dei beni impedisce l'affermazione dei fondamentali valori umani e cristiani ». Ciò che nella parola del Presule aveva significato morale, in 'qùella"di' Giorgio La Pira divenne argomento giuridico per sostenere la incostituzionalità dei licenziamenti e il diritto degli operai di occupare la fabbrica. Da quel momento, gli occupanti sono divenuti ferrati sillogisti degli articoli 4 e 41 della Costituzione, di cui ognuno ha in tasca una copia. Dormono sui pagliericci in un reparto della mensa, si svegliano alle 6,30 di mattina, indossano il vestito buono, sono sempre perfettamente rasati, tengono pacate conferenze-stampa. La mattina si riunisce la commissione intema e la sera l'assemblea generale. E' una rivoluzione educata, bene abbigliata, di persone civili, che hanno capito sin troppo bene le parole del Cardinale e del prof. La Pira, dietro ai quali si è mossa una frazione non trascurabile del clero e di cattolici fiorentini, cosa che ha sorpreso e turbato le gerarchie democristiane, soprattutto quelle sindacali. La cisl ha condannato l'oc cupazione della fabbrica pensando che fosse meglio agire dall'esterno per limitare 1 licenziamenti. In fase di trattative a Roma, infatti, il numero dei licenziati fu ridotto a 530, dei quali almeno 500 sarebbero stati parte trasferiti in altro stabilimento della Galileo, parte assorbiti dalla Pignone ed altri impiegati nei cantieri dell'* autostrada del Sole >. Ciononostante un gruppo di iscritti alla cisl, tra cui l'ex-conslgliere nazionale delle acll Gori Savellino, aderirono all'occupazione dello stabilimento. DI fronte a questi atteggiamenti centrifughi, le gerarchie cattoliche non sono rimaste inerti e due giorni or sono 11 venerabile collegio dei parroci urbani ha pubblicamente disapprovato il contegno di quel confratelli che, recandosi in visita alla Galileo, hann^ 'mpegnato il clero in una questione puramente sindacale. Ma constatando che l'opiniono pubblica è nettamente favorevole agli operai che occupano la fabbrica, con l'appoggio della cgil e della uil, la cial ha tentato la manovra di contropiede indicendo per giovedì uno sciopero generale di vnntiquattr'ore a Firenze e prò vincia, compresi i servizi pub bllci, per protestare contro i licenziamenti, ma anche, e qui sta il paradosso, contro il go verno, colpevole, dicono, d'aver ritardato inspiegabilmente la ripresa delle trattative. Allo sciopero hanno aderito anche le altre due organizzazioni sindacali, ma la cisl si vanta di averlo promosso, certa com'è che il governo finirà per prendere in mano l'arruffata vicenda e tentare di risolverla. In qual modo non è dato prevedere, ma qualunque esso sia sarà bene accetto da tutte le parti perché, dopo i primi entusiasti! e le categoriche prese di posizione, incomincia a serpeg¬ gtLatelgcmpdccldbsnlslcgmrqascmsszcbap giare l'inquietudine e l'incertezza. Per domani il ministro del Lavoro, Vigorelli, ha convocato a Roma i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali per esaminare un pro-memoria stilato dai competenti che consigliano di contrarre in sei mesi, col pieno impiego di tutte le maestranze, il piano di lavoro preventivato per un anno per due milioni di dollari con una commessa di telai per la Turchia e di novecento milioni di lire per materiale didattico ordinato dal ministero della Pubblica Istruzione < Speriamo — mi tllcev;i il signor Bartolini — ohe ii ministro trovi modo di sbloccare la situazione perché non possiamo occupare la fabbrica all'infinito. In sostanza, quelli che sono fuori hanno tanta voglia di rientrare in fabbrica almeno quanta ne hanno di uscire quelli che sono dentro. Anzi questi ultimi sono forse i più ansiosi di concludere l'episodio senza giungerò a più gravi complicazioni; gli esponenti comunisti della cgil soprattutto sembrano imbarazzati per gli sviluppi giuridici della situazione. La proprietà ha denunciato l'occupazione della fabbrica, ma tale denuncia non ha avuto finora seguito sempre perché si spera che il governo trovi una via d'uscita che consenta a tutti di salvare la faccia. Se, però, tale soluzione tardasse, non è possibile prevedere che cosa accadrebbe se la polizia si presentasse ai cancelli ed ordinasse agli occupanti di sgomberare. I sìntomi dell'inquietudine si afferrano inoltre in alcune frasi astiose e malignette attribuite ai 1500 operai che non possono lavorare e che non ricevono la paga perché la fabbrica è occupata e ferma: < Quelli che sono dentro mangiano perché gli mandano tutto— avrebbero detto i temporanei disoccupati per forza — ma noi siamo senza pas,i d.i oltre due settimane >. I più decisi a non transigere, a costo di giungere alle estreme conseguenze, sono i cinque o sei iscritti alla cisl che hanno aderito all'occupazione dello stabilimento: < Ci siamo ribellati alle gerarchie della nostra organizzazione per portare la testimonianza cristiana in fabbrica — mi diceva un lungo, magro, anemico giovane sindacalista lapirìano. — E' meschino e vile porre la questione sul fatto che noi si mangia e quelli che sono forzatamente inoperosi no. Noi non stiamo qui soltanto a difendere la bustapaga, ma anche per stabilire il principio generale del diritto al lavoro e che il contratto non può essere rescisso unilateralmente. Lo consacra la Costituzione >. Le parole del prof. La Pira hanno fruttificato. Francesco Rosso

Persone citate: Bartolini, Duca D'aosta, Giorgio La Pira, Gori, Gronchi, La Pira, Vigorelli

Luoghi citati: Firenze, Roma, Turchia, Vìnci