Fu dato per disperso dodici volte l'esploratore Wilkins morto d'infarto

Fu dato per disperso dodici volte l'esploratore Wilkins morto d'infarto UNA VITA PIENA DI AVVENTUROSE IMPRESE Fu dato per disperso dodici volte l'esploratore Wilkins morto d'infarto Tentò per primo di navigare sotto i ghiàcci del Polo Nord, con un sommergibile a propulsione normale - Il drammatico volo dell'australiano nel '28 dall'Alaska verso lo Spitzbergen - Le spedizioni nell'Artide, nell'Antartide e nel Maio Grosso (Dal nostro corrispondente) Londra, 2 dicembre. Ieri pomeriggio la cameriera di un albergo di Framingham, nel Massachusetts, negli Staiti Uniti, usci in cortile e trovò un signore che era caduto per terra dinanzi alla propria automobile/ La macchina aveva 11 cofano aperto ed il signore, un vecchio cliente dell'albergo, che stava lavorando al motore, era caduto nella neve. Fu portato dentro l'albergo, venne chiamato un dottore, che constatava la morte per sincope cardiaca di sir Hubert Wilkins, di anni settanta: una delle più appassionanti personalità del mondo intero durante la prima metà del secolo XX. La storia della sua vita è deitipo ohe Ispira i bambini e fa invidia ai grandi e stuzzica in ciascuno di noi sogni e nostalgie dell'adolescenza che non abbiano voluto, o saputo, o potuto realizzare. Ma proprio per questo va raccontata. Sir Hubert Wilkins — che prima di essere nominato baronetto dal re d'Inghilterra s'era sempre fatto chiamare col primo nome di battesimo, George — era nato II 31 ottobre 1888 in una sperduta fattoria della Austria-Ila meridionale, tredicesimo figlio di uno scozzese e di una gallese che allevavano migliala di pecore. I genitori lo mandarono all'istituto minerario di Adelaide, ma — « sebbene non ne avessi bisogno» — egli fuggì come viaggiatore clandestino a bordo di una nave, in cerca d'avventure, e restò a bordo come mozzo per quattro anni su tutti i mari e tutti gli oceani. Visitò poi l'America e, infine, l'Europa, e nel 1912 andò ad patssasiiiiiiiiiHiiiiiuiiLiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii iiiiMiiiiM occuparsi della guerra dei Balcani come fotografo ufficiale dell'esercito turco. L'anno seguente cambiò lavoro e divenne membro della spedizione canadese polare di Stefansson: parti a bordo della nave Karluk cha, appena girata Punta Barrów, fu imprigionata dai ghiacci e non potè mai più esserne liberata. Sei uomini della spedizione si salvarono con due mute.di cani e alcune slitte, e cominciò un vagabondaggio polare che durò tre anni e costrinse George Wilkins a percorrere circa ottomila chilometri a piedi, cacciando per procurarsi di che mangiare, o sulla slitta. Fu dopo questa marcia che Wilkins scrisse: < Io sono nato e cresciuto in una delle zone più sperdute dell'Australia, dove la dignità della persona anche più povera gli impone di non camminare a piedi ma a cavallo. Questa marcia non mi è piaciuta ». Durante l'esplorazione artica era scoppiata la guerra in Europa. Wilkins tornò per arruolarsi nell'aviazione australiana, partecipò a nove battaglie e fu ferito nove volte; si meritò varie decorazioni militari. Dopo la fine della guerra, partecipò al primo grande rald aereo fra l'Inghilterra e l'Australia, e subito dopo s'imbarcò, con l'esploratore Shakleton, per la sua prima spedizione al Polo Sud. Tornato da questa spedizione, fu Incaricato di dirigerne una in condizioni climatiche molto diverse: una spedizione scientifica per conto del Museo Britannico nelle zone tropicali dell'Australia settentrionale. La sua spedizione non soltanto riusci a raccogliere materiale preziosissimo, ma passò alla storia MiiiiiiiiiiiiriiiiniriiriiiMiiiiiii imiiiimjìiiiid delle, società geografiche mondiali come forse la sola in cui la differenza fra il preventivo e la spesa finale fosse di sole dieci sterline. Dal tropici australiani Wilkins tornò al Polo Nord con un aeroplano per studiare la possibilità di Iniziare rotte polari. Arrivò a Punta Barrow proprio mentre Amundsen e Nòbile iniziavano la loro trasvolata del Polo a bordo del dirigibile « Norge », nel maggio del 1926, e cominciò una serie di tentativi di trasvolata, la prima che fosse mal stata tentata con motore a benzina. Questi tentativi si conclusero con attcrraggi forzati, In una tempesta di neve, e un viaggio a piedi di quattordici giorni con 11 pilota Cari Ben Ejelson, fino al più vicino accampamento. Furono due anni di tentativi che Wilkins riassunse cosi: «Abbiamo elemosinato il denaro e poi ci siamo comperato l'aeroplano. L'abbiamo fatto volare e l'abbiamo fracassato. Lo abbiamo ricostruito e ci siamo fracassati noi. Il mio braccio storto e il dito che Ejelson ha perduto sono la prova di quello che abbiamo passato ». Ma nella primavera del 1928 Wilkins e Ejelson tentarono di nuòvo la trasvolata del Polo e riuscirono a compiere 11 primo volo dall'Alaska allo Spitzbergen, o quasi. Dopo venti ore e venti minuti di volo, infatti, furono costretti ad atter- rare-per una.panne al motore in una isoletta che aveva preso il nome da una antica tragedia artica: «L'Isola dell'uomo morto». Trascorsero una settimana e riparare l'aeroplano, e dopò due tentativi falliti poterono ripartire. Fu uno dei più avventurosi decolli della storia aeronautica: « Ejelson con un piede nella carlinga e l'altro fuori spingeva per. staccare l'aeroplano dal ghiaccio, e Wilkins riusci ad aggrapparsi alla carlinga e a tirarsi dentro l'aeroplano mentre questo già si alzava». Giunsero a Green Harbour, e Wilkins, nella tradizione fiabesca degli esploratori, si recò anzitutto all'ufficio telegrafico per iniiiiiiiiiiiiiMiiifiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiitiiiiitiiia e viare una lunga corrispondenza al Times. • . Pòi venne una breve sosta a Londra piena di onori: l'Imposizione della spada a Bucklngham Palace e la consegna della ambitissima . medaglia d'oro della Società Geografica. E poi subito un'altra partenza verso il Polo Sud, con altri aerei, altri attcrraggi forzati e altre rilevazioni- geografiche. Sulla via del ritorno, passando ' dall'America del Sud, un uòmo 1 come Wilkins non poteva re- " sistere alla tentazione di unirsi per qualche, mese ad una spedizione francese nel Mato * Grosso. Ma la sua mèta, questa volta, erano gli Stati -Uniti: dove -, riuscì a farsi dare un sottomarino per tentare 11 primoviaggio subacqueo sotto la ca- -' lotta del ghiaccio polare artico. Gli americani gli diedero un sottomarino chiamato «0-12»,' ed egli lo ribattezzò « Nauti- lus » e si spinse con questo ordigno sino ad una latitudine di 82° e 15', nonostante i difet- : ti al meccanismo di immerslo- . ne fossero ormai tali che al ritorno, al largo di Bergen, la Marina americana lo autorizzò ad affondare il suo «Nautiluci». In mezzo a questa prodigiosa attività avventurosa, egli non mancò mai ! di scrivere' lindi resoconti per il Times e per. il News Chronioie, nonché compiere studi geologici, meteorologici e fare sfoggio di notevoli cognizioni di storia naturale e prendere migliaia e migliaia di fotografie. L'Inghilterra, fra il 1980 e il 1940, lo deluse perché non gli costruì un nuovo «Nautilus>, e perciò egli tornò nell'Antartico con la spedizione di Ellsworth. Una vita spesa in settantadue paesi diversi, con ventiquattro viaggi al Polo Nord e nove viaggi al Polo Sud, con intervalli trascorsi nella guerra del Balcani, nella primaguerra mondiale e nella rivo-. lUzione spagnola, oltre qualche interludio nell'Australia tropicale, in Siberia e nel Mato Grosso, si concluse in America, prima come consulente della «Commissione per la pianificazione militare degli. Stati Uniti» subito dopo la guerra: e poi come « geografo del Comando ricerche e sviluppi del Ministero della Difesa». Anche nel febbraio di quest'anno, alla'soglia' del settanta anni,' Wilkins "era alla base americana dell'Antartico a ricevere, come degno padrone di casa,. la spedizione Fuchs. ... Nel corso della sua vita era stato datò come, disperso «presunto morto > dodici voltfe: in Canada, nell'Artico, nell'Antartico, su una baleniera, su un aeroplano, su un pallone e nel bel mezzo di un deserto. La cameriera lo ha trovato svenuto mentre cercava di riparare la propria automobile. r.'a. Sir Hubert Wilkins