II balzo dell' uomo negli spazi di Nicola Adelfi

II balzo dell' uomo negli spazi — IL '58 E' STATO UN ANNO PRODIGIOSO -in II balzo dell' uomo negli spazi Progressi scientifici di ìncalcolaiiile portata - Cinque satelliti artificiali viaggiano in questo momento intorno alla Terra Uno di essi, il piccolo Vanguard, destinato a durare 2 secoli - Un altro riceve, conserva e trasmette messaggi • Superati i 100.000 km. di altezza, non è impossibile che nei 12 prossimi mesi si riesca a raggiungere i 384.000 km. che ci separano dalla Luna I russi starebbero sperimentando l'aeroplano atomico - Allenamento in America del primo astronauta (Nostro servizio particolare) Roma, 31 dicembre. Nell'agosto scorso, parlando al Congresso di astronautica di Aìnsterdam, Voti Brami gettò un grido di allegrezza che fu raccòlto con molta soddisfazione da tutti gli scienziati là presenti. Disse: < Fino a un anno fa l'astronautica era fatta soprattutto di parole e molti erano coloro che ci prendevano in giro. Oggi i satelliti artificiali incrociano le loro traiettorie nello spazio, e ci mandano di continuo i loro messaggi >. E' stato, dunque, il 1958 un anno di importanza eccezionale nella storta dell'umanità; un anno che probabilmente i nostri nipoti dovranno mandare a memoria incontrandolo sui testi di storia, non diversamente da quanto abbiamo fatto noi con le date che si riferiscono alla caduta dell'impero romano o alla scoperta dell'America. Guardiamolo perciò un po' più da vicino, questo prodigioso 1958, che ha aperto all'intraprendenza degli uomini cieli e mari che sembravano preclusi per l'eternità ai discendenti di Adamo. Quando scoccò la mezzanotte del 31 dicembre 1957, sulle nostre teste stai-ano girando i due primi Sputnik russi; pesavano rispettivamente 83 e 508 chili, roteavano in un'orbita sui mille chilometri dalla Terra. In questo momento, a un anno cioè di distanza, cinque satelliti artificiali. quattro americani e uno rusiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii so, viaggiano in una loro orbita. Ma più che la quantità, impressiona la qualità dei nuovi ordigni celesti. Uno di essi, ti t.iccolo Vanguard alimentalo da batterie solari, è destinato a durare due secoli. Un altro, J'Atlas, pesa poco meno di 4000 chili, ossia circa cinquanta volte di più del primo Sputnik ed è stato definito <.il postino degli spazi»; può infatti ricevere un messaggio per radio, accantonarlo nel suo cervello magnetico e ripeterlo a chiunque lo solleciti con un apposito segnale. Questo postino spaziale che riceve, conserva e distribuisce i radio-messaggi, fa il giro della Terra in cento minuti e, fu posto in orbita con un preciso sistema di guida. Infine, un terzo satellite, il Pioneer II, ha raggiunto l'altezza di oltre 100 mila chilometri, cioè ha compiuto quasi un terzo del viaggio verso la Luna. E' stato un balzo davvero formidabile, non c'è ombra di esagerazione quando si asserisce che i 900 chilometri di altezza raggiunti dallo Sputnik I stanno agli oltre 100 mila chilometri del Pioneer II come il salto di una cavalletta sta al volo di una rondine. Mettendo a,confronto 1 sette fra satelliti e razzi lunari lanciati con brillanti successi dagli americani durante il 1958 con l'unico riuscito ai russi, lo Sputnik III, possiamo concludere senz'altro che gli Stati Uniti hanno vinto la corsa nello spazio cosmico f Sarebbe per lo meno azzardato; cosi facendo ripeteremmo lo stesso errore di coloro che assegnai ono una netta, forse definitiva, supremazia all'Unione Sovietica non appena lo Sputnik I andò a inserirsi in una propria orbita. - Ricordiamoci che, come sempre avviene nelle vicende del progresso, ogni successo rappresenta solo una vittoria di tappa e che nel caso della conquista dei cieli il traguardo è l'infinito. Chi sarà il vincitore delle prossime tappe è impossibile prevederlo. Usando lo stilt dei cronisti sportivi, possiamo solo dire che gli americani appaiono oggi in migliori condizioni di forma rispetto ai russi, e che probabilmente raggiungeranno per primi le mete più vicine. Tuttavia, non e proprio da escludersi che all'improvviso una squa-.. dra minore, per esempio quella inglese o tedesca, la cinese o la giapponese, la francese o, perché no, quella italiana, riesca un certo giorno a battere le grandi favorite del momento, le squadre americana e russa. Non perdiamo di vista che la corsa nello spazio cosmico durerà tutto il tempo assegnato all'umanità su questo e su altri pianeti. Se, dunque, nei giro di dodici mesi siamo saliti da meno di mille chilometri ad oltre 100 mi/a chilometri) e da 83 chili a quasi 4000, molte e consistenti sono le probabilità che nei prossimi dodici mesi i terrestri riescano a compiere il balzo successivo, un volo di circa 384 mila chilometri, qual è per l'appunto la distanza fra la Terra e la Luna. Ma anche allora, quando avremo visto l'altra faccia della Luna, ci converrà non perdere la testa, ma riflettert piuttosto che siamo appena ali" prime pagine di un libro destinato forse a durare l'eternità. Quel che è scritto là dentro nessuno lo sa é neppure può intuire sta pure vagamente; è un libro immenso, di cui anzi non si vede la fine, contiene vocaboli e mappe che solo le future conquiste renderanno intelligibili. Non sappiamo nemméno se le cose ' buone riservate ai I terrestri siano piti numerose delle cattive. Solo una cosa sappiamo fin da ora e con certezza: man mano che l'uomo salirà nello spazio, sempre più piccola si farà la Terra e sempre menò distinte, percepibili diventeranno le frontiere, le muraglie alzaie su di essa dagli uomini dell'eia preatomica. Tuttavia, ncn sono state solo le conquiste spaziali a rendere straordinario l'anno 1958. Un'impresa non solo memorabile dal punto di vista tecnico ma che nello stesso tempo schiude prospettive impensabili fino a ieri, è quella compiuta dal sommergibile atomico Nautilus: partito dall'Oceano Pacifico ha raggiunto l'Atlantico, percorrendo 3400 chilometri sotto la banchisa polare. Per sette giorni, dall'I al 7 agosto, il Nautilus viaggiò nella più assoluta oscurità, senza tuttavia un attimo di esitazione nella scelta della rotta. Una decina di giorni dopo, lo stesso viaggio venne ripetuto da un altro sommergibile americano, 10 Skate. Se si pensa che, passando sotto la calotta polare, 11 viaggio, per esempio, fra Tokio e Londra si riduce da oltre 11.000 miglia a poco più di 6000, e che nel prossimo futuro i sommergibili a propulsione nucleare potranno raggiungere una velocità superiore ai 50 noi'.i l'ora (un nodo è uguale a 1851 metri), si arriva alla conclusione che il 1958 segna l'inizio di una radicale rivoluzione nei trasporti marittimi. Anche in questo campo è stata sfondata una porta neppure tentata per Finnanzi. Un'altra rivoluzione, ma questa con effetti immediati, si è avuta nei trasporti acrei civili con l'entrata in servizio degli aeroplani a recatone; qualsiasi viaggiatore può oggi attraversare l'Atlantico dall'Europa agli Stati Uniti in poco più di sei ore, a una velocità di poco inferiore ai mille chilometri orari. E intanto già cominciano a volare in Inghilterra gli apparecchi che uniscono i vantaggi dell'aeroplano a quelli degli elicotteri; sano velivoli dalle ali corte e che possono atterrare in poco spazio. Ma forse la novità più sensazionale del progresso aeronautico, anche se realizzata durante il 1958. sarà resa nota nel 1959; intendiamo riferirci all' aeroplano atomico che i russi starebbero sperimentando da alcuni mesi nel cielo di Mosca. Se le notizie sono esatte, il velivolo sovietico vola grazie alla spinta che riceve da due motori a propulsione nucleare. Questo è quanto affermano gli americani; i russi da parte loro non smentiscono e neppure confermano. Aggiungono tuttavia gli americani che U-vantaggio conseguito dai russi è solo temporaneo; in un laboratorio degli Stati Uniti, infatti, un motore d'aeroplano ha funzionato per più di cento ore consecutive grazie alla sola energia nucleare. Insomma, che siano primi i russi oppure gli americani, una cosa appare a' bastanza sicura: nel corso del 1959 comincerà l'alba degli aeroplani atomici; i quali saranno dotati di una autonomia pressoché illimi- | tata e potranno di conseguenza compiere voli intorno alla Terra efi qualsiasi durata. Sta poi per uscire dalle officine americane Z'X-15. E' un aerorazzo costruito appositamente per risolvere il problema del rientro nell'atmosfera terrestre di un satellite pilotato. L'X-15 potrà sviluppare una velocità oraria di 5700 chilometri o raggiungere l'altezza di 180 chilometri, con un pilota a bordo. Si sa anche che il primo astronauta viene sottoposto ora a un regolare allenamento, in base alle condiziozioni ambientali in cui verrà a trovarsi quando avrà raggiunto le porte dell'infinito, come se non bastasse, si annuncia l'inizio della costruzione di.una capsula destinata a ospitare un paio dì uomini a bordo di un missile; e si fanno progetti concreti per la costruzione di stazioni spaziali per rendere più facili e comodi i viaggi dei terrestri alla Luna. Sono cose che danno le vertigini. Nessuna meta appaga più gli scienziati del nostro tempo, e appena hanno superato un ostacolo subito si avventano sul successivo. Sempre più in fretta, sempre più in alto, è il loro motto. E quel che oggi appare un prodigio della scienza, e della tecnica, nel giro di appena qualche mese prende l'aspetto di un congegno primitivo, rudimentale. Ma in fondo a tutta questa corsa sfrenata del progresso, quale premio sarà 1 iiiiiiiiiiiiiiiii:;;;,i:.i:iii inumili consegnato nelle mani, nel cuore degli uomini t In altre parole, quando i terrestri avranno raggiunto la Luna, Marte, Venere e magari saranno «sciti fuori del Sistema Solare, è proprio certo che si sentiranno più felici di oggi o di ieri o di mille aitili fai Ossia, è proprio da escludere che gli scienziati e i tecnici di oggi, chiusi nelle loro officine segrete, isolati nelle torri d'avorio delle loro conoscenze particolari, non stiano preparando qualche grosso guaio all'umanitàf Infine, gli scienziati dell'astronautica e dell'energia nucleare non stanno comportandosi come quei tali apprendisti stregoni che a un certo momento si accorsero di non poter più padroneggiare le forze che avevano sconsideratamente scatenato t Speriamo per il meglio. Per il momento ci conviene tapparci le orecchie per non udire le grida lanciate dai profeti di sciagure e aggrapparci invece al messaggio di speranza che nel citato Congresso di Amsterdam venne pronunciato da uno dei padri dell'astronautica, Werner von Braun. Disse lo scienziato tedesco-americano: € Questo nostro pianeta che i satelliti artificiali percorrono da un capo all'altro in una novantina di minuti è diventato effettivamente troppo piccolo per poter ancora accogliere discordie e guerre ». Nicola Adelfi 11111111111111111111111111111111111111111111111111111111

Persone citate: Werner Von Braun