Nessun pilota italiano sulle Ferrari da corsa di V. M. Enzo Ferrari

Nessun pilota italiano sulle Ferrari da corsa Nessun pilota italiano sulle Ferrari da corsa li costruttore modenese spiega t molivi della dolorosa rinuncia Behra, Gendebien, Allison e due statunitènsi nella squadra ufficiale (Dal nostro corrispondente) Modena, 9 dicembre. A Modena, ricevendo secondo l'annuale tradizione i giornalisti italiani e stranieri specializzati in automobilismo, il comm. Enzo Ferrari ha fatto oggi interessanti dichiarazioni sull'attuale situazione del mondo delle corse automobilistiche e sul programma futuro della sua Casa. Adottando una nuova' simpatica formula, Ferrari, dopo avere fatto visitare agli oltre cento giornalisti convenuti da tutto il mondo la sua officina e avere annunciato l'inizio della costruzione in serie della 250 Gran Turismo e di una nuova macchina sportiva di due litri (della prima verranno prodotti 260 esemplari all'anno), ha ricevuto i giornalisti nel Baione di un albergo e 11 ha invitati a porgli domande. Ne è sortita così una serie di botte e risposte del più vivo interesse. Ferrari ha anzitutto annunciato la nuova formazione della sua équipe che sarà composta per 111959 dal belga Olivier Gendebien, dagli americani Fhìll Hill e Dan Guarney, dall'inglese Cliff Allison, e dal francese Jean Behra. All'annuncio della formazio né è stata subito posta la do manda: « Non ritiene che ci sia neppure un pilota italiano in grado di occupare un piccolo ruolo nelle corse del campionato del mondo sport e formula 1?>. «Noi abbiamo provato parecchi conduttori italiani — ha risposto Ferrari —, e precisamente Cabianca, Gerirti, Lual di, Munaron e Scarfiotti, e ci proponiamo di provarne anche altri, fra i quali Govoni, Quadrio, Scarlatti e Taramazzo, ma per tutte le accuse che ci sono state rivolte in merito ai luttuosi ultimi incidenti, particolarmente dopo la morte di Musso, noi non ci sentiamo di assumerci la responsabilità di far -correre dei piloti italiani, questo almeno finché saremo soli, come siamo restati nel momento delle critiche e delle disapprovazioni. Non pensiamo pertanto di poter utilizzare piloti italiani, pur essendo convinti che fra questi giovani ci siano elementi che hanno tutte le possibilità di diventare dei campioni ». Circa la mancanza del nome del campione del mondo Hawthorn dall'elenco dei corridori, il comm. Ferrari ha dato lettura di una lettera del pilota inglese del 27 ottobre scorso, nella quale egli at mancia la sua decisione di non correre più assolutamente. Interessanti dichiarazioni, con punte polemiche, Enzo Ferrari ha fatto circa la pericolosità delle corse e la richiesta, più volte avanzata da stra ti dell'opinione pubblica e anche da giornali di informazioni, di sopprimerle. Il giornali sta belga Paul Frère gli aveva chiesto: «Crede che con macchine meno potenti sarebbero più sicure? ». Ferrari gli ha risposto: «Non so cosa intenda lei usando la parola sicurezza. Ma sicurezza esiste anche oggi se delle macchine che noi im pieghiamo nei circuiti se ne facesse l'uso appropriato per il quale sono state costruite », Ferrari ha ricordato a questo proposito che molto spesso, come avviene ad esemplo a Reims, si svolgono nell - stessa giornata fino a tre gare: a Reims, una «12 ore», un gran premio di formula 2, e poi, "come ultimo atto ", come avviene allorché il domatore entra nella gabbia dei leoni, scendono ih pista le monoposto di formula 1. Nessuno si preoccupa di vedere se la pista è nelle migliori condizioni. E cioè se i colaggi di lubrificante e di carburante e le abrasioni dei pneumatici hanno creato una patìnoìre piuttosto che unr pista perfetta, così come si richiede per sfruttare delle macchine sicure come sono le attuali mo noposto ». Anche sui recenti mortali Incidenti di Musso e Collins. Ferrari ha fatto notevoli dichiarazioni: «Ha qualche idea In proposito alla causa degli incidenti fatali di Musso t Collins?» gif ha chiesto ring Lui-ani. «Si - ha risposto Ferrari —, ho delle idee in proposito, direi meglio delle convinzioni. Per quanto riguarda il povero Musso mi pare di avere già messo in evidenza Quello - che i cotnmis- sari tecnici italiani (se erano a Reims non so) non hanno visto o, comunque, non hanno fatto osservare. La pista non era nella migliore condizione per potervi disputare un gran premio. E' perfettamente ozioso che si continui a chiedere di chi è la colpa. La colpa è che un bel momento si dimenticano le norme elementari di prudenza che debbono presiedere a tutte le organizzazioni. Per l'incidente di Collins, basta osservare un servizio fotografico pubblicato in Francia per vedere che i ripari in terra messi ai bordi della pista servono a far decollare le macchine. Se al Nurburgrlng esistessero delle difese efficienti come sono state create a Monza, probabilmente il compianto Collins sarebbe stato rinviato sulla pista. v. m. Enzo Ferrari (a destra)

Luoghi citati: Francia, Modena, Monza, Musso