De Gaulle annuncerà questa sera la svalutazione e il cambio sera di Sandro Volta

De Gaulle annuncerà questa sera la svalutazione e il cambio sera De Gaulle annuncerà questa sera la svalutazione e il cambio sera Le misure finanziarie, preparate in due lunghe riunioni dei ministri, saranno ratificate stamane in un Consiglio presieduto da Coty - Le riserve dei socialisti hanno provocato aspri contrasti: Mollet minaccia di dimettersi? - La Borsa di Parigi chiusa fino a lunedì per evitare le speculazioni Nessun rìschio per la lira Di sicuro, non si sa nulla. CM conosca tuttavia la situazione economica internazionale e pazientemente selezioni, secondo la loro attendibilità, le notizie "che pervengono da Londra come da Berlino, da Parigi come da Bruxelles, non tarda a convincersi che questo scorcio del '58 accoglierà una sorta di storica svolta monetaria: destinata, per fortuna, a rafforzare l'economia di mercato in Occidente, spronando un desideràbilissimo incremento negli scambi internazionali. Procediamo tuttavia con ordine. L'argomento, più che consentirlo, lo esige. II.governo inglese, innanzi tutto, sta per annunciare una più ampia « convertibilità» della sterlina. Oggi i detentori di moneta inglese si dividono, quanto a facoltà di conversione in valuta forte, in tre categorie. I detentori di sterline « in con! to dollaro » possono convertire le loro disponibilità a gradimento, in ogni moneta forte. I detentori di sterline « non residenti » in Gran Bretagna, hanno diritti di conversione assai più limitati. Infine, le possibilità di conversióne delle sterline in dollari, per i residenti in Gran Bretagna (quasi tutti i cittadini inglesi), sono ah< cora più circoscritte, n go: verno britannico non si cura per ora di questi ultimi, Intende però elevare il prestigio della sua moneta sul mercato internazionale. Da anni aspira ad ampliare le possibilità di conversione dei « non residenti » : sem bra voglia farlo proprio in questi giorni, fra l'altro per aiutare gli esportatori britannici, alquanto danneggiati dal Mercato - comune ' europeo e dalla mancata costituzione della Zona di libero scambio. * * Una più ampia convertibilità della sterlina inglese condurrà .subito ad analo< ghe misure nella Germania occidentale. « Seguiremo nel giro di p*ochi minuti», ha detto anni fa il ministro Erhard, quando lo stesso problema era discusso. Del resto, perché Bonn dovrebbe esitare? Le sue riserve palesi in valuta forte (4 miliardi di dollari) superano quelle inglesi (3,8 miliardi di dollari). In più la Ger mania occidentale ha oggi una bilancia dei pagamenti strutturalmente più robusta di quella inglese. E gli interessi commerciali degli esportatori tedeschi, non forse da trascurare? Reso più ampiamente convertibile il marco, lo stesso accadrà per il fiorino, il franco belga, il franco lus< semburghese. La posizione monetaria di questi paesi è buona ed i loro stretti rap porti economici con la Germania e con la Gran Breta, gna non lasciano loro molte possibilità di scelta. Quanto alla politica monetaria francese, la sua riforma si impone: ma richiederà misure assai più profonde e drastiche di quelle di cui si è discorso fino ad ora. Si attribuisce al ministro Pinay l'intenzione, prima di tutto, di rivedere i cambi uftìciali tra franco e valute forti: in modo che il potere di acquisto esterno del franco risponda meglio al suo effettivo potere di acquisto all'interno. E' alle viste, insomma, una nuova svalutazione nei confronti del dollaro. Si attribuisce poi t Pinay l'intenzione di conclu dere un prestito con la Germania: la quale, dei resto è già una robusta creditrice della Francia, nei conti verso l'Unione Europea Pagamenti. Infine, aiutando queste provvidenze, si dice ancora che Pinay vuole demolire le attuali barriere al commercio internazionale francese : del resto, nel quadro delle norme d'obbligo per il Mercato comune. Coronerebbe pòi la sua opera con una sorta di innovazio ne formale. L'attuale biglietto da cento francbj sa¬ rfbancvipsdlszpmnpsnnT rebbe denominato «franco forte» e, fra non molto, probabilmente « franco » senza altre aggiunte. I conti economici si stenderebbero in cifre simili alle attuali, divise tuttavia per cento; ed il governo assumerebbe l'impegno di non mostrare verso la nuova moneta .quelle debolezze che palesò con l'antica. * * Che dovrebbe fare.il nostro paese, in tali circostanze? Riassumeremo il nostro punto di vista, schematicamente, in tre punti. 1) Innanzi tutto, conviene non adottare alcun precipitoso provvedimento: bensì attendere non solo di conoscere le innovazioni monetarie di cui ora genericamente si discorre, ma di poter valutare le principali loro conseguenze, sui cambi e sulle correnti commerciali. Tal cautela ha, del resto, precedenti illustri. La notizia della svalutazione della sterlina, nel settembre '49, giunse a Rome a notte alta. L'Einaudi, allora guida espertissima della nostra politica monetaria, fu svegliato; e gli si chiese che mai convenisse fare, nell'interesse della lira; Rispose tacitianamente : « Andare a dormire ». Pochi pareri economici si mostrarono, col tempo, altrettanto assennati. 2) Se si manifestasse un generale indirizzo, nella, politica monetaria europea verso una più ampia convertibilità delle valute, converrà rivedere la nostra legislazione sui cambi, rinunciando a quelle restrizioni che si potessero onestameli te giudicare superflue. Nulla di nuovo, in codesto indirizzo. Esso si manifestò già anni fa ; e recentissime misure, riguardanti ad esempio la «lira multilaterale», l'hanno confermato. Del resto, l'invidiabile situazione delle nostre riserve auree consente siffatte innovazióni, che eventuali accordi internazionali per aiuti, in caso di emergenza, possono rendere del tutto sicure e quindi quanto mai profittevoli per i nostri esportatori3 ) S'abbandoni ogni desiderio di raggruppare, le oneste lirette attuali in «lire forti», zecchini, fiorini ecc... Che i francesi'debbano adottare codeste misure, si spiega: intendono ribadire l'intenzione d'una netta svolta nella loro politica monetaria. Ma la politica monetaria italiana non abbisogna di svolte, bensì (semai) di coerenza con un decennio assennato. Non ricerchiamo dunque novità che, mal comprese, potrebbero • turbare gli animi e modificare, in modo' imprevedibile, il comportamento collettivo. Dòpo tutto "le monete non sono rivali, che debbano potersi «guardare negli occhi»; né bandiere, che simboleggino l'unità della patria. Sono soltanto, molto modestamente, beni economici strumentali, per facilitare gli scambi. E quanto più stabile è il loro potere di acquisto, tanto più giovano alla collettività, Ferdinando di Fenizio saranno probabilmente anche di più, perché è inconcepibile che, nella situazione attuale degli scambi- internazionali, alcuni paesi possano isolarsi per ritornare alle compensazioni bilaterali; però la cosa non è ancora sicura, perché certi governi sono titubanti di fronte alla necessità di ' decidere la convertibilità dèlia propria moneta. Il principio - fondamentale dell'accordo monetario è, infatti, là soppressione dei crediti automatici, ai quali verrà sostituita la concentrazione dei crediti disponibili a favore dei soli paesi le cui riserve di cambio si sono esaurite. Com'è facile capire, il nuovo sistema viene adottato ad esclusivo beneficio della - Francia, jhe aveva' perduto orinai ogni possibilità di ottenere nuovi crediti dall'U.e.p. • L'operazione è, naturalmente, la conseguenza del viaggio che Franz Etzel, ministro delle Finanze della' Repbbllca federale tedesca,, fece a Parigi la vigilia di Natale. La Germania ' occidentale, che è la grande creditrice della U.e.p., 10 sarà anche del Fondo europeo istituito dall'accordo monetario e, quindi, i crediti alla Francia verranno, in pratica, accordati dal governo di Bonn. Non si sa ancora a quali condizioni Etzel ha concesso 11 prestito; però non si può fare a meno di rilevare il commento d'un giornale di provincia, ParisrNormandie, che, parafrasando l'affermazione di De Gaulle secondo cui «rispetto alla politica l'economia è come la Intendenza: segue l'esercito », scriveva stamane; « Bisógna talora che la politica segua a sua volta l'intendenza ». SI ricorderà, che Bonn insiste dà molto tempo, perché Parigi proceda a una. certa svalutazione del franco: anche per ragioni" esterne,, dunque, la svalutazióne,,, sarebbe ine- zpvGtnvltabile^- Sandro Volta "gr-■