"L'elisir d'amore,, al Carignano diretto da Gianandrea Gavazzeni

"L'elisir d'amore,, al Carignano diretto da Gianandrea Gavazzeni "L'elisir d'amore,, al Carignano diretto da Gianandrea Gavazzeni L'opera dì Donisettì ha lietamente inaugurato ieri sera la stagione fai Regio IotcdinDprnmppnnGdbbucbcGmpIg. Gradito ritorno. Quante volte s'ascolta, tante piace. Poche, tre o quattro, le cose superflue. La me'odioaltà, la vocalità, modi H'eepressione sentimentale, a. nano non soltanto 1 pezzi chiusi, ' dall'aria al concertato, ma intiera la commedia, ne sono la sostanza e lo svolgimento. La proporzione dell'accento farsesco e di quello patetico è miràbile. Perfetto è l'inarcarsi del musicale dramma degli innamorati, dal futile inizio, quando Nemorino è crucciato dell'indifferenza di Adina, al culmine doloroso, allorché ne paventa la perdita, infine alla lieta conclusione. Nel coerente trapasso dall'uno all'altro stato d'animo ogni frase, spassosa o commovente, è appropriata, ■ La persona musicale di Nemorino è, come l'Ernesto del Don- Pasquale, primaria nella i migliore operistica di" Doni-1 Rietti e anche nel teatro semiserio del secolo scorso. La bellissima romanza «Una furtiva lacrima» è la sintesi della sua sostanza drammatica, e anche di. tutta la poeticità di Donizetti, il quale lo immaginò e cantò timido, affettuoso, desideroso. La contadinesca credulità nell'efficacia .dell'elislre non vuol essere scenicamente ingoffita, qual è più volte apparsa nell'Interpretazione di tenori anche celeberrimi,' Caruso o Schipa. Non un solo dei tratti musicali lo atteggia sciocco. La - delicatezza sentimentale donizettiana si infuse in quell'amoroso strugglmen to, e rese soavi le lacrime e palpitante la tenue speranza. Assai meno caratterizzata-pare Adina. Disegnate con bravura e .colorite all'acquarello con tinte vivaci, le persone di Belcore e di Dulcamara contemperano invece verità e finzione. Per quasi un secolo s'erano alternati sulla scena comica soldati rudi, spesso con. la parlata tedesca, o galanti, di gusto francese La grossolanità da caserma cedeva poi- alle eleganti uniformi, al portamento fiero e seducente, agli irresistibili mustacchi. Ecco Belcore. La cantilena «Come Paride vezzoso è circospetta e sostenuta. Donlzettl lo perse di vista nella scena nuziale, poiché a un personaggio sei ; idario non si soleva dar troppe cure. Lo ritrovò nel duetto con Nemo rlno, «Qua la mano, glovinotto>, e gli diede l'accento dell'autorità, della protezione, poi, «Ho ingaggiato il mio rivale» quello della banale contentezza. Macchietta, non carattere, Dulcamara riassume l'esperlen za di centinaia di bassi comi ci, ed ha la leggerezza e la commozione d'una schietta creazione artistica. Il compito di presentare la bella commedia toccò iersera a Glanandrea Gavazzeni, ed egli l'i'ittuò con la duplice dote del la competenza nel concertare e della specifica conoscenza dell'arte di Donizetti, alla quale dedicò degne critiche libresche, e saggi or ora raccolti nel volume Trenta anni di musica. (Tenace osservatore dei fatti musicali, ha recentemen te pubblicato anche La casa di Arlecchino ed Altri studi pizze-Mani). Come sulle partiture di tutti gli ottocentisti, grava su quelle, tragiche o comiche, del Bergamasco uno strato di provinclalesca tradizione. Occorre riguardarle nella loro verità, e non perciò lustrarle con moderne sensibilità. L'amorosa ed esperta cura di lui è valsa appunto a tale sco per, associando,, armonizzando, i contributi dell'orchestra e dei cantanti. Nel terzetti, nei -finali, ha sottilmente misurato l'accrescimento graduale della fonica, fino all'ultimo accordo, e sempre dava risalto, come la partitura dispone, alla linea vocale emergente pel registro o per l'Importanza drammatica. ' I pregi della concertazione si riflettevano nell'efficacia dei singoli, noti c bravi. Renata Scotto, il cui timbro sopranne è piacevole, insinuò nel recitativi e altrove un accento brioso e malignetto; ed un appunto al troppo frequente attacco strisciato dei suoni acuti è il solo che la correttezza, sia della cantabilità, sia dell'agilità, meriti. Il tenore Luigi Alva, già lodato in esecuzioni nella Piccola Scala, cantò con purezza, sentimento, drammaticità, • s'atteggiò con giusto Intendimento. Vocalmente effl* olente, Renato Cesari aggiunse talvolta al tono burbanzoso, un che di caricaturale, attenuando la militaresca galanteria, insita, se non si erra, nel donizettiano Belcore. Poderoso Dulcamara, Carlo Badioli die prova dello scilinguagnolo caratteristico della comica parte. Lo spettacolo era normale nella scenografia, e sufficiente mosso. Dalla regia venne soppresso un pittoresco elemento prescritto, quello del carrettino, sul quale Dulcamara troneggia, pomposo e umanitario. Gli applausi che sottolinearono dopo ciascuno dei pezzi più belli il compiacimento del pubblico s'infittirono calorosi e unanimi alla fine degli atti, chiamando più volte alla ribalta il maestro Gavaiveni, i cantanti già nominati, Giuse Gerbino erotta (Giannetta), il maestro del coro ed il regista a. d. c 1 Riccardo Morésco, Domani alle ore 21 al Carlgnano prima rappresentazione dell'opera Il flauto magico di W. A. Mozart, nell'interpretazione della Compagnia dell'opera di Vienna. Elegantissimo pubblico ieri sera nel rinnovato teatro alla prima dell'«Eli8ir d'amore»

Luoghi citati: Glanandrea Gavazzeni, Vienna