Va a pranzo dal suocero litiga e viene ucciso

Va a pranzo dal suocero litiga e viene ucciso Tragica fine d'un giovane davanti alla propria sposa Va a pranzo dal suocero litiga e viene ucciso Roma, 7 gennaio. Un agricoltore di cinquantanni ha ucciso ieri sera il genero: gli ha trafitto il cuore con un acuminato coltello da cucina davanti alla figlia terrorizzata e poi si è dato alla fuga nei campi. Soltanto stamani sfinito e stravolto si costituito ai carabinieri. La tragedia è scoppiata improvvisamente ieri pomeriggio a Tarquinia. Albertino Cugura un uomo di trent'anni, 1 era recato nell'abitazione del suocero Giovanni Melis insieme alla moglie Bianca per trascorrere la giornata festiva della Befana e pranzare tutti insieme. Tutto era andato per il meglio fino a quando una parola più del necessario tirò in ballo vecchie storie di interessi che correvano da tempo fra suocero e genero: forse il vino — bevuto abbondantemente — aveva la sua parte in quell'incipiente dramma Da una parola all'altra, da un'offesa all'altra l'alterco assunse preoccupali ti proporzioni, tanto che l'intervento pacificatore della figlia Bianca non ebbe alcun esito: anzi, ad iin certo perito, il Melis scacciò di casa il Cugura chiudendogli la porta in faccia. Era ormai buio. Il Cugura — bruciato dallo smacco subito davanti alla giovane moglie — continuò a lanciare contumelie all'indirizzo del suocero. Picchiava pugni sulla porta e urlava: < Vieni fuori ». Giovanni Melis venne fuori, ma stringeva fra le mani un lungo coltello da cucina. Il resto si è -svolto in un attimo. Melis si è lanciato contro il Cugura ed ha vibrato un tremendo colpo: la lama è andata dritta al costato del Cugura ed ha raggiunto la regione cardiaca. Con un urlo, 11 ferito ha portato le mani al petto e si è diretto verso il paese: forse pensava di riuscire a raggiungere l'ospedale. Ma percorsi alcuni metri è caduto fulminato. lì vecchio Melis intanto — stravolto dal gesto compiuto, davanti al cadavere del genero ed alla figlia che piangeva disperatamente — ha tentato di fuggire; ma, richiamato dalle grida, si era avvicinato un agente della polizia stradale che — resosi conto di quanto stava accadendo — affrontava l'assassino e con una stretta al polso riusciva a disarmarlo. Il Melis però con uno strattone riusciva a liberarsi, dall'agente e si dava alla fuga nei campi. Soltanto stamane quando ormai le pattuglie dei carabinieri tornavano, da una vasta battuta il Melis si presentava alla stazione dei carabinieri.

Persone citate: Giovanni Melis, Melis

Luoghi citati: Roma, Tarquinia