Accusati di avere latto i partigiani per cedere terre italiane alla Jugoslavia

Accusati di avere latto i partigiani per cedere terre italiane alla Jugoslavia ti processo a Firenze ai cinquanta dalla "Benska Ceto,, Accusati di avere latto i partigiani per cedere terre italiane alla Jugoslavia Gli imputali devono rispondere di attentato alla sicurezza dello Stalo, nove omicidi, saccheggi e violenze nli ou di aiai ia gnaa n) à a he li. co. oaia 10 mli, adi al re ti, sila in in ioelci. ate egli gli A ol è nsu o¬ Firenze, 22 dicembre. Davanti alla Corte d'Assise si è aperto stamane il processo a carico dì cinquanta membri della formazione partigiana flloslovena < Benska Ceta » (Battaglione della Venezia Slovena), rinviati a giudizio a piede libero per attentato contro l'integrità delio Stato. Alla maggioranza degli Imputati si muove l'accusa di avere, mediante violenze, soprusi, sequestri abusivi, devastazioni e saccheggi e con l'apparente fine di lottare contro 1 nazifascisti, cospirato per annettere alla Jugoslavia zone comprese tra le valli del Natlsone e del Tagliamento. L'imputato principale è l'animatore e promotore della «Benska Ceta», Guido Mario Sdraulig, 11 quale all'epoca degli avvenimenti, tra il settembre '43 e l'aprile '45, era ufficiale di complemento e studente, universitario, e oggi è medico chirurgo e dirige l'ospedale pediatrico di S. Pietro a Gorizia. Mario Sdraulig è in particolar modo chiamato a rispondere, Insieme con altri trentuno imputati, di avere, durante il periodò della Resistenza, ordinato la. devastazione e il saccheggio delle sedi comunali di San Leonardo, Grlmacco, Stregua, Savegna, Drenchia e Precotto; inoltre d'aver causato la distruzione dei registri dello Stato Civile e di altri importanti documenti di interesse politico, al fine di cancellare 11 caràttere Italiano di quel Paesi. Sono, poi variamente distribuiti fra 1 cinquanta accusati gli addebiti minori: nove omicidi, numerosi furti, una lunga serie di estorsioni, l'Instaurazione di un vero e proprio regime di terrore, in conseguenza del quale nelle scuole di molti paesi dell'Udinese si insegnava lo alovenoj e 1 parroci erano costretti a tenere le prediche nello stesso Idioma. SI era persino provveduto a istituire una véra e propria censura epistolare. . Trentotto sono le parti civili costituitesi al processo per 1 reati di omicidio. Per gli altri reati le parti civili sono cinquantatré, tra cui 1 sindaci di San Leonardo, Grlmacco, Stregua, Drenchia, Sayogna e Prepotto. Al dibattito solo nove imputati si sono presentati: Angelo Celioni di 41 anno da Udine; Nicola Fico di 36 da Castel Cisterna presso Napoli; Silvio Flaibanl di 41 da. San. Pietro del Natlsone, Luigi Lancerotto di 34 da Civlcale, Vittorio Firrona di 37 da Palmanova presso Udine, Ernesta Vogrlg di 44 da Grimacco, Giovanni Durlavlc di 50 da Prepotto Gino Ciuch di 34 da San Leonardo, Antonio Baita di 42 da Prepotto. Molti degli imputati non si trovano più ih Italia. Alcuni sono divenuti .cittadini jugoslavi, altri risultano espatriati chi In Francia, chi nel Belgio, chi in Canada, chi nell'America del Sud. Il processo durerà alcuni mesi: si prevede che terminerà alla fine di aprile. ' Le due udienze di istanze, oggi sono state assorbite completamente dalle formalità preliminari e da due dei difensori,' la prima delle quali è stata accolta, mentre sulla seconda la Corte si è riservata di decidere nella giornata di domani. Durante l'udienza pomeridiana è stata unita egli atti processuali una lettera che Mario Sdraulig ha Inviato al Presidente per giustificare la sua assenza. La lettera proviene dal comune di Gorizia Nuova (cioè la parte di Gorizia che appartiene alla Jugoslavia) e reca l'intestazione dell'ospedale in cui lo Sdraulig presta la sua opera. Dopo essersi scusato di non poter intervenire al dibattito per impegni inerenti alla professione, lo Sdraulig afferma di essere rimasto cittadino italiano, di essere sposato con una italiana e di avere un figlio, pure Italiano; si protesta Innocente di tutte le col¬ niiiiiiiiiNiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiffl e o i a » o a i pe che gli vengono attribuite e respinge in modo particolare l'accusa di tradimento e quella di avere sparato o fatto sparare sulla bandiera Italiana, come pure di avere proibito la esposizione del tricolore. Dice di avere combattuto, In. unione con le forze alleate, 1 tedeschi e 1 fascisti e di non avere nulla da rimproverarsi. Termina dicendosi fiduciosi nei giudici italiani e sicuro che la stia innocenza verrà riconosciuta.

Persone citate: Angelo Celioni, Antonio Baita, Gino Ciuch, Giovanni Durlavlc, Guido Mario Sdraulig, Luigi Lancerotto, Mario Sdraulig, Nicola Fico, Silvio Flaibanl