Un professore di filosofia senza casa da due anni dormiva in Campidoglio

Un professore di filosofia senza casa da due anni dormiva in Campidoglio Un professore di filosofia senza casa da due anni dormiva in Campidoglio Privato della cattedra perché non iscritto al fascio non è stato ancora reintegrato - Non avendo mezzi si rifugiava ogni notte in nna sala con moglie, suocera e figlio - Ora gli è stato vietato l'ingresso Roma, 22 novembre. cMl dispiace, ma ho l'ordine di non fare entrare nessuno. Dove dovete andare a dormire? Non lo so proprio. Andate un po' dove volete! >. Cosi ha detto 11 brigadiere del vigili urbani posto di guardia stasera all'ingresso della Protomoteca in Campidoglio all'anziano professore di filosofia che, privo di un impiego e di una casa, vi andava a dormire ogni notte, da due anni e tre mesi, Insieme alla moglie, alla suocera e al figlioletto di sei anni Sulla piazza del Campidoglio, attorno alla statua equestre di Marc'Aurello, v'era pochissima gente: solo qualche giornalista e qualche fotografo. Erano quasi le 10, ma non faceva molto freddo. Gustavo Barela, il professore, che dapprima aveva parlato con calma, adesso protestava vivacemente, ma anche questo suo atteggiamento non approdava a nulla. Vicino a lui stavano il figlioletto Dario, con Indosso uno sdrucito < Montgomery », la moglie Adriana Contreras, una donna che reca visibili sul volto 1 segni di Infinite continue privazioni, la suocera, una vecchietta curva sotto il pesò dei suoi ottantadue nr.nl, silenziosa, avvolta In un consunto cappotto nero orlato di una spelacchiata pelliccia di persiano. Guatavo Barela è un uomo di 56 anni, che le ferite e le malattie contratte durante la guerra d'Africa e le tnaversle della vita hanno reso g'À vecchio. La dolorosa odissea di Gustavo Barela cominciò 22 anni fa, quando nel 1936 venne privato della cattedra di filosofia al liceo c Tasso » per non avere aderito al fascismo. Al termine della guerra credeva che la sua vita mutasse, che fosse reintegrato nella carrièra. Invece niente. Continuava a vivere bussando alle porte del Ministero, scrivendo per delle riviste letterarie, con la pensione di guerra di 20 mila lire al mese, col lavoro della moglie impiegata in un'azienda privata. "Viveva con la famiglia in un appartamentino di piazza Eugenio Biffi n. 9 fin quando la moglie, per riduzione di personale, non perse l'impiego, e l'affitto di casa non aumentò a tal punto da divenire insopportàbile. ,-Fu sfrattato per morosità nell'agosto 1966. « Per vari giorni — racconto 11 prof. Barela — girovagai per la città in cerca di una camera. Ovunque prezzi alti. Alla fine una sera passai con la famiglia dal Campidoglio. Convinsi l'usciere di servizio alla protomoteca a farmi entrare è da quella sera il pavimento del cinquecentesco palazzo disegnato da Michelangelo divenne il nostro giaciglio, illustre quanto si vuole ma tremendamente scomodo. Gli uscieri che si avvicendavano nel servizio comprendevano la nostra situazione e. chiudevano entrambi gli occhi. Feci nel frattempo domande su domande all'InaCase, all'Ente comunale d'assistenza del Comune. Ma finora nulla. «Nel' gennaio di quest'anno fui ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico: 22 trasfusioni di sangue e 72 giorni di degenza. Era allora sindaco il senatore Tupini. Mia moglie si rivolse a lui e l'unico risultato ottenuto fu la minaccia di licenziamento in tronco degli uscieri qualora ci avessero fatti ancora entrare nella protomoteca. Non ho mai vissuto di elemòsina. Ma-è la mancanza di un alloggio qualsiasi che mi spaventa. E pensare che mi contenterei anche di un box nella vecchia caserma Lamarmora, gestita dal I l'Ente Comunale Assistenza La famiglia del prof. Gustavo Barela, «sfrattata» dal Campidoglio (Telefoto)

Persone citate: Adriana Contreras, Barela, Gustavo Barela, Lamarmora, Tupini

Luoghi citati: Africa, Roma