Sconcertante personalità di Mao di Carlo Casalegno

Sconcertante personalità di Mao Un comunicato ufficiale sull'abbandono detta presidenza :• Sconcertante personalità di Mao Figlio di contadini, divoratore di libri, giunse al comunismo attraverso confuse esperienze - La "Lunga marcia,, - Le sue poesie sulla guerra civile sono delicate e allusive Eppure egli impone alle masse, con pugno di ferro, il disumano programma del "socialismo integrale,, - Anche fuori del governo, resterà il capo assoluto della Cina "rossa,, Eravamo abituati a identificare la Cina « rossa » con Mao; perciò sorprende e sbalordisce la notizia ohe egli abbandoni la presidenza della Repubblica,, proprio mentre il paese è impegnato nel tremendo sforzo di realizzare le « Comunità, popolari», pochi mesi' dopo aver ottenuto da Kruscey il riconoscimento del-suo immenso prestigio nel mondo comunista. Conserverà tuttavia (dice il comunicato di Pechino) la direzione del partito e della politica nazionale ■ sembra che egli resti, pur senza quella carica ufficiale, il leader indiscusso dello Stato più popoloso del mondo e l'arbitro della più spietata rivoluzione. Dall'agosto scórso mezzo miliardo di contadini cinesi, usciti dieci anni fa. dall'età feudale, sono sottoposti ad Un esperimento di socialismo « totale », come il governo sovietico non osò mai: soppresse la proprietà privata, l'esistenza familiare, ogni traccia di autonomia individuale, i villaggi vengono trasformati inte-' gral mente in « comunità » di vita, e di lavoro. Un sistema disumano, tra monastico e militare, che in pochi anni dovrebbe portare là Cina a livellò dei grandi paesi industriali dell'Occidente, ma che sta scuotendo il paese come una tremenda tempesta. Per talu ni, Mao è costretto a cedere la presidenza dall'opposizione popolare a questa riforma. Ma è assai più verosimile che (come afferma Pechino) egli si dimetta per dedicarsi interamente, ' libero da compiti governativi, ad accelerare la rivoluzione. Forse è un uomo che ha fretta. All'ex-ministro francese Faure confessò due an ni fa, tra sgomento e fidu cioso: «Siamo tanto in ritardo! Il nostro compito è immenso ». E' rischioso, tuttavia, cercar di intuire i program-) mi di Mao. Quanto avviene oltre cortina è-sempre avvolto di mistèro; ed il dittatore cinese ha una perso nalità molto complessa, indecifrabile anche per gli intimi. Non somiglia nemmeno fisicamente a nessuno dei rivoluzionari o dei dirigenti comunisti. A 65 anni, dopo dure prove, conserva una struttura possènte ed un'andatura vigorosa, dà forte nuotatore; ma nella figura ha qualcosa di pre ' latizio, nei modi alcuni tratti femminei. Incontrandolo, i visitatori occidentali più ostili alle sue idee sono stati colpiti da un'impressione di naturalezza, di forza, di indefinibile prestigio. Parlando con lui, si dimenticano' le vittime innumerevoli della sua rivoluzione. Un. francese lo ha paragonato ad un monaco-cavaliere del Medioevo; la signora Faure ha scritto, forse con eccessivo entusiasmo: «Sorprende in lui la semplicità maestosa, la calma improntata di grandezza vera e di sere nità. La saggezza si fonde con una volontà sovrana. Il viso grave e bello potrebbe appartenere a Confucio; c'è una grande distinzione in ogni atteggiamento di questo figlio di contadini». Vive nella « Città imperiale », più venerato e più potente degli antichi sovrani; ma ricerca il contatto umano e non condivide il disprezzo staliniano per le masse, che pure domina coti mano di ferro. Noioso negli scritti teorici, sa parlare con frasi brevi è dense, di facile comprensione; 'figliò della terra, ricorre spesso a favole, apologhi, proverbi popolari. Ha fatto vincere il comunismo in Cina mobilitando le campagne, non il proletariato urbano; già nei suoi primi, confusi tentativi giovanili si avverte l'appassionato programma di trasformare in forza rivoluzionaria l'antica, inerte pazienza dei contadini. A centinaia di milioni di uomini, apparve per un momento come il liberatore; ora li costringe, con disumano rigore, a rinnegare in un anno le tradizioni di sessanta secoli e li sottopone ad uno sforzo intollerabile per rea' lizzare d'un balzo il socialismo assoluto. Eppure riesce difficile vedere in Mao solo il fanatico Robert Payne, il suo miglior biografo, lo incontrò per la prima vòlta a teatro : fu sbalordito dalla sua ilarità clamorosa e fanciullesca, dalle interminabili risate che minacciavano di rovesciarlo dalla panca. Capo di una rivoluzione puritana, dicono sia incapace di vivere senza una compagna; l'attuale sua mtrebbrarevmlecoinsctadvntangvruxfdelitnnrlnbcbvsrmptUbPdldlsgcaGdsaslCgbdmmpBnzccdrvp a è , -) e o , a d à a , ù e moglie, la quarta, era un'attrice di notevole talento ed ebbe fama d'essere ancor più bella della - bellissima signora- Ciang Kai-scek. Porta la responsabilità di milioni di vittime (anche in Corea) ; ma ha una tolleranza intellettuale rara fra i dirigenti' comunisti; « c'è un umanista in questo rivoluzionario-», scrisse un visitatore occidentale. Instancabile divoratore di libri, lo stesso Mao definiva inutile una giornata in cui non avesse « vinto una bat taglia o letto sessanta pagine » ; tuttavìa sopporta male gli intellettuali puri: « Ci vuol più scienza per uccide re un maiale che per leggere un libro ». Teorico del marxismo, ' ideologo assai più forte di Kruscev, è un autodidatta dalle più caotiche esperienze: arrivò al socialismo dopò aver Iettò Montesquieu, Darwin e Spencer; nella sua dottrina rivoluzionaria si avverte,-anziché la rigida ortodossia moscovita, l'èco confusa della tradizione cinese e dell'Ottocento liberale europeo. Per lunghi anni, tra una congiura e una battaglia, ebbe l'abitudine di scrivere versi. « A cavallo — dice si ha il tempo di cercare il ritmo e le rime. Era bello, mi accade spesso di rimpiangerlo ». Egli stesso autorizzò ila pubblicazione idi Una raccolta, Orinai introva bile, dal titolo suggestivo, di Poesie della sabota portata] dal vento. Per iin occidente le, non è facile capirle. Fe deli agli antichi ritmi popò lari, raffinate e quasi preziose, affrontano i temi. della guerra e della rivoluzione con una misura delicata ed allusiva, quasi pudicamente. Guardando dal Nord nevoso, dal suo difficile rifugio, ver so la Cina che stava per aprirsi alla faticosa conquista, scrisse : « Col tempo bel lo — La terra è deliziosa-— Come ima fanciulla dalle guance rosse e vestita di bianco. — Tale è il fascino di questi fiumi- e di questi manti — Da chiamare innumerevoli eroi a gareggiare^ per la loro conquista»: Bloccato da Ciang Kai-scek nel gelido Yenan, quasi sen za uomini e senza speranze, cantava il sogno della rivincita: « Slitta più aita vetta di sei montagne — Sta la rossa bandiera e sventola al vento d'occidente. — Oggi, tenendo una lunga corda in mano — Mi chiedo quando potremo legare il mostro », Quando scrisse questi versi, era giunto al termine della «Lunga marcia», l'impresa leggendaria e disperata che ne fece il capo indiscusso del comunismo cinese. Sotto l'incalzare di Ciang KcbnrncmsgmcmirmrtscmflntmmcGmcnrpnnn Kai-scek, l'Armata Rossa fu costretta ad abbandonare le basi mantenute per sette anni nel Kiang-si e trovare un rifugio a nord, sempre più a noTd. Partirono ih centomila, con le donne e i bambini; marciarono per diciotto mesi, trai deserti e le montagne, su una strada lunga come da Singapore a Roma, combattendo contro gli uomini e la natura. Arrivarono in diecimila; più volte Mao rischiò di morire di esaurimento; dovette abbandonare-alla carità dei contadini tre dei cinque figli, e non ne seppe più nulla. Può darsi che in quelle angosce sia maturata in lui la volontà ferrea di portare a termine la rivoluzione. Tragico destino, se dal suo.dolore egli ha tratto la forza per trasformare il suo paese in un'immensa prigione, in una società di automi. Carlo Casalegno