Sanno tutto della famiglia reale anehe i greci di opinioni «rosse» di Stefano Terra

Sanno tutto della famiglia reale anehe i greci di opinioni «rosse» C'È UN SENSO D'AFFETTO DOMESTICO FRA SOVRANI E CITTADINI Sanno tutto della famiglia reale anche i greci di opinioni «rosse» L'amore tra Paolo e Federica nacque in una villa di Fiesole; vi torneranno nella prossima visita ufficiale in Italia - La più popolare è la regina, che fornisce la dote alle ragazze povere ed ha creato un'istituzione forse unica al mondo : una casa dove trovano conforto gli aspiranti al suicidio (Dal nostro corrispondente) Atene, 13 gennaio. La reggia dì Atene, un palazzotto sobrio di stile umbertino, con il suo piccolo parco, rischia di essere sommersa dallo sviluppo della città. Gli ateniesi saranno presto due milioni: erano in 800 cent'anni fa abbarbicati intorno al Partenone trasformato in caserma turca; qualche migliaio al principio del secolo. I nuovi quartieri stanno rapidamente invadendo l'Attica, spegnendo il colore delle vigne e dei boschi di ulivi. Ma Atene non sarà mai una capitale tentacolare, come si dice, e non obbligherà la gente all'affanno e alla solitudine perché è composta da un centinaio di piccole citta con la piazza, il municipio, il caffè, la taverna, la più bella donna e la più discussa, il barbiere e altre cose che aiutano a vivere. Tutti bì conoscono oer nome e si interpellano con il tradizionale < podismi» ft>e significa « bambino, figlio mio >. anche.se hanno 1 capelli bianchi. Per i sovrani di Grecia, tutti gli ateniesi sono i loro « pedimu >. Ma re Paolo e la regina - Federica, il principe ereditarlo Costantino, le principessine Sofia e Irene sono i « pedimu » degli ateniesi. La democrazia fu inventata qui, si dice nei discorsi ufficiali e nei libri di scuola. Anche il più modesto turista con lo zaino, salendo sulla roccia dell'Acropoli si sente commosso davanti alle colonne incrostate da secoli di luce, e per un attimo pensa di scappare dalla disadorna Atene con le case bianche, gli autobus gialli e rossi, gli scatenati taxi medioorien.ali, per trattenere limpida nella memoria la visione del Partenone Eppure in questa Grecia moderna misconosciuta si è conservata miracolosamente una traccia di quella democrazia pulita, la sapienza di stare insieme. Lo Stato, per ii greco moderno, è la sua famiglia; poi ci sono i rapporti con le famiglie amiche, legate e non legate da vincoli di parentela. Tra le famìglie amiche anche per i più « rossi » portuali del Pireo, c'è sempre la famiglia del re. Al tempo della guerra civile, la regina Federica di Grecia volle visitare la cittadina macedone di Tumba nota per dare all'estrema sinistra il 100 per cento dei voti. Inutilmente il governatore militare di Salonicco tentò di sconsigliare la sovrana. Pattuglie di polizia mandate in avanscoperta tro¬ varono la piccola città piena di fiori e di donne entusiaste. La regina passò sotto un arco di trionfo dove il suo ritratto stava fra quello di Stalin e quello di Zakariadis, allora segretario del partito comunista greco. Nella piazza fu circondata e letteralmente assalita da un gruppo di vigorose attiviste che cominciarono ad abbracciarla e baciarla come si usa con le giovani spose che tornano dalla luna di miele. In quei tempi i rossetti indelebili non erano ancora giunti in Macedonia e Federica si trovò con la faccia tutta unta di rossetto color geranio vivissimo. Il governatore, appena rimessosi dalla paura, le disse: «Hanno ragione 1 nostri vecchi di chiamarla la principessa rossa ». I greci sanno tutto dei loro sovrani e soprattutto che si vo gliono molto bene. « Sono ancora innamorati », affermano con decisione le signore della buona società ateniese, spalancar) do gli occhi neri, lucidi come liquirizia. «La prima a innamorarsi fu lei », aggiungono sottovoce. Aveva poco più di dieci anni la principessina Federica di Hannover, di Gran Bretagna e d'Irlanda, duchessa di Brunswick e Luneberg quando vide per la prima volta il principe Paolo di Grecia nella sua splendida uniforme di giovane ufficiale della marina elle nlea. Ma l'ospite quasi non si accorse di lei, prigioniera di go vernanti e istitutori nei cupo castello di Blankenburg. Tutti la consideravano allora un maschiaccio che non voleva sape re di bambole e rubava gli ussari di piombo ai fratelli. Eppure la loambina non dimentica il principe reduce dalle battaglie contro 1 turchi nel favo toso Oriente. Trascorsero sette od otto anni prima del secondo incontro. Federica a 18 anni fu mandata a Firenze in un collegio per seguire dei corsi di letteratura. Un giorno nella Villa Sparta a Fiesole rivide il principe Paolo dì Grecia, e questa volta l'ufficiale di marina si accorse di lei. Nel 1938 si sposarono ad Atene con il fastoso rito ortodosso. Un anno dopo nasceva la primogenita Sofia e nel 1940 Costantino. Ma presto venne la guerra. Il principe Paolo fece parte dello Stato Maggiore del generale Papagos durante la campagna d'Albania. Dopo l'invasione nazista cominciarono le peregrinazioni, il lungo esilio. A Creta sfuggirono per miracolo ai mitragliamenti degli «Stukas». Il principe Paolo andò a Londra e, sotto il nome di Smith, lavorò come operaio aggiustatore-meccanico nelle officine della Armstrong. La famiglia si riunì al Cairo e poi a Città del Capo, dove nel 1942 nacque la principessa Irene. Salirono al trono nel '47 dopo la morte di Giorgio, fratello maggiore di Paolo. SI era nel pieno di quella guerra civile, che devastò e insanguinò la Grecia più della- lunga occupazione straniera. Fino al 1950 il re rimase con. le sue truppe e la regina iniziò quella straordinaria opera di soccorso sociale, che è penetrata nei più sperduti villaggi della Tessaglia e della Tracia. Questa assistenza nazionale chiamata «Opere della Regina», agile e rapida e non ministe¬ riale, anche oggi non dimentica niente. Per esempio: tutti i giovani greci, dal bracciante all'armatore, non sposano se la ragazza non porta in dote un certo numero di sterlineoro. E' certamente una cattiva abitudine, ma non c'è niente da fare contro questa tradizione. Però ogni ragazza povera sa che la regina un giorno arriverà nel suo quartiere e le consegnerà la sua dote. Anche gli aspirpnti suicidi sono compresi in quest'opera dì assistenza' moderna, e con un pizzico di romanticismo. Chiunque ad Atene abbia deciso che la sua vita è inutile, sa che c'è una casa aperta giorno e notte dove può discutere — con persone navigate ed esperte — la sua situazione: la strada alla speranza non è mai sbarrata. L'altro ieri ho avuto occasione, accompagnando gli operatori della televisione, di assistere pe- una decina di minuti alla colazione intima offerta dai reali di Grecia all'on. Fanfoni. Ho sentito il nostro Capo del governo riferire l'invito ai sovrani di essere ospiti di Gronchi nella prossima primavera. Paolo e Federica si sono scambiati un'occhiata. Subito dopo hanno risposto ringraziando che coglieranno l'occasione per visitare una villa in Italia il cui nome è a loro caro. Questa villa si trova a Fiesole, dalle parti di Firenze. Stefano Terra

Persone citate: Armstrong, Fanfoni, Gronchi, Stalin