Assolta la donna imputata della tragedia di Bosconero

Assolta la donna imputata della tragedia di Bosconero La Gotte di Cassazione conferma le precedenti sentenze dei giudici di Torino Assolta la donna imputata della tragedia di Bosconero Non ci sono prove sufficienti per dimostrare che Maria Polla versò l'arsenico nel latte e nel vino dei suoi familiari - La morte della bambina e della nònna, l'avvelenamento di altre sette persone rimarranno per sempre un caso misterioso (Nostro servizio particolare) Roma, 20 novembre. Il dramma che, nell'estate di cinque anni fa, sconvolse la pace di Bosconero, un paesino a pochi chilometri da Torino, rimarrà definitivamente — salvo contrattempi né previsti né prevedibili — senza soluzione.. La giustizia ha rinunciato a dare un volto a chi. nello spazio di un mese avvelenò una donna anziana, una bimba di .un mese ed un cane tentando poi di uccidere con il medesimo sistema ben otto persone. I giudici della Corte Suprema, infatti, hanno confermato quello che in precedenza avevano stabilito 1 magistrati della Corte d'Assise e della Corte d'Assise d'appello: che, cioè, non vi sono elementi sufficienti per ritenere Maria Polla, protagonista sconcertante di questa vicenda, la organizzatrice e la esecutrice di un dramma senza precedenti. Chi è, dunque, Maria Polla che soltanto ieri, dopo cinque anni, ha potuto trarre un sospiro di sollievo, liberata, con la decisione della Corte Suprema, da ogni. preoccupazione? Ed in cosa consiste questo dramma degno delia fantasia del più abile scrittore di libri gialli? La storia ha inizio nel giugno del 1953 ed ha come sfondo la quieta campagna di Bosconero dove da qualche anno al era trasferita una famiglia composta dai due anziani genitori, Giuseppe Vlttone e Domenica .Chiartano, e dei figli Maddalena, Antonio, Domenico e. la moglie di costui Maria Polla che, lasciato 11 suo' la-' voro in una filanda, si era dedicata esclusivamente a cura re la casa e la campagna. La famiglia di Giuseppe Vittone era organizzata con un siste ma patriarcale, 1 componenti erano legati da vincoli di sincero affetto mentre ogni at tività relativa all'amministra' zione domestica era accentrata nelle mani della madre Domenica Chiartano, alla quale il figlio Domenico, pur essendo sposato, continuava a consegnare tutti i suoi guadagni. Mai un dissidio aveva turbato questa famiglia dedi ta soltanto ed esclusivamente al lavoro, mai s'era.verificato che qualcuno a Bosconero si fosse lamentato dèi^yittone. ; t,iM dramma scoppiò improvviso la mattina del >26t giugno 1953. Giuseppe Vittone, il vecchio capo famiglia, dopo aver mangiato una fetta di pane, 'del tonno in scatola, delle uova sbattute con panna e bevuto due bicchieri di vino si senti male al punto che fu costretto a méttersi a letto. Un paio d'ore dopo anche sua moglie, Domenica Chiartano, che si era limitata a mangiare una semplice minestrina e ad assaggiare un sorso di vino, fu colta da atroci dolori allo stomaco. Lui, il vecchio, se la cavò dopo qualche giorno. Lei la donna, la mattina del 4 luglio, mori La causa? La risposta molto semplicistica a questo interrogativo fu che la colpa di tutto era da attribuirsi al tonno avariato. In quel frangente si dimenticò un dettaglio- di un certo rilievo: che, cioè, Domenica Chiartano non aveva mangiato quel giorno il tonno. ■ Superato il dolore per quel lutto, la famiglia Vittone stava per riprendersi quando si verhteò un secondo episodio ancora più drammatico. La sera del 20 luglio, Maddalena Neira, l'unica figlia dei Vittone, prelevò da una sua vicina un pentolino di latte di capra. Doveva servire per sua figlia, Maria Grazia, nata da appena un mese. La madre aveva lasciato il recipiente per pochi minuti sul davanzale di una 'finestra, p-i lo aveva ripreso e lo aveva fatto bere alla bim bu. Pochi minuti dopo anche Maria Grazia, come ventiquattro, giorni prima i suoi nonni si era sentita male, e dodici ore dopo mori "cosi", come mori dopo poco un cane al quale era stato dato ria bere il latte avanzato. Anche c/uesta volta a nessuno sorde il sospetto che bisognasse mettere In moto la macchina della giustizia e che questi malo ri e queste morti avessero 'ina causa ben precisa. I sospetti sorsero in tutti soltanto quando dieci giorni dopo accadde un terzo fatto non meno drammatico dei pre cèdenti, anche sé conclùso senza gravi conseguenze t-vv nessuno. La mattina del pri mo agosto Matteo Neira e sua moglie Maddalena, l'unica figlia dei Vittone, bevvero del vino e si sentirono male ed s.ltrl cinque loro amici, Francesco Neira, Colombo Leon, Giacomo Baudlno, Giuseppe Crardetto ed Erberto Caresio, ai quali era stato offerto io stesso vino, subirono la medesima sorte. Se la cavarono soltanto perché fu rapido l'intervento dei medici dell'ospedale di Cuorgnè. L'esame del vino rimasto portò alla terri bile scoperta; nel vino vi era no abbondanti tracce di arsenico e arsenico venne trovato nel miseri resti di Domenica Chiartano e Maria Grazia Neira i cui. cadaveri .vennero ' esumati e- fatti esaminare dai medici' legali! Come, dire che 1 malori e le morti a Bosconero avevano una causa precisa. Ma chi era l'avvelenatore? Maria Polla, moglie di Domenico Vlttone, si trovò subì to in una situazione tragicamente critica. Il destino volle une In ogni episodio le indagi¬ nzaq26Mtelemstlachd1 aPanccrnsinpfilecpnpsntIdpesnpmCnMqctdtcpznMpsdqimrsuqsdnupce o o r , i n a , ni accertarono la sua presenza. Maria Folla, era in casa quando mangiarono la sera del 26 giugno i due suoi suoceri; Maria Polla era seduta di fronte alla finestra quando Maddalena Neira lasciò per un attimo ii recipiente con il latte destinato alla bimba; Maria Polla aveva avuto in consegna la chiave per entrare nella casa dei Neira poche ore prima che 1 due coniugi bevessero il vino avvelenato. Inutilmente Maria Polla si difese spiegando che accusarla voleva dire calunniarla e che lei non aveva alcuna responsabilità in quél che era accaduto ai suoi parenti e ai suoi amici. Non venne creduta -inizialmente e f li costretta ad attendere il processo in Corte d'Assise dopo che una perizia psichiatrica, l'aveva definita capace di Intèndere e volere. I giudici si trovarono concordi nel dire che non vi erano pròve sufficienti per condannarla Il procuratore della Repubblica di Torino non rimase soddisfatto di questa assoluzione sia pur con formula dubitativa ed impugnò la sentenza. I giudici della Corte d'Assise d'appèllo furono del medesimo parere di coloro che avevano esaminato in precedenza il caso e ' confermarono l'assoluzione. Questa volta intervenne '11 procuratore generale e 11 dramma di l Bosconero è finito . in Cassazione. < Dovrà essere celebrato un nuòvo processo nei confronti di Maria Polla — ha sostenuto questa mattina il sostituto procuratore generale dott. Aromatisi rivolgendosi al magistrati della Corte suprema — la sen tenza di Torino non è convin cente. Prima di tutto perché pur avendo mostrato la certezza che somministrare il veleno non può essere stata altri che Maria Polla, ha ritenuto di non poter affermare la sua responsabilità solò' .per la mancanza di una causale. Poi perche quei giudici non hanno tenuto in considerazione alcune testimonianze secondo le quali Maria Polla aveva più volte mostrato il desiderio di uscire da una famiglia patriarcale come quella in cui era entrata spo sando Domenico Vittone. Quindi la sentenza deve essere an nullata e il giudizio affidato ad un'altra Corte d'Assise d'appello». « La sentenza — hanno repli cato 1 due difensori, prima l'aw. Giorgio Delgrósso di Torino: e poi l'aw. Ferruccio Lluzzi di Roma — non ha affatto affermato che l'autrice dei delitti sia Maria Polla Anzi ha espresso. 11 dubbio che il veleno per cui fu uccisa Domenica Criartone sia stato sciolto nel vino. D'altra parte perché mo ri la moglie che ne assaggiò solo un sorso, mentre Giuseppe Vittone che ne bevve due bicchieri si salvò? Inoltre la stes scedat sa sentenza ha posto in rilievo che Maria Polla, nel secondo episodio, si trovò in- condizione di non potersi mal avvicinare al pentolino contenente 11 latte che doveva uccidere la piccola M-'-ia Grazia, 'mentre esamina.-.do il terzo episodio vi è da osservare che Maria Polla non avrebbe mai attuato il suo programma proprio il giorno in cui più facilmente si sarebbe potuto sospettare di lei avendo avuto In consegna la chiave della casa dei Buoi cognati, Matteo e Maddalena Neira. Tra le due tesi cosi in contrasto, 1 giudici della Cassazione hanno scelto quella che ha posto al sicuro Maria Polla dia ogni altra noia. Infatti, dopo aver esaminato 11 caso, per oltre un'ora in camera di consiglio, il presidente dott. Lattanzi ha annunciato che la sentenza di assoluzione sia pur per insufficienza di prove do veva essere confermata E cosi sul dramma di Bosconero è calato, definitivamente il sipario. Il mistero di due omicidi e di sette tentati omicidi non verrà mal svelato. Guido Guidi Maria Polla col marito dopo l'assoluzione In Appello