I calciatori italiani con una travolgente ripresa pareggiano a Genova contro la Cecoslovacchia: 1-1

I calciatori italiani con una travolgente ripresa pareggiano a Genova contro la Cecoslovacchia: 1-1 I calciatori italiani con una travolgente ripresa pareggiano a Genova contro la Cecoslovacchia: 1-1 Un goal e molte offensive dei boemi nel primo tetmpo - Situazione capovolta nella ripresa, la nostra squadra domina, colpisce due pali, sì vede annullare una rete per fuori gioco e realizza con Galli - Boniperti e Nicole tra i migliori - La tecnica e mobilità dei bianchi (ìli azzurri hanno sfiorato la vittoria (Dal nostro Inviato speciale) Genova, 13 dicembre. Risultato di parità, dopo uno partita in complesso corretta, ma disputatissima. '•Disputata soprattutto nel corso del secondo tempo, quando l'undici italiano ha saputo profondere nella lotta una quantità insolita di energia. Vesito della partita va considerato ''come giusto, con la riserva che làsuperiorità, dell'Italia nella rlpresa essendo stata molto più marcata di quella, esercitata' dalla Cecoslovacchia, nel corso del primo tempo, se una delle due squadre meritava di vincere, questa era quella ohe ver stiva i colori azzurri. In complesso un incontro che da parte italiana, si poteva anohe vincere, e che si è chiuso alla pari senna ohe grandi argomentazioni si pò* sano produrre in contrario. I cecoslovacchi hanno prodotto il loro massimo sforzo nei primi quarantacinque minuti di gioco. Nel corso dei medesimi, le capacità teoriche «i anche tattiche dei lOfQ .CalMu.tori sono apparse nettamente superiori a quelle che e'/Wid le generali previsioni. Il loro controllo della palla,, il .senso di smarcamento, il modo di coprirsi l'un l'altro in difesa, e soprattutto il sistema adottato per le offensive e per l'opera di attacco in genere, con sei vomir', cioè invece: dei tre consueti mari, il più efficace dei quali era il mediano sinistro — proprio quello che segnò il punto ohe mandò in vantaggio gli ospiti — ha vivamente impressionato il non fitto pubblico. L'undici italiano ha detto quel che ha voluto e ohe poteva dire, nella seconda parte dell'incontro. Allora esso ha giocato. Allora ha dominato ed è stato effettivamente la migliore delle due squadre in campo. Allora esso avrebbe anche potuto convertire il pareggio in una vittoria. Fu anche, quel secondo tempo, bisogna dirlo, il periodo più ■interessante di tutta la gara. Specialmente nella sua prima mezz'ora: una prima mezz'ora piuttosto abbondante, come durata. .Nel corso della medesima la rete del pareggio con-} tinuò a pendere nell'aria e sull'atmosfera dell'incontro co me se fosse matura e dovesse ' cadere da un secondo all'altro Effettivamente essa non giunse che al S6', cioè a nove minuti dal termine, e sarebbe stata una autentica ingiustizia rispetto all'andamento del gioco se essa non avesse lasciato cadere il suo verdetto. Un tempo per ognuno dei due contendenti, quindi. B nel complesso un>, incontro molto più veloce e più inte ressante di quanto1 non. si era previsto. Perché si sono trovate l'uno, di fronte all'attrai due unità in condizioni particolari di forma, dCspiritò e di rendimento. • . Questi giocatori boemi delia generazione attuale sanno quello che vogliono: e*.quello ohe si /anno, sotto l'aspetto tecnico. Trattano bene la palla, vanno su di essa «di primo», senza cioè retrocedere mai per attenderla al primo od al secondo balzo, combattono per affrontarla in modo sodo e coraggioso secondo le regole del tackllng inglese e possono immediatamente ' liberarsene a profitto perché al momento stesso in cui uno degli elementi ne entra in pos- sesso, due o tre attrici-muovono, si smarcano, ■ si: piazzano e si portano in. posizione per ricévere, e per proseguire l'azione. Un principio che sta alla base di qualunque tattioa si voglia applicare sui campo, bisogna dire, perché sonò ali scambi volanti e non le combinazioni da fermo quelli ohe portano una prima linea a penetrare, a sfondare gli ostacoli che l'avversario eleva sulla sua via. L'intera squadra si portò come sotto-l'impulse della buòna vena nel primo tempo. Terzini " mediani non si fecero mai.. >. glierè' allo- scoperto in nessun momento ; di questa prima parte dell'ihoontro.' Un primo tempo, ripetiamo, che non fu condotto con la paura di perdere o con principi comunque rinunciatari, ma puntondo invece in avanti, col deliberato proposito di sfondare e di vincere. Questa tendenza e Questa volontà costruttiva furono quelle che, fino al riposo di metà tempo, fecero temere per le sorti della compagine, ohe rappresentava \ nostri oolori. I giocatori nostri, senza essere succubi della capacità degli ■ avversari, apparivano' cornei impressionaHi come più lenti, come, meno intraprendenti, nel confrànto. ■Fu dopo qualche -minuto dall'indio-,, della riprésa che l'antifona cambiò. Allora ad un dato punto 4 nostri avanti presero a correre come se premessero su di un acceleratóre ideate, A correre ed a giocare' in modo più efficace nello stesso tempo. afoderavano una velocità di cui non 'si avevi avuto sentore in' precedenza, e su quel difficile terreno onducevano avanzate- svelte e sbrigative, 9 l'avversario rinunciava a. molte, delle sue velleità aggressive, si dedicava principalmente a compiti difensivi, i Difficile dire, a, questo proposito, se i boemi, in questo secondo -tempo, cedettero come dirotta ' conseguenza dello sforzo fisico fino ad allora sostenuto, o se invede fu la grande volontà e la superiore velocità ed aggressività degli azzurri a sospingerli indietro ed a'costringerli a rifugiarsi nella loro meta cam po, e soventissimo anche nella loro area di rigore. Noi propendiamo per la seconda ipotesi, anche avendo davanti alla ménte l'immagine ohe ci è rimasta dello sforzo prodotto in quel periodo da Nicole é da Boniperti: due elementi, che per il trattamento usato alla loro squadra di origine in 'campionato, facevo piacere di veder giocar bene, quasi come a tacitazione di ogni maligna supposizione. >. I due si prodigavano', appiè-, no, e col loro slancio e la'lo¬ ro iniziativa trascinarono in avanti la intera nostra compagine. Per una abbondante mezz'ora il puntò del pareggio parve dovesse premiare la perseveranza dei nostri attaccanti da un momento all'altro. Ed era Bean a sbagliare, ed era Galli a segnare in netta posizione di fuori gioco e Quindi senza esito positivo ai«uno, ed era la precipitazione a tradirci. B la Cecoslovacchia aveva, per far fronte alla situazione, richiamato indietro una quantità di elementi, fra altri anche il suo oentroavanti Pluskal, che-nella sua squadra òpera d'abitudine nella posizione di mediano. Bisognò arrivare fino a nove minuti dal termine, perché qui;,in colza sacrosantamente giusta che era la:rete del pareggio 'veniste a mettere tutto a posto. Fu un vero sollievo, perché di perdere, i nostri assolutamente noti ■ meritavano.. Non di tutti gli 'elementi nostri si possono tessere uguali elogi, comunque. Fogli alternò sprizzi eccellenti à momenti ■mano buoni, e proprio come esperienza vuole; Castelletti fu meno sicuro del suo compagno di destra, Robotti. E Beau non raggiunse certo il grado di forma e di efficienza toccato nell'incontro di Parigi. Fatti e circostanze queste, su cui ci riserviamo di ritornare in un prosieguo di tempo. L'incontro ha avuto uno svolgimento corretto e regolare. Nessun cambiamento di giocatori nelle squadre, per quanto esso fosse stato concordato in precedenza. La gara si iè svolta su un terreno dalla superficie certamente non levigata in partenza, e che là ' pioggia caduta ad in tirmittenza per tutta la gior nata aveva reso viscido e pesante. Ed il non abbondante pubblico presente passò dal primo al secondo tempo, dalla freddezza all'aperto incoraggiamento alla squadra nostra. ; Vittorio Pozzo Galli (a terra) coti un bai» ha sorpreso la difesa cecoslovacca segnando di testa il goal del pareggio (Tel.)

Persone citate: Boniperti, Castelletti, Galli - Boniperti, Robotti, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Genova, Italia, Parigi