Soustelle inviato a colazione da 140 giornalisti d'ogni paese di Paolo Monelli

Soustelle inviato a colazione da 140 giornalisti d'ogni paese SORRIDE SE LO CHIAMANO IL DELFINO Soustelle inviato a colazione da 140 giornalisti d'ogni paese Con spirito e sveltezza egli riesce a sfuggire le domande insidiose - Degli uomini della IV Repubblica dice che trattavano gli affari della francia < come i marchesi di Luigi XV guidavano i balli di Corte - La rivoluzione gollista, afferma, è profonda e secondata dai popolo - Si domanda con stupore come mai ci si preoccupi di una nuova stabilità parlamentare, quando i francesi furono sempre criticati per la loro instabilità (Dal nostro inviato speciale) Parigi,-12 dicembre- Ho avuto, stamane' con Jacques Soustelle, ministro delle Informazioni e fondatore dell'Unione per una, nuova repubblica, un centoquarantesimo' d'intervista. Eravamo, infatti', più o meno,' centoquaranta : giornalisti detta stampa straniera, che l'avevamo invitato c colazione; per vedercelo dawicino, per sentire che cosa avesse ■ da dirci, per fargli, domande insidiose. Le domande insidiose non .abbiamo 'avuto il tempo di fargliele. All'una ci mandò a dire che oi mettessimo pure a tàvola, avrebbe tardato un poco, 'era impegnatissimo al suo ministero; cosicché ohi aveva sperato di portarselo in Un. angolo durante gli aperitivi dovette rinunciare al suo piano. Arrivato quando già tutti avevamo preso posto, disse òhe aveva-un consiglio dei ministri alle 3, e lo scusassimo sé non poteva trattenersi più a lungo. <Non si sa mai, con questa gente », avrà pensato; anche se poi ci ha lusingati chiamandoci < testimoni della storia ». Non per nulla, durante la guerra,-fu capo del controspionaggio di De Gaulle a Londra; e applicò la classificazione rigorosa e le severe indagini detto scienziato qual era al servizio segreto. E questo spiega come sia riuscito a sfuggire, a metà del maggio scorsq, atte guardie ■ che vigilavano la sua casa a Parigi, e nascosto sotto il sedile posterióre di un'auto abbia potuto raggiungere la Svizzera, e- di.li arrivare in volo ad Algeri, a dare sostegno e autorità, al colpo di Stato dei militari. ! A guardarlo, ohi non sapesse ohi sia potrebbe si giudicarlo, tuffai più, un alto ■funzionario, freddamente gentile, schivo, chiuso ad ogni confidenza. O un primo della classe ohe abbia fatto carriera. Primo delta classe è stato veramente. Figlio di un operaio (è nato nel 191SJ è subito cosi bravo a scuola che ottiene l'esenzióne dalle tasse; a 17 anni, il più giovane della sua classe, è ammesso a pieni voti alla scuola normale superiore; e dopo tre anni è professore di - filosofia, il più giovane professore di Francia. Si dedica alla etnologia, va al Messico, dove per tre anni vive fra. gli ultimi discendenti dei Maya, e pubblica studi che, dicono, fanno testo in questo campo. Tornato in Francia e nominato vice-direttore del Musèo de VSomme,-importante istituto dedicato all'antropologia e all'etnografia, e ohe raduna intellettuali che alternano agli studi un'attività politica di estrema sinistra,, antifascista, pacifista. Ma U patto d'alleanza concluso fra la Germania e la Russia nel 1939 guarisce, lui ed i suoi compagni, da ogni utopia comunista. Tra i primi a legarsi a De Gaulle, nominato da questi direttore dei servizi segreti ■ della Francia-Ubera, è anche fra i primi a tederò nel generale l'uomo, del destino,- e a ribellarsi al parlamentarismo irrequieto e disordinato della Quarta Repubblica; passando, come fu detto, «(alta filosofia di'Marx a Quella di Nietzsche. Mendes-France lo fa nominare governatore dell'Algeria l'anno 2955; data la persona ohe lo ha designa- to, e con la rinomanza di < intellettuale di sinistra », vi arriva accolto con sospetto dai coloni e dai nazionalisti; ma in poco tempo ne diventa il campione; affermando un po' confusamente, ma con chiari intenti, ohe l'Algeria non resterà francese se non rinnovandosi, ma non potrà rinnovarsi se non restando francese. Sta fra -noi con riservata cortesia. E? tutto - tondo, ' il, taglio tifi capelli fitti, gli occhiali, la fronte, il mento, le spalle; vien fatto di pensare che' cosi lisoió e tondo non dà presa all'avversario. Mi diceva Mitterand l'altro giorno, al quale avevo chiesto se davvero Soustelle si trovi in contrasto con De Gaulle, « Soustelle non. è concepibile senza De Gaulle », Quando fui in Algeria, i primi di giugno al seguitodi De Gaulle, sentii le folle gridare al generale il nóme di Soustelle corno per dirgli che da quest'uomo doveva prendere consiglio è risoluzione; finché il generale, parlando una mattina sulla piazza d'armi di Orano, a quel gridò, <8oustelle, -Soustelle», implacabilmente scandito, batté la mano sul parapetto della tribuna con visibile irritazione. Adesso motti affermano ohe Soustelle si dia d'attorno per diventare primo ministro, e che De Gaulle non vuole. Altri dicono che ad essere primo ministro, per ora, non aspira; si contenterà di essere nel pròssimo Governo ministro' degli Interni, per chiamarvi a raccolta i suoi uomini, e organizzarsi la polizia; preparandosi cosi il posto di presidente del Consiglio per pia tardi, con metodo s organizzazione. Ma sorride, un sorriso di labbra strette, se lo chiamano il Delfino. (Forse perché pensa che qualche mese fa chiamavano Delfino il socialista Mollet). Un collega italiano che gli è stato seduto accanto alla tavola mi ha detto poi che ha mangiato pochissimo e bevuto ancor meno; e gli ha chiesto a un certo., punto: « Perché l'opinióne pubblica in Italia è cosi fredda con noi? .Voglio bene. all'Italia, la conosco, Vho corsa fino a Pesto, fino a Metaponto. Ho visto una bellissima mostra etrusca a Firenze», QU brillano gli occhi, toma ad essere per un attimo l'appassionato ricercatore di civiltà perdute. Il collega gli risponde che l'esperienza rende gli italiani sospettosi di tutto ciò che ha Paria di cominciare come è cominciato U fascismo da noi. B fanno pensar male certi tipi ohe si atteggiano a squadristi, il deputato Biaggi, per esempio. Soustelle sorride. « Oh, Biaggi. Lei non lo conosce. E' un tipo esuberante, ma non è pericoloso per nulla. 8a' invece cosa è pericoloso t Considerare gli avvenimenti nuovi con gli occhiali con cui si sono guardati gli avvenimenti passati, E mettere etichette vecchie sulle bottiglie nuove». Ad un altro che gli chiede qualche giudizio augii uomini della IV Repubblica risponde svicolando, con spirito. « Trattavano gli affari del Paese come i marchesi di Luigi XV guidavano i balli di Corte». La colazione 6 ormai alla fine. Il Presidente dell'Associazione della stampa estera saluta il Ministro in nome di tutti i centoquaranta presenti; e soustelle si alza per ringraziare. Siamo tutti con la matita in resta e la carta pronta per raccogliere chis¬ sà che rivelazioni; e alla fine resteremo piuttosto delusi; anche ss locutus est In lingua trina, come il Papa: in francese, in inglese, in spagnolo con vaghe inflessioni italiane ad uso di noialtri cisalpini. «Da sei mesi — dice — c'è una rivoluzione in Francia. Una rivoluzione senza sveglie all'alba e senza spargimento di sangue; ma profonda, confortata ad ogni tappa dal consentimento del popolo; una rivoluzione che non vuole cambiare uomini né etichette, ma dare al nostro Paese il posto ohe gli compete nella seconda metà del secolo XX». (Mi sussurra il mio vicinoy un acuto olandese: « Sa ,una battuta di soustelle r Tre cose si incominciano senza sapere come andranno a finire: un amore, una carriera, una rivoluzione »). Soustelle parla delle elezioni in'Algeria. «li solo fatto che abbiano potuto avere luogo è molto importante. Quando ero governatore general» dell'Algeria,' pur convinte della necessità di far partecipare il Paese alle elezioni, avevo dovuto sconsigliare U Governo da questa innovazione, che allora mi pareva cosa impossibile. E guardate che rivoluzione è stato in Algeria il voto delle donne ». (Mi viene in mente a questo proposito un aneddoto che mi contarono in 'Algeria, del viaggio che Soustelle fece da Algeri ad Oramo a Costantino appena arrivato laggiù, una settimana dòpo il colpo del 13- maggio, un viaggio assai più trionfale di quello compiuto da De Gaulle due o tre settimane più tardi. A Ccstantina stava sul palco accanto a Soustelle uno sceicco, di quelli amici della Francia, che con fiorita eloquenza disse rivolgendosi alle donne presenti: « O donna mussulmana, è venuto il momento di prendere la parte che ti spetta netta storia della nuova Algeria francese; a donna, spezza le tue catene con un martello di ferro l» e si vide allora una giovane mussulmana diciassettenne strapparsi il velo dal viso e il manto dalle spalle e get¬ tandoli lontano gridare, « Sorella, non perdiamo quest'unica occasione di emanciparci!»). « Prima di rispondere alle domande che mi farete — ha concluso Soustelle — permetJetemi di fàrvene tre io stesso a cui darete risposta nel foro della vostra coscienza: perché le elezioni col sistema uninominale sarebbero da condannare in Francia quando sono approvate in Paesi che sono modello di democrazia,? perché ci si preoccupa ohe si sia creato nel nostro Paese un forte gruppo politico, senza che abbia del resto la maggioranza assoluta alla Camera, quando questo è l'obiettivo a cui tendono tamr ti altri Paesi democraticir perché infine ci si preoccupa M vedere crearsi all'inizio della V Repubblica le basi di una stabilità parlamentare quando finora siamo stati criticati per la nostra instabilitàt ». Alcune domande seguono da.parte dei giornalisti, che offrono il destro a Soustelle di affermare; a) che il gen.De Gaulle fra U 'SI e il '56 ha sempre auspicato Una federazione europea; quindi 1'UJT.R., che se non è il partito del generale si è impegnata a sostenerne le idee, non può pensare che nello stesso modo; b) che la libertà della stampa non subisce in Francia la menoma restrizione; ed infine, c), ohe la Costituzione del £8 settèmbre garantisce la democrazia e l'efficacia dei poteri pubblici; e se i governi che verranno terranno fede a quei principi, si potrà considerare con fiducia l'avvenire. € Adesso gli faccio io una domanda scabrosa, voglio domandargli che differenza c'è fra l'integrazione dell'Algeria, che a quanto afferma Soustelle è la solo soluzione possibile, e la generica autonomia di cui parla sempre De Gaulle», mi dice con risolutezza U collega che mi sta accanto; e alza la mano per chiedere la parola; ma proprio in quel momento il ministro si scusa, è tardi, deve andarsene, tanti saluti a tutti. Paolo Monelli