I soci granata chiamati stasera a nominare una reggenza che porti il Torino alla salvezza

I soci granata chiamati stasera a nominare una reggenza che porti il Torino alla salvezza Assemblea straordinaria mentre fa squadra è ultima in classifica I soci granata chiamati stasera a nominare una reggenza che porti il Torino alla salvezza Si parla di un commissario unico - Gii ex-consiglieri confermano la solidarietà a Rubatto - L'opposizione non annuncia nomi nuovi » Voci su un allenatore brasiliano - Nella Juventus, per la partita di Trieste: Charles centromediano, Castano terzino, Corradi laterale e Nicole centravanti Per un accordo Chiamiamolo Torino coni, col suo nomo di una volta, che tanto è ai tempi della sua nascita che intendiamo riferirci. Era già vivo quando nacque, perché allora non fece che cambiare nome e colori. Da Torinese si trasformò in Torino, e, come maglia, lasciò il giallonero — piti che altro perché quelli erano i colori dell'Austria contro la quale non molti a?t?it più tardi si doveva entrare in guerra — ed adottò il granata. E, por le strane vicendr. della vita, dal club del nobili che era una volta- finWper diventare la società de', popolo. Ha avuto una ■cita travagliata quanto mai, ha attraversato vicissitudini di tutti i tipi: è passato per momenti di stenti e momenti di gloria. Ed i suoi sostenitori, quelli veri e seri, quelli dalla tempra tenacemente piemontese, non lo hanno max dimenticato. Basta guardarsi attorno e vedere quanti di essi risorgono ed insorgono in questo momento, che può essere definito quello dei debiti. Perche, effettivamente, dai debiti è sorta la penosa situazione attuale, dal modo di pagarli e non morirr, dalla necessità di soddisfarli e soprav vivere. Nello stato di cose in cui si è venuta a trovare, e col programma che, per salvarsi, si era prefissa di seguire, la società, era facilmente prevedibile, quasi logico, che in acque procellose essa dovesse capitare. Il momento che il Torino attraversa è tipico del calcio italiano, e dovrebbe servire da monito a molti. E' l'indice di una situazione in cui tante società, grandi e piccine, vivono, senza che propriamente si sappia come facciano a vivere: una situazione, che, se non vuole sfociare in un < crack » generale, deve pur modificarsi e ritornare alla normalità. Quando, un bel giorno, a tanto si sarà finalmente giunti, bisognerà ricordare che fru altro, è stato il Torino a rompere il ghiaccio. V'è, a ben considerare, qualche cosa di superiore alle grette e meschine questioni fra uomo e uomo, un che di fafale e di imperativo, nella tempesta, per uscire dalla quale lottano i granata, dalle diverse gradazioni ma dalla fede comune. Basta ohe ognuno sappia e pensi che, non molti mesi or sono, la società faceva fatica a trovare un ristorante che volesse servire un pranzo od una cena ai suoi giuocatori se prima non fossero stati pagati i contt del passato, per andare adagio cogli scoppi d'ira e coi propositi avventati. Quello di cui il Torino ha bisogno in questa sua traversia, è l'unione, la concordia. Certe situazioni, quando vi si è d,entro, sono quello che sono: Non le si risolve con una scarica di male parole, né scagliando una pietra in un vetro. Bisogna prima di tutto ed al di sopra di tutto, superarle: assolutamente, decisamente. E, per superarle, non c'è che la concordia e la saldezza dei sentimenti e degli intenti. Certe unioni, certe fusioni dello spirito e del cuore che traggono origine dalla disgrazia, sono fra le più salde che possano esistere. Sono come le amicizie di guerra, fra commilitoni ohe assieme hanno condiviso i rischi ed i pericoli più gravi. Esse sono graniticamente salde: sfidano i tempi e le avversità. Ad esse occorre attingere, in questo casoPer noi, non è questo il tempo delle quisquilie, delle litidelle beghe è delle questioni personali. E' il tempo in cui ogni persona in buona fede de ve rinunciare ad ogni questio ne relativa alla propria presen za od alla propria assenza neconsesso. Prima bisogna vivere, prima bisogna salvare la società. Se il Torino riesce, in queste sue ore decisive, a fondere le sparse energie da cui è circondato in un blocco unico, un blocco granitico e volitivoallora è salvo. E potrà, e dovrà ricordarsi di questo grave hanno momento con riconoscenza: come di un punto base per una risurrezione. Noi sappiamo da cosa sia sorta la crisi morale dei giuooatori. Eliminate le ragioni ricorrenti del male, il primo passo verso il ritorno alla salute morale, che spesso trascina con sé quella tecnica, sarà compiuto. Noi sappiamo che di simpatie e di adesioni la società ne aveva tante, e che molte, spaventate dagli avvenimenti, hanno preferito appartarsi o non esporsi, nell'attesa di quello che potrà succedere. Noi sappiamo pure che, in sé, la situazione di classifica in campionato non è irrimediabilmente compromessa. Anche se il programma immediato dell'avvenire si presenta ancora come difficile. La U ttn va oramai affrontata coi soli mezzi che si hanno a disposizione: dal di fuori non è più possibile attingere. Vanno adoperati e sfruttati i mezzi che si E questo si può fare con parecchie e svariate probabilità di successo, in un ambiente in cui la paura di retrocedere ossessiona tanti fra i contendenti. E se poi proprio la « B > dovesse venire, non sarà poi la fine del mondo. Più bello sarà il risalire. Ma non verrà. Per i granata, il primo successo — anche se non immediato — saia uno scoppio di entusiasmo 'r tutto un rifiorire di speran¬ ze. La ricetta comanda cordia. Vittorio Pozzo

Persone citate: Corradi, Rubatto, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Austria, Torino, Trieste