Il rinvio a giudizio del marchese De Cavi

Il rinvio a giudizio del marchese De Cavi Accusato di truffa per un biliardo e mezzo Il rinvio a giudizio del marchese De Cavi Deve rispondere anche di bancarotta, appropriazione indebita e dieci reati minori Altri sette imputati tra cui due religiosi Genova, 10 dicembre. Il marchese Giannetto De Cavi, protagonista del più grave scandalo finanziario avvenuto a Genova nel dopoguerra, è stato rinviato a giudizio per trulla di un miliardo e mezzo di lire, ' bancarotta semplice e fraudolenta, appropriazione indebita aggravata ed altri dieci reati minori: 11 processo dinanzi al tribunale penale è stato fissato per la primavera del 1950. In giudizio compariranno, col De Cavi, altri sette imputati e cioè: i fratelli Enrico e Attilio Gatti (il primo direttore e il secondo ■ funzionario dell'* Antico Banco De Cavi » di via San Lorenzo) accusati di truffa, 11 liquidatore di una delle società minori del De Cavi, Hermann Isemburg, al quale si fa l'addebito di bancarotta semplice; 1 padri Oddo e Cugge, dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi, accusati d'aver ospitato l'ex-bancillare nel loro.convento durante la. latitanza, nonché i coniugi svizzeri Lean dro Pedroli e Lavinia Solinas, Imputati di truffa ai danni del De Cavi avendogli venduto per oltre dodici milioni di lire la formula di un prodotto farmaceutico che, a loro dire, aveva il potere di debellare con facilità il cancro. L'istruttoria a carico del marchese De Cavi era cominciata il 28 gennaio 1954, al momento cioè del clamoroso fallimento dell'* Antico Banco De Cavi » che l'imputato aveva ereditato dal padre nel 'ia6; nei giorni seguenti Giannetto De Cavi si era reso irreperibile e l'ordine di cattura contro di lui — accusato in un primo tempo di bancarotta fraudolenta e truffa — doveva essere eseguito soltanto nei primi giorni del luglio scorso allorché 1 carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria, concludendo tutta una serie di indagini, traevano in arresto il latitante nella sua villa di Stazzano presso Serravalle Scrivla. Le accuse principali che si muovono a Giannetto De Cavi sono quelle di bancarotta fraudolenta e di truffa. Il banchiere, fin dal 1945, aveva costituito a Genova 'diverse società commerciali e industriali, compresa quella editoriale che pubblicava II Corriere del Popolo; 11 giornale cessò le pubblicazioni nel marzo del. '54 con un passivo > di circa sessanta milioni. Uh'al tra società il banchiere i'aveva fondata nel 1952: si trattava di uno stabilimento farmaceutico, sito a Nervi, nel -quale egli intendeva.produrre un farmaco capace di combattere il cancro, la cui formula, come s'è detto, era stata ceduta al De Cavi dai due coniugi svizzeri, il Pedroli e la Solinas, per la somma di circa dodici milioni e mezzo di lire; le doti soprannaturali che si attribuivano al prodotto in questione provocarono una presa di posizione da parte delle autorità ecclesiastiche genovesi, che sconfessarono pubblicamente le voci diffuse In merito. Per finanziare tutte queste attività il De Cavi — secondo l'accusa — non aveva esitato a servirsi del denaro che correntisti del Banco gli ave vano affidato:, risulta infatti che, prelevandoli dai depositi egli impiegò 171 milioni nellsi società «Cimes», 66 milioni nella «Spael», editrice del quotidiano 71 Corriere del Popolo, 30 milioni nella «Cima», 18 milioni nella «Albohrn», 14 nella «Salme» e 91 infne per la costruzione dello stabilimento farmaceutico; ancora il giorno stesso del fallimento, cioè il 28 gennaio 1954, il De Cavi accettò il versamento di 45.000 lire da parte di un correntista che desiderava acquistare tramite 11 Banco alcuni titoli di Stato. Il De Cavi ha sempre re spinto queste accuse, asserendo di essersi limitato a fare ciò che fanno tutti gli istituti di erudito di questo mondo: impiegare il denaro depositato dai loro clienti. Ovviamente il magistrato è stato di opi nione diametralmente opposta dichiarando nella sentenza di rinvio a giudizio che Giannetto De Cavi — il quale non era autorizzato a svolgere col suo Banco attività creditizia — « agi con estrema leggerezza » impiegando il denaro a lui affidato in imprese commerciali ed industriali prive di garanzie di sicurezza. escaqdtcatnttpsntmpam

Luoghi citati: Genova, Stazzano