Romantico destino di un sovrano

Romantico destino di un sovrano (DOMANI ARRIVA A ROMA LO SOIA' DI PERSIA Romantico destino di un sovrano _ 7 \ \ ; .. .... - - ; 1 ; r~- 1 Salito al trono io drammatiche circostanze, giovanissimo già aveva sul volto i segni gravi di una precoce malinconia - Intorno al palazzo marmoreo di Teheran si infittivano gli intrighi, le congiure, le sommosse; nel 1953 venne il caos, l'Imperatore fuggì in Italia con Soraya, poi il suo popolo lo richiamò - In Soraya aveva trovato l'amore, una tenera felicità, ed anche questo bene gli fu tolto dalla ragion di Sfato - Ora i suoi capelli ai sono fatti più grigi, quando, sorride Io fa solo Con le labbra, per convenienza, perché il mondo lo sta a guardare (Nostro servizio particolare) Roma, 26 novembre. Sua Maestà lo Scià Maometto Reza Patitevi, il capo del pia antico impero che sia ai mondo, arriva giovedì a Roma in visita di Stato; è questa la seconda volta che ' l'imperatore dell'Iran viene in Italia in veste ufficiale, e non si contano poi le volte che egli ha soggiornato, in città italiane. E' dunque un vecchio amico del nostro Paese il sovrano che nel prossimi giorni sarà ospite del Quirinale. Fu il 18 agosto del 1948 ohe Rena Pahlevi arrivò a Roma per la sua prima visita ufficiale, e venne allora ricevuto dal Presidente llllllllllllllilllllllllll IllillllllllllllllllllMIII della Repubblica Luigi Einaudi, dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e dal ministro degli Esteri Carlo Sforza. Vavvenimento fu considerato eccezionale, . dal momento che era la prima volta ohe il Capo di uno Stato straniero metteva piede sul nostro territorio da quando era nata la Repubblica. Per l'occasione, "De Gasperi si fece confezionare il primo trac della sua vita. L'Italia era appena uscita .dalla guerra e molto povera, ma pure- fece del suo meglio per figurare ■ dignitosamente agli occhi dell'imperatore persiano. Reza Pahlevi aveva allora 28 anni, da un anno si era IIIIIIIIllllMlllllI I IIIIIIMIIIIIIIIIIIIID a o l a a D a e geda li t, oi a orli. nt, in fiane ffidi 80 le oMIIItllllMIUIIlMIIIIIlllllllllllIllMIllllIJIMllIIIIIIIlU diviso dalla prima moglie, la bella Fauzi sorella del re Faruk, e forse nemmeno sapeva dell'esistenza di Soraya. Da sette anni era salito sul trono dei Pavoni, in seguito.alla cacciata in esilio del padre per opera degli inglesi e dei russi, e già cominciavano ad apparire i primi capelli bianchi sul suo capo giovanissimo. Fu (Subito notato l'aspettò grave, la espressione melanconica. Non era- un uomo felice. Dopo quasi dieci anni di un matrimonio senza figli, era stato costretto dalle ragioni di Stato a separarci dalla consorte; e poi l'Iran era sempre alla vigilia di. una rivoluzione, gli stranieri ancora spadroneggiavano fin dentro al Palazzo di marmo, sordidi, violenti intrighi dividevano persino la famiglia imperiale. Tre anni dopo, il le febbraio 1951, avvennero a Teheran le nozze fra lo Bciahinsciahi (il re dei re) Reza Pahlevi e la diciottenne Soraya Esfa/ndiary; e le cerimonie ebbero un fasto fiabesco. La reggia si riempi di doni mandati da tutte le parti del mondo. La regina Giuliana d'Olanda fece arrivare a Teheran un aereo pieno di tulipani; e un altre aeroplano portò da Amsterdam mille e duecento rami di lillà, mille garofani rossi, duecento rami di ciliegio giapponese, duecento orchidee e seicento piante ornamentali. Il dono di Stalin agli sposi fu valutato intorno a cento milioni di lire,- consisteva in un servizio da scrittoio incastonato di brillanti per l'imperatore e in una pelliccia di martora bianca per l'imperatrice. Tutte le previsioni indicavano, che sarebbe stato un matrimonio felice, e certamente lo fu nei primi anni. Forse lo sarebbe tuttora se i due giovani sposi, invece di una reggia orientale, avessero avuto per dimora una casa qualsiasi. Ma non è facile vivere nel Palazzo di marmo di Teheran e nello stesso tempo avere una normale vita privata. Negli ultimi dieci anni a Teheran sono stati assassinati cinque presidenti del Consiglio, sette ministri e diciotto capiparhto, due sono stati gli attentati contro lo stesso Reza Pahlevi e una trentina contro altre, personalità politiche. Le congiure sventate, le rivoluzioni riuscite o tentate sono state avvenimenti frequenti. Le sommosse popolari hanno l'impeto dt ' cicloni, un'origine per lo p ù misteriosa; e basta poco per farle scoppiare oppure per farle cadere. É' un paese curioso, difficile la Persia. Grande- cinque volte l'Italia, ha una popolazione di appena 19 milioni di abitanti. Più di tre milioni di persiani vivono allò stato nomade; sono raggruppati in tnu.i e hanno per capi i « Khan > e « Sceicchi ». Le tribù più importanti sono /ormate dai curdi, dai bahtiari (e capo di questa, tribù era per l'appunto il padre dt Soraya), dai turcomanni, dai hhamase, dai sciasevennt. Spesso c'è inimicizia fra una tribù e l'altra, scoppiano persino guerre fra di loro, e spesso vengono aizzate per ragioni politiche contro la capitale. La geografia naturale dell'Iran è un guazzabuglio. Si va dal deserto salato, che gli ■ indigeni chiamano < centro dell'Inferno » e dove la temperatura può salire fino a .cento gradi, a massicci ,di montagne coperte di neve per buona parte dell'anno e di cui sei cime sono più alta del Monte Bianco. Vi sono poi immense giungle inesplorata dove camminano le tigri, e luoghi così ameni da meritare il nome di paradisi terrestri. Se è da seimila' anni che i persiani fanno parlare di sé, e talora il loro impero si estese su tre continenti, l'Iran per gran parte è un paese che aspetta ancora di essere scoperto. Poche le strade asfaltate, pochissime le ferrovie; e popolose regioni sono raggiungibili solò battendo le piste, del deserto oppure avventurandosi su sentieri appena tracciati tra i monti o lungo le .giungle. Sicché, sino a pochi decenni fa, la Persia appariva come un paese poco meno che mitico, fuori dalle vie del mondo; si sapeva solo vagamente che laggiù c'erano^ harem, moschee, tappeti, deserta è ' leoni, rivoluzioni - e caviale, sceicchi orgogliosissimi e bellissime donne circasse. Poi venne scoperto il petrolio, e le maggiori potenze fecero a gara per assicurarsene il controllo. Aumentarono le rivoluzioni, crebbe l'irrequie¬ f: 1111 ì 11111111111 mi!i■ i m 111111111111111111; 11:111111ri ; 1 tezza delle tribù, e i persiani non conobbero più un lungo periodo di pace interna. Per anni ci abituammo a leggere sui giornali che la Persia era in fiamme, e stòrie per lo più complicatissime di intrighi, congiure, delitti, di ministri e di capipartito che si lasciavano di volta in volta corrompere dagli inglesi, dai russi, dagli americani; e poi fermenti popolari, eccidi, sparatorie, rivoluzioni e-controrivoluzioni. Nei primi otto mesi del 1953 scoppiò addirittura il caos. In una notte di febbraio i sovrani, sotto l'incalzare degli avvenimenti, salirono su una automobile diretti all'aeroporto di Teheran; avevano preferito la via dell'esilio a quella, della guerra civile. Ma accorse il popolo, l'automobile fu fermata e dove tornare al Palazzo di marmo. E non si capi mai bene se U popolo lo avesse fatto per amore verso il sovrano oppure per avere nella persona di Reza Pahlevi un ostaggio nei confronti della classe dirigente. La seconda fuga avvenne nella notte sul 16 agosto; questa volta l'imperatore e la ventunenne Soraya riuscirono a mettere piede su un aereo e a volare fino a Roma. Non avevano quasi niente con sé. Scesero in un albergo di via Veneto, di lì a poco si recarono ad acquistar re indumenti e poi, all'ora della, colazione, ritornarono al ristorante dell'albergo. Stavano per l'appunto mangiando in un cupo silenzio quando un giornalista portò loro la notizia che il popolo a Teheran aveva fatto pulizia dei partigiani, di Mossadeq e rivoleva il suo imperatore. Seguirono in tutta la Persia mesi agitati, confusissimi, di grande incertezza. Chi scrive ebbe occasione in quel periodo di intrattenersi, a lungo con l'imperatrice Soraya, e ne ebbe ^impressione ahi fosse mortalmente stanca delle sparatorie intorno al Palazzo di marmo, delle teste del decapitati portate a. furor di popolo fin sotto le finestre della reggia, delle fughe notturne dalla colpitale. L'imperatrice aveva allora 21 anno, avrebbe seguito il marito.anche all'inferno, ma pure i suoi nervi non la sostenevano più; e mentre discorrevamo, faceva lunghe pause assorte, si torceva le mani, luci ora di cruccio e ora di speranza le passavano nei. grandi ocohi cernii. Oppure di scatto si alzava, andava alla finestra, guardava verso i pini marittimi di Villa Borghese e allargava il petto à .sospiri di sollievo. Soraya ha sempre amato moltissimo Roma, l'Italia, gli italiani. Quando camminava per le nostre strade si sentiva effettivamente a casa sua, fra gente amica. B forse qui da noi, in compagnia del marito, ha conosciuto i giorni più tranquilli e felici della sua vita. Reza Pahlevi lo sapeva, e tutte le volte che era possibile mandava là moglie a riposarsi, a distrarsi in Italia. Poi lui la raggiungevate ogni volta era come se rinnovassero la loro luna di miele. .Nove mesi fa ragioni di Stato imposero a Reza Pahlevi di separarsi dall'unica donna che forse abbia mai amato nella sua inquieta esistenza. Chi lo ha visto di recente dice che i suoi capelli sono diventati più. grigi e che, se egli sorride, lo fa solo con le labbra, per convenienza, quando il mondo lo sta a guardare. Nicola Adolfi Al confini della Russia ed alle spalle del mondo araboi ricco di petrolio, l'Iran occupa una posizione di grande importanza politica, strategica ed economica 11111111r r 1111111fi ■ 111 )■ 11r i i 11111111111 ( 11111111111 l 11111111111111111 1111 i 11111 j■■11111111111 e 111 ■ 1111[il