Le novelle della regina

Le novelle della regina Le novelle della regina nel buio. Indovinando chi possa essere, quella lo ruzzola dal letto a pugni e a calci, e ha poi un colloquio con la sua dama d'onore sul modo d'usare la'vittoria. Il consiglio di quella saggia è di fermarsi lì, ma- anche dì ritirare quelle pericolose confidenze al cavaliere. Che non potendo protestare senza tradirsi, vede struggersi l'antico: favore e per aver troppo voluto perde tutto. Anche in situazioben altrimenti risentite, il tócco della novellatrice è così elegante: sulla cronaca rosa o nera di quei tempi scende un terzo colore di poetica lontananza. Nel « Lundi » che tratta di lei, il Sainte-Beuve sfoga il genio della digressione. Volendo introdurre senza scandalo l'Eptameron, antico libro di bornie compagnie, fra le lettrici con¬ Per cucire insieme un libro di novelle (un problema di sempre!) gli antichi usavano l'espediente messo in voga dal Boccaccio d'immaginare un'onorevole brigata che férma su qualche intoppo si mettesse a passare il tempo novellando; onde l'illusione dei moralisti, che i divertimenti delle società antiche fossero superiori a quelli della nostra. L'osservanza dei moduli boccacceschi ha lungamente nociuto, in Italia, alla fortuna dell'Eptameron di Margherita di Navarra, cui oggi soltanto è resa giustizia con un'ottima versione (la prima integrale) di Emilio Faccioli e una splendida stampa di Einaudi. Un libro cosi lontano va letto con le: avvertenze poste dal Faccioli stesso nella bella Introduzione; cercandovi soprattutto il ritratto della scrittricei perfetto ideale di e dama italianizzante » del Cinquecento francese. Nonostante due mariti di peso quali il duca d'Angoulème e il re di Navarra, e tanto platonismo da non sapere dove metterlo — gran parte di esso fluì nel mistico Canzoniere — il nodo affettivo di Margherita resta l'amatissimo fratello Francesco I re di Francia, di cui riporta, nel famoso dipinto del Clouet, i tratti affusolati. La storia narra come essa andò di persona a liberarlo dalla prigionia di Carlo V; e certe sue lettere al prigioniero sono d'una tenerezza capillare, quale le stesse madri hanno di rado. Una grati sorella; che viene a dire una donna snodata sul suo perno, libera e padrona di sé. Fu infatti, con un gioco molto stretto e forse un po' consapevole, appassionata e virtuosa pia e allegra, brusca e Jcziosa, gotica e arcadica in una volta. Un aneddoto la dipinge, narra to dal Brantòme. Un capitano Bourdeille aveva ricondotto Pau, dove regnava Margherita, una sua amichetta di cui poi si scordò. Dopo qualche anno, morta la fanciulla e ritornato il capitano, la regina tira questo in chiesa, e passo passo lo conduce sopra una lastra sepolcrale. « Mon cousm, ne sentez-vous rien mouvoir sous vous et som vos pieds?». Veramente il capitano non sentiva nulla. Allora Margherita, senza rimprovero, improvvisò un dolce madrigale sulla povera morta, seppellita ali . sotto, concluso da . un Pater, un Ave e un De profundis recitati in ginocchio, a due vocìi Montaigne non abboccava e alla novella dove Margot narra di un cavaliere che tornando da un convegno d'amore passa in cappella a fare devo: zione, nota: «Ce n'est pas paf cette preuve seulement qu'on pourrait vérifier qtie les jemmes ne sont guère propres à traitet les matières de la théologie » Una teologa, no, ma nemmeno un'ipocrita. Piuttosto è da dire che anche nelle cose della fede era un po' troppo gentile. Amava Dio come un mortale, e almeno un mortale (il fratello) come Dio. XJEptameron, composto negli anni maturi e per gran parte in lettiga dove la gran viaggiarci ce riceveva leggeva dettava tirava i fili della Renaissance, la rispecchia-, e sarebbe male, dietro le indicazioni del solito re pertorio di mariti traditi e frati beffati, vederci un libro licenzioso anziché un codice di cortesia. Della sinfonia del Boccaccio, rimane in Margherita una nota sola ma sicura: il gusto aristocratico della vita; ed essa 10 fa sprizzare anche da quei bassi contenuti, sbrigati senza compiacenza, appena per esemplificarvi una moralità o una passione. E nella passione mette un che di addolcente (qualcuno ha parlato di Racine) che la stacca dalla donna e ne fa cosa virile. Questo regale novellino non si potrebbe leggere,' come avviene di altri, saltando il commento della nobile brigata, che raccolta all'ombra di un monastero sulla riva del Gave in piena, è qui una vera cornice, un'imposizione di tono. Nelle sfumature è bravissima, annunzia il Tacconto psicologico. Come è vero che per insistenza d'uomo la virtù femminile' non si piega, anzi spesso s'esalta! Un mulattiere d'Ambnise vuole la moglie del padrone, e assente questo, le entra in camera con la spada. La donna si mette a scappare; riceve una ferita, due tre; e inebriata del proprio sangue alza j « no » fino all'acuto. Che importa che 11 tristo' mulattiere abusi d'una morente? La vincitrice è lei; tanto che dopo quel fatto l'onestà sali enormemente di prezzo fra le donne di Amboise. Ma non è meno vero che con la don- . na, in amore, o tutto o nulla, e l'amicizia non ha luogo. Un gentiluomo delle Fiandre innamorato della sorella del suo signore, fatto ardito dalle buone accoglienze di lei, si dichiara ma è respinto. Continuando la gentildonna quel lieto contegno (ecco l'errore), egli l'invita nel sto castello, e vestitosi elegan temente da notte, passando per una botola, le si pone accanto nsleudtgdfipsvptentnlnitc■ sal oi ma tghe non rato o il sì o un adi edo prnie n¬ temporanee, si rifà alla storia della conversazione in Francia, dalle scurrilità del medio evo alle delicatezze dell'hotel de Rambouillet. Questo per- il grande critico è il punto in cui le donne oneste < smisero di dire cose disoneste, anzi di fermarle per iscritto senza credere di mancare perciò all'onestà ». E ha ben l'aria di ritenere quel punto, un punto fermo. Ma il mondo gira, e il tono «hotel de Rambouillet » si è forse nuovamente allontanato. Le lettrici di. oggi, avvezze alla Sagan e alla Moore, esercitate giornalmente da una cruda barzellettistica, dovrebbero essere in grado di ricevere senza offesa la gaillardise della regina di Navarra e insieme di apprezzare la gentilezza d'arte che l'aocompagna e riscatta. ■ Leo Pestelli

Luoghi citati: Angoulème, Francia, Italia, Pau